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IL BELLO DI GALLERIE D'ITALIA

La prima linea del comando. Al centro, fra Profumo e Bazoli, Stefano "Slowhand" Lo Russo

"E' una giornata importante per la Banca, per la Città, per il Paese", esordisce il primo oratore davanti allo stato maggiore del potere economico e politico della Banca, della Città e del Paese schierato nelle prime file in accurata e ineludibile gerarchia; e io capisco che è ora di alzare i tacchi e andarmene a pranzo, che s'è fatta una certa e quel che c'è da vedere l'ho visto e quel che c'è da sentire l'ho sentito e i discorsi ufficiali posso risparmiarmeli. 

Gli interni del nuovo museo
Da ieri anche Torino ha - dopo Milano, Vicenza e Napoli - la sua Galleria d'Italia. Le Gallerie d'Italia sono i musei privati in cui banca Intesa Sanpaolo espone il suo patrimonio d'arte, qualcosa come 35 mila pezzi che vanno dalla pittura antica alla fotografia contemporanea. A Torino - dove già c'è Camera-Centro Italiano per la Fotografia e dove negli ultimi tempi sovrabbondano le mostre fotografiche - è toccata la fotografia e va bene così, la collezione di fotografia di Intesa è una miniera che comprende pure l'Archivio Publifoto, diario per immagine dell'Italia novecentesca, ma soprattutto da ieri Torino ha un museo nuovo, un avveniristico capolavoro di vetro e cemento e pareti digitali interattive - robe che qui manco ce le immaginavamo - scavato sotto Palazzo Turinetti in piazza San Carlo. 

Gandolfino in my heart 
Ma l'aspetto più esaltante della faccenda per uno come me, che rinuncerebbe all'intero patrimonio fotografico mondiale in cambio di un solo dipinto rinascimentale, è un altro: insieme con il nuovo museo fotografico, d'ora in poi sarà anche possibile visitare il piano nobile di Palazzo Turinetti, straordinaria infilata di ambienti tardobarocchi che ospitano una quarantina di dipinti, sculture, arazzi e arredi antichi, dal XIV al XVII secolo, tra i quali vi segnalo una console piffettiana da urlo e soprattutto due tavole d'infinita bellezza del mio amatissimo Gandolfino da Roreto, che da sole basterebbero a giustificare l'intera operazione Gallerie d'Italia.
Questo è tutto, per ora. Avrei ancora una cosuccia da aggiungere, ma me la tengo per domani. Così, per non sforzarmi troppo.

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