Passa ai contenuti principali

OGGI A CINEMAMBIENTE

Un'immagine di "Pleistocene Park" in programma stasera al cinema Massimo

Ricevo e volentieri pubblico:

Oggi la penultima giornata di CinemAmbiente si apre, nel  pomeriggio, con il dibattito dedicato a “Il mondo segreto delle piante e dei robot. Ispirarsi  all'invisibile della natura per immaginare il futuro” (ore 15.30, Cinema Massimo – Sala  Soldati). Gli studi sul microbiota delle piante, nostre prime alleate per affrontare le  emergenze globali, potranno aiutarci, e aiutare il Pianeta, a vivere meglio? Questa la domanda a cui risponderanno Paola Bonfante, docente di Biologia vegetale all’Università  di Torino, e la biologa Barbara Mazzolai. Moderato da Vincenzo Guarnieri, biochimico e  comunicatore della scienza, organizzato dal Festival con il Dipartimento di Scienze della  Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino, e con CNR – Istituto per la Protezione  Sostenibile delle Piante, in occasione del Fascination of Plants Day, l’incontro esplora in  particolare le potenzialità dei nuovi studi sulla composizione e sull’organizzazione degli  organismi vegetali nella robotica bioispirata, le cui svariate applicazioni potrebbero offrire  soluzioni concrete per proteggere il clima e la biodiversità. 

Sempre nel pomeriggio, le proiezioni si avviano con il Concorso cortometraggi, di cui viene  proposta, dalle ore 16 (Cinema Massimo – Sala Cabiria) la seconda tranche di titoli in gara.  L’inglese The Farm Under the City, di Brett Chapman e Jordan Carroll, racconta  l’innovativa impresa di Luke Ellis che, recuperando il cibo avanzato nei ristoranti e  utilizzando la tecnologia bioponica e il compostaggio, coltiva erbe aromatiche e verdure  in una “fattoria sotterranea” impiantata a Sheffield. In I Couldn’t Believe It, l’italiano Guido Manuli ci mostra, in un suo nuovo piccolo capolavoro animato di feroce ironia e  scandito dalle note del brano “We'll Meet Again” (già colonna sonora del Dottor  Stranamore), quali incredibili sorprese possono aspettarci mentre siamo distratti dai  disastri ambientali in tv. Bolo raz jedno more… (Once There Was a Sea), della slovacca  Joanna Kozuch, intreccia in un racconto animato le parole di diversi personaggi che  ricostruiscono il tragico destino del Lago d’Aral, il mare scomparso, trasformato in un  deserto tossico dal selvaggio sfruttamento delle acque. Pez Volador, della spagnola Nayra  Sanz Fuentes, è un incontro ravvicinato con gli uccelli volanti, per secoli creature  totemiche in varie culture, simboli di libertà, determinazione, speranza, annullamento dei  confini per la loro capacità di nuotare nelle profondità del mare e di librarsi nell’aria, oggi minacciati dall’antropizzazione che sta alterando i loro habitat. In Swallow the Universe,  la collaborazione tra il regista franco-colombiano Luis Nieto e l’artista e disegnatore  giapponese Daīchi Mori danno vita a un originale manga: protagonista un bambino che si  perde nelle foreste della Manciuria portando scompiglio e anarchia nel mondo degli  animali selvatici, fino ad allora perfettamente organizzato. Il canadese Wrought, di Anna  Sigrithur e Joel Penner, mescola sperimentazione artistica e naturalismo scientifico per  raccontare il processo di decadimento della materia, ritenuto universalmente negativo,  ma fisiologico, esplorando con una serie di sequenze in time-lapse ciò che succede quando  il nostro cibo va a male. La proiezione sarà seguita da un incontro con il co-regista Joel  Penner.  

A ogni edizione il Festival ripropone, nella sezione non competitiva Panorama, un film del  passato, documentario o di fiction, di particolare interesse ambientale. Quest’anno la  scelta non poteva non ricadere su Soylent Green 2022: i sopravvissuti (ore 17.30,  Cinema Massimo – Sala Cabiria), diretto nel 1973 da Richard Fleischer, che immagina una  Terra irreversibilmente inquinata, sovrappopolata, riarsa da una perenne estate, una New  York con più di 40 milioni di abitanti, afflitta da una povertà dilagante e una scarsità  mortale di beni e risorse primarie. Del fantathriller tratto dal romanzo Largo! Largo! di  Harry Harrison che, alla scadenza e al netto delle esagerazioni distopiche, si rivela tra i più  lungimiranti nella categoria dei film ambientati nel futuro già passato, parleranno, al  termine della proiezione, il critico cinematografico Enzo Lavagnini e il musicista Vince  Tempera

Nel secondo pomeriggio, viene proposto un film della sezione Made in Italy. Diretto da Alessandro Azzarito, girato nel Monferrato, Il ciliegio di Rinaldo (ore 18.00, Cinema  Massimo – Sala Soldati) è la storia dell’amicizia tra Emanuele, giovane rampollo di una  famiglia di medici, e Rinaldo, un vecchio senza figli, che sfida la morte per insegnare a  Emanuele a “leggere la natura” e a realizzare il suo sogno, diventare contadino,  nonostante le pressioni e i desideri diversi della famiglia. La proiezione sarà seguita da un  incontro con il regista e il protagonista del film Emanuele Rendo. 

