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SALVINI L'EGIZIANO


Aggiornamento. Colpo di scena, in Consiglio salta il numero legale sull’Egizio, per El Sabaie solo sei voti, nel pomeriggio nominato Ferrero. 

Oggi in Consiglio regionale la maggioranza fingerà di scegliere, fra sette candidati, il proprio rappresentante nel CdA del Museo Egizio. In realtà il nobile consesso degli eletti del popolo piemontese non sceglierà un bel niente, da Roma è già arrivato l'ordine del Capitano: il pre-scelto è Sherif El Sabaie, quarantenne egiziano naturalizzato italiano che sul suo profilo Linkedin - dove guarda caso già campeggia come immagine-guida uno scorcio del Museo Egizio - si definisce "consulente in diplomazia culturale"; ma a Torino, dove vive da una ventina d'anni, Sherif El Sebaie è assurto agli onori delle cronache per un clamoroso salto della quaglia: prima del 2016 è stato lo spin-doctor segreto di Chiara Appendino, guidandone le mosse negli anni dell'opposizione a Fassino, e armandola di interpellanze puntute in particolare contro l'allora presidente della Fondazione Musei Patrizia Asproni e contro il direttore del Mao Marco Biscione. Quando però Chiarabella è salita al potere, Sherif s'è sentito "tradito": per dirla con parole sue, "Appendino non è in grado o non vuole mantenere le promesse". A quali promesse si riferisse, non so: si dice uno strapuntino in qualche istituzione culturale, magari al Mao, o all'Egizio. Come che sia, deluso nelle sue aspettative Sherif si trasferisce armi e bagagli sotto l'ala protettrice del leghista Fabrizio Ricca, che lo nomina suo "consulente" e per il quale riprende a scrivere le stesse, puntute interpellanze che scriveva per Chiarabella: stavolta, però, a danno della medesima. E non pago, va anche a raccontare ai giornali i retroscena dei rapporti con la sua ex assistita
Insomma, un personaggio interessante e senz'altro spigoloso.
Dai corridoi della Regione trapela che in seno alla maggioranza non tutti fossero d'accordo sulla nomina, finché dalla capitale s'è manifestata la ferrea volontà del Capitano. In effetti, vista dall'esterno l'operazione fa pensare a una prova di forza fra "alleati", se non addirittura interna alla Lega: prima dell'estate era naufragato il tentativo di Fratelli d'Italia di piazzare nel CdA del Museo Francesco Tiradritti, mentre adesso la Lega riesce a imporre un suo uomo. Traete voi le conclusioni.

Quanto all'Egizio, non so come l'abbiano presa: ma dopo aver vittoriosamente respinto il Tiradritti, è chiaro che non potrebbero opporsi a un'altra scelta della Regione: devasterebbero definitivamente i rapporti con l'istituzione e in particolare con la Lega-padrona, faticosamente rimpannucciati dopo un periodo di burrasche

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