William Graziosi |
La procura della Repubblica ha chiuso l'indagine preliminare sul Regio, e il magitrato inquirente ha inviato l'avviso di conclusione a William Graziosi (che ha sempre protestato la sua estraneità alle accuse), alla "consulente marchigiana" per il marketing Priscilla Alessandrini, al corista Guenno promosso a un ruolo dirigenziale per incerti meriti che i giudici sospettosoni sembrano attribuire alle aderenze politiche dell'indagato, e ancora all'imprenditore Maulini e all'agente Ariosi: quest'ultimo, secondo l'accusa, avrebbe pagato Graziosi perché scritturasse al Regio gli artisti della sua agenzia. Fra i reati contestati ai cinque figurano anche il traffico di influenze, la concussione e la turbativa d'asta.
Graziosi, come dicevo, si è sempre proclamato innocente, vittima di una campagna di denigrazione orchestrata - questo è un simpatico calembour, per chi non l'avesse notato - da chi si opponeva alla sua crociata riformatrice. Io non sono né un questurino, né un giudice, per cui mi astengo da qualsiasi valutazione, in attesa di leggere gli atti e sempre rispettando la presunzione d'innocenza. Mi limito a far notare che qualcuno dovrà rispondere, politicamente, della situazione avvilente nella quale la miserabile politica torinese ha precipitato il Regio. Quindi non aggiungo altro a quanto già scritto il 28 maggio dello scorso anno, quando esplose il merdone: in quel post riportavo un interessante un florilegio degli articoli che nell'arco di un biennio ho avuto il dispiacere di dedicare alla sconcertante vicenda.
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