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ZUFFA PER UNA POLTRONA ALL'EGIZIO, ALLA FINE SCELGONO MONSU' FERRERO

Delusi. El Sabaie (a sin.) e Ricca durante una seduta della 5a Commissione comunale nel 2016

Dopo la battuta a vuoto di fine giugno - allora il candidato Tiradritti, sostenuto da FdI, era stato rispedito al mittente - stamattina in Consiglio regionale la nomina del rappresentante della Regione nel CdA del Museo Egizio si preannunciava in teoria come una passeggiata di salute. E invece s'è trasformata in un pantano nel quale si sono affossati i progetti di Fabrizio Ricca. Il capataz leghista sosteneva infatti (e tuttora sostiene) con orgogliosa sicurezza la candidatura dell'egiziano Sherif El Sabaie, già suo ex spin doctor (e prima ancora spin doctor di Chiarabella). Forse Ricca a suo tempo aveva promesso allo Sherif uno strapuntino a ricompensa dei suoi servigi, e ora ci tiene a mantenere l'impegno: El Sebaie la prende molto male se si sente perculato, e l'Appendino l'ha imparato a proprie spese (tutta la storia la trovate a questo link).
La cosa sembrava fatta: a detta di Ricca, infatti, era Salvini in persona a volere El Sabaie, e si sa che quel che Salvini vuole la Lega fa, così come la giunta piemontese fa quel che vuole la Lega.
A quanto pare, invece, uno dei passaggi non ha funzionato. O la Lega (almeno quella piemontese) non fa quel che vuole Salvini, o la giunta non fa quel che vuole la Lega, o - ancor più probabile - in realtà a Salvini di El Sabaie non gliene può fregare di meno, e quindi liberi tutti.
Fatto sta che questa mattina in Consiglio regionale è successa la qualunque: la candidatura di El Sabaie ha raccolto appena sei voti (giusto Ricca e i suoi cari) sui 23 di cui dispone la Lega, è mancato il numero legale e si è deciso di riprovarci nel pomeriggio. Intanto fra Stefano Allasia (che El Sabaie non lo vuol neppure vedere) e Alberto Preioni s'è aperta una trattativa discreta tutta interna alla Lega per cercare di uscire dall'empasse. Allo scontro intestino nel Carroccio assiste silente, e senza poter mettere becco, Fratelli d'Italia.
Dopo tante liti e tante beghe, i prodi spartitori trovano un punto d'equilibrio e tornano a votare, stavolta senza intoppi: con 23 voti vince uno strapuntino nel CdA dell'Egizio un certo Antonio Mario Ferrero, già presidente del Consiglio comunale di Asti e sostenuto da Allasia e dall'assessore Carosso; seconda con 17 voti la manager culturale Marzia Camarda, sostenuta dal centrosinistra. Due voti vanno a Cleopatra. Il livello è questo.

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