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"INTELLETTUALI" DA TALK SHOW

Uscito sul Corriere del 25 settembre (ma sempre valido) e non disponibile on line

Tutto secondo copione. Il fratello d'Italia e assessore regionale Maurizio Marrone (foto) s'inventa un festival, «Giovani Adulti», già alla seconda edizione (della prima non s'era accorto quasi nessuno) e finanziato dalla Regione con 100 mila euro (proprio tanti tanti, per una «iniziativa culturale» di soli tre giorni e con questi ospiti...), con un direttore (Francesco Borgonovo), e ospiti (Giuseppe Cruciani, Beatrice Venezi, Francesco Giubilei, Maurizio Belpietro, Mazzai il prete tiktoker...) in larga maggioranza attribuibili alla destra. Per conseguenza pavloviana, la sinistra protesta e grida all'indottrinamento neofascista. È il logico contrappasso per il prode Marrone, mille volte insorto a stigmatizzare mostre, direttori, festival e quant'altro di culturale gli puzzasse di sinistrorso, gender fluid, centrosociale. S'ha da campà, e ciascuno recita la sua parte in commedia.
C'è poi un altro festival, anch'esso escogitato da Marrone e sostenuto dalla Regione tramite il Circolo dei Lettori, che si intitola «Radici» ed è diretto dallo stimato scrittore Giuseppe Culicchia: fra circa un mese porterà ospiti a Torino, fra gli altri, Michel Houellebecq e Irvine Welsh. Al momento a sinistra non risultano proteste, levate di scudi, fulminacci.
Chissà: lo sdegno riservato a «Giovani Adulti» e risparmiato a «Radici» potrebbe dipendere dal fatto che molte delle attività di «Giovani Adulti» sono rivolte ai ragazzi delle scuole del quartiere, e magari non tutti i genitori sono entusiasti che al pargolo vengano ammannite «lezioni» sulla guerra da un ex incursore della marina. Ma una chiave di lettura più interessante la offre Marrone stesso, quando sottolinea che tra gli ospiti di «Giovani Adulti» ci sono pure Moni Ovadia (di sicuro non un nostalgico delle camicie nere) e l'ex cinquestelle Dino Giarrusso, perché - conclude trionfalmente il prode Marry - «“Giovani Adulti” porta intellettuali anticonformisti di ogni corrente di pensiero».
Eccallà, la parolina magica: «intellettuali». Anche la destra ha i suoi intellettuali, degni di rispetto e di ascolto. Però bisogna intendersi sul termine «intellettuale», oggi alquanto abusato. Mettiamola così: che la Regione spenda i miei soldi  per consentirmi di ascoltare Houellebecq, anche se non condivido le sue idee, mi sta benissimo. Quello è un intellettuale, ascoltarlo è comunque un arricchimento. Ma di quali «intellettuali» stai parlando, Marry? Di Cruciani? Venezi? Giarrusso? Giubilei? Eddai... C'è destra e destra, e ci sono intellettuali e fenomeni da talk show. Non dirmi che non vedi la differenza...

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