Sempre nel pomeriggio la poetessa, scrittrice e saggista Antonella Anedda, a cui viene  assegnato in quest’edizione il Premio letterario “La Ghianda di CinemAmbiente”, sarà  ospite del Festival per un incontro (ore 18, Circolo dei lettori) con Serenella Iovino,  docente di Italian Studies and Environmental Humanities presso la University of North  Carolina, e lo scrittore e poeta Tiziano Fratus. Il dialogo a tre sarà occasione per un  excursus sulla produzione letteraria dell’autrice, che dagli esordi fino al suo volume più recente, Le piante di Darwin e i topi di Leopardi, ha dimostrato un appassionato interesse  per il mondo della natura, tradotto nei suoi versi in un profondo attaccamento alla “terra”,  sia la terra del sé, l’intima sospensione dove le parole vengono ostentate, sia la terra in  quanto opera di una costante crescita ed evoluzione. 

In serata, il penultimo titolo in gara nel Concorso documentari, Pleistocene Park (ore 20,  Cinema Massimo – Sala Cabiria). Produzione statunitense, il film, diretto da Luke Griswold Tergis, racconta le avventure – o meglio le disavventure – dell’eccentrico geofisico Sergej  Zimov che, senza chiedere aiuto o permesso a nessuno, dagli anni ’90, assieme al figlio Nikita, recupera e trasporta mandrie di animali (renne, buoi muschiati, bisonti…) - nell’angolo più remoto della Siberia. Obiettivo del progetto “Pleistocene Park”:  ripristinare l’ecosistema della “steppa dei mammut” dell’ultima era glaciale, in modo da  contrastare lo scioglimento del permafrost e la conseguente mortale liberazione  nell’atmosfera della grande quantità di carbonio in esso imprigionato. La proiezione sarà  seguita da un incontro con il regista e il protagonista Nikita Zimov (online). 

A partire dalle ore 20 (Cinema Massimo – Sala Soldati), il cartellone presenta altri tre titoli  della sezione Made in Italy. Venezia altrove, di Elia Romanelli, è un viaggio  nell’immaginario creato nel mondo dalla città lagunare. In luoghi improbabili, ispirati in  modi grotteschi o romantici alla città lagunare – un istituto di bellezza a Zagabria, un centro  commerciale a Instanbul, un villaggio di pecore in Romania… – cinque persone che non  hanno mai messo piede a Venezia, ma hanno un legame con la Serenissima, raccontano le  loro storie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e con Cecilia Pennacini,  docente di Etnologia e Antropologia Visiva presso l'Università di Torino. Dopo Mirabilia  Urbis, Milo Adami torna sulla figura di Antonio Cederna con Appia Antica. A fare da guida  di un breve viaggio a piedi lungo la regina viarum – luogo fuori dal tempo, museo diffuso  percorso da romani e turisti di tutto il mondo, oggi tutelato dal Parco Archeologico  dell’Appia Antica – è nuovamente l’attore Giuseppe Cederna, che ricorda le battaglie  condotte dal padre, giornalista e urbanista, nel 1965, per salvare l’area dalla speculazione  edilizia e dai progetti di privatizzazione. La proiezione sarà seguita da un incontro con il  regista. Il film a seguire, La bicicletta e il Badile (ore 22.00, Cinema Massimo – Sala  Soldati), di Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, è la cronaca di un viaggio “sostenibile”  sulle orme del grande alpinista Hermann Buhl, che un venerdì del luglio 1952 partì da  Innsbruck in bicicletta, risalì la valle dell’Inn, scalò in solitaria la parete nord-est del Pizzo  Badile e con gli stessi mezzi tornò a casa, riuscendo a essere al lavoro il lunedì mattina. La  proiezione sarà seguita da un incontro con Maurizio Panseri, co-regista, e il protagonista  del film Marco Cardullo.

In serata, una proiezione all’aperto, all’Imbarchino del Valentino, dove, alle ore 21.30, il  cartellone presenta, nella sezione non competitiva Panorama, First We Eat (in replica  domenica 12 giugno, ore 21, Cinema Elios, Carmagnola - TO), di Suzanne Crocker, presente  anche nella giuria del Concorso documentari di quest’edizione del Festival. Nel film, la  pluripremiata regista canadese traduce plasticamente in immagini il concetto di  conversione ecologica, raccontando con humour l’esperienza della sua “normale” famiglia,  che nel selvaggio Yukon, a soli 300 chilometri dal Circolo Polare Artico, ha deciso di bandire  da casa tutti i cibi del supermercato, vivendo per un anno solo di quanto pescato, cacciato,  raccolto e coltivato. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista. Chiude la  serata un altro film della stessa sezione, l’inglese Rebellion (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), diretto da Maia Kenworthy ed Elena Sánchez Bellot, biopic dedicato a uno  dei gruppi ambientalisti in più rapida espansione negli ultimi anni. A partire dalle  testimonianze dei fondatori, il film ricostruisce la storia di Extinction Rebellion (XR), dalla  nascita in Inghilterra nel 2018 al diffondersi in tutto il mondo delle azioni di protesta  pacifica e di disobbedienza civile con cui il movimento socio-politico non violento chiede  ai governi di mobilitarsi contro i cambiamenti climatici e le più pressanti emergenze  ambientali. La proiezione sarà seguita da un incontro online con le registe.

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...