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STELLANTIS, I MANESKIN E LA CADUTA DI SINGAPORE

La prossima speranza dell'economia piemontese
In una Torino percossa e attonita, nel giorno in cui vede sfumare la speranza di diventare la sede della Gigafactory italiana di Stellantis e di ritrovare così l'occupazione e la vocazione industriale perdute, ecco che con straordinario  tempismo giunge dal gabinetto del sindaco la fausta e risarcitoria notizia che “la Città ha comunicato alla Rai la propria candidatura a sede dell'Eurovision Song Contest che il prossimo anno, a seguito della vittoria del gruppo Maneskin nell'edizione 2021, si svolgerà nel nostro Paese”. Torino non sta mai ferma, non c'è che dire.
Mi torna alla mente una storia del tempo di guerra che mi raccontava mio padre. Era il febbraio del 1942, e un'Italia ormai alle strette, priva persino dei beni essenziali come il pane, lo zucchero e il sapone, apprendeva dai trionfalistici comunicati del regime che la colonia britannica di Singapore era caduta nelle mani dei giapponesi. Quella sera stessa, da Radio Londra il perfido Colonnello Stevens commentava: “E' giunta oggi in Italia la notizia della caduta di Singapore. Ebbene sì, Singapore è caduta. Così da oggi in poi le massaie italiane faranno il bucato con la caduta di Singapore”.
E allora stiamo allegri: se mancherà il lavoro, a Torino non mancheranno le canzoni per tenerci di buonumore. E le massaie torinesi faranno il bucato con l'Eurovision Song.

Bonus Track: massì, facciamoci una bella risata, che passa tutto!
Ad ogni modo, anche quest'ennesima fregatura trova nei politici torinesi pronta e fattiva reazione: ovviamente “apriranno un tavolo” (aprono sempre un tavolo, quando non sanno che cazzo fare) e nell’attesa di aprire il tavolo e attovagliarsi hanno spiattellato una serie di intemerate bipartisan che, se non serviranno a cambiare di una sola virgola le decisioni di Stellantis (la quale notoriamente dei politici torinesi e dei loro tavoli se ne fa ampi baffi a tortiglione), contribuiranno forse a rialzare il morale della popolazione regalandole un momento di pur amaro umorismo. Fedele al servizio pubblico dell'informazione, pubblico qui alcune delle perle di saggezza distribuite a piene mani, in questa dolente circostanza, dai nostri amministratori.

Gag n. 1. I capoccioni indignati
“Questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Università ed in generale una terra che ha inventato l’auto, ha investito, ha rischiato. Una terra che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato”: così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino sull’annuncio di Termoli come sede italiana per la gigafactory di Stellantis. “Oggi ci sentiamo traditi - continuano il presidente Cirio e la sindaca Appendino - e chi è tradito prova rabbia. Una rabbia che chi, come noi, ha responsabilità istituzionali deve trasformare in una azione. Attendiamo di avere parole chiare da Roma per capire su che basi questa scelta sia stata condivisa con il Governo. Convocheremo già domani tutte le Istituzioni piemontesi”.
Per la serie: "Ci hai creduto, faccia di velluto"

Gag n. 2. L'assessore-veggente
In merito alla scelta di Stellantis di localizzare la gigafactory in Italia a Termoli interviene l’Assessore allo Sviluppo delle Attività Produttive Andrea Tronzano. “Si tratta di una scelta aziendale che dispiace perché tutti abbiamo provato a incidere, ma non è stato sufficiente. Rimaniamo però lucidi senza sprofondare in inutile pessimismo. La manifattura continua a essere il nostro futuro. Automotive e Aerospazio rappresentano la nostra forza, la forza di Torino e della sua provincia, anche occupazionale, e su di loro investiremo". “Stellantis – prosegue l’Assessore Tronzano - sono certo capirà che a Torino a lei conviene esserci. Su gigafactory non ci arrendiamo perché potrebbe esserci un'altra opportunità su Scarmagno con Italvolt: se diventerà un progetto solido e concreto la Regione farà la sua parte".
Per la serie: "Ritenta, sarai più fortunato"

Gag n. 3. L'opposizione costruttiva
"Tante lavoratrici e tanti lavoratori che sanno fare auto (in cassa integrazione da 10 anni), il Politecnico con tutti i nostri ingegneri, l’indotto e il know-how di una città che pensa e costruisce automobili da sempre e vorrebbe continuare a farlo: questa è una doccia fredda che rischia di compromettere tutto il settore dell’automotive piemontese", commenta Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte, il naufragio della trattativa per salvare i lavoratori Embraco e la scelta di Tavares di non costruire a Torino la Gigafactory Stallantis. "Gli schiaffi del Ministro leghista Giorgetti al Piemonte in questa giornata sono due: la notizia che la Gigafactory per la produzione di batterie elettriche non sarà a Torino è una sconfitta epocale per la nostra Regione, che segnerà in negativo il futuro del lavoro piemontese, il cui presente è rappresentato dal grido di dolore dei lavoratori Embraco, scaricati in mattinata a mezzo stampa dal ministro Giorgetti che ha liquidato il progetto Italcomp. In Piemonte avremmo dovuto occuparci di Gigafactory, di Embraco e dei vaccini ma per settimane la Lega piemontese ci ha tenuto bloccati a parlare di gioco d’azzardo; purtroppo per loro le macchine del futuro sono quelle che vanno a batterie elettriche, non le macchinette a gettoni ma con la destra al Governo in Piemonte ripartono solo le slot", conclude Grimaldi.

Per la serie: "Se c'era lui, caro lei..."

Commenti

  1. Lascio il commento al poeta Giuseppe Giusti.

    Che i più tirano i meno è verità,
    Posto che sia nei più senno e virtù;
    Ma i meno, caro mio, tirano i più,
    Se i più trattiene inerzia o asinità.

    Quando un intero popolo ti dà
    Sostegno di parole e nulla più,
    Non impedisce che ti butti giù
    Di pochi impronti la temerità.

    Fingi che quattro mi bastonin qui,
    E lì ci sien dugento a dire: ohibò!
    Senza scrollarsi o muoversi di lì;

    E poi sappimi dir come starò
    Con quattro indiavolati a far di sì,
    Con dugento citrulli a dir di no.

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