William Graziosi |
La prima curiosità - che avevo condiviso con i lettori il 26 maggio scorso - riguardava l'eventualità che qualche magistrato, stimolato dal simpatico canaio, prima o poi non decidesse di vederci chiaro. E oggi apprendo dal Corriere della Sera che "da 48 ore due esposti giacciono sulla scrivania del procuratore aggiunto Enrica Gabetta. - scrivono sull'edizione torinese le colleghe Dotta e Lorenzetti. - Il primo esposto, anonimo nella forma visto che a piè di pagina non ci sono le firme, è la copia della lettera aperta che i lavoratori del Regio inviarono il 21 maggio... Il secondo, indirizzato alla Procura di Torino, ripercorre le stesse problematiche e fornisce spunti investigativi ai magistrati. Entrambi sono stati protocollati come anonimi, per quanto sia chiaro che a scriverli sia stata una parte delle maestranze dell’ente lirico di piazza Castello. Il passo successivo è l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura". Naturalmente, precisano le colleghe, "adesso spetterà alla Procura stabilire se gli esposti siano opera di detrattori che semplicemente non sono soddisfatti del sovrintendente o se invece siano stati commessi degli illeciti".
Tel chi.
Che dire? La giustizia faccia il suo corso, la magistratura appuri, la verità trionfi... A me viene meglio un classicissimo "sempre a farci conoscere". Al Regio, assicurano i padroni del vapore, deve cambiare tutto; intanto però non si rinuncia alle belle tradizioni di una volta, tipo ritrovarsi in casa ogni due per tre la procura che indaga. Poi magari non succede niente, un'indagine non è una sentenza, eccetera eccetera. Si sa, un'inchiesta della procura oggi a Torino è come una volta un sigaro e una croce da cavaliere: non si nega a nessuno. Ma insomma, non contiamocela con il prestigio del Regio. Averci le toghe che ti girano per casa, in genere non mi pare molto prestigioso; a meno che non sia per una soirée di gala o un ricevimento in villa.
Della seconda mia curiosità - ben più oziosa, lo ammetto - parlo invece nell'articolo che esce sul Corriere. E che adesso potete leggere a questo link o a questo post.
Che dire? La giustizia faccia il suo corso, la magistratura appuri, la verità trionfi... A me viene meglio un classicissimo "sempre a farci conoscere". Al Regio, assicurano i padroni del vapore, deve cambiare tutto; intanto però non si rinuncia alle belle tradizioni di una volta, tipo ritrovarsi in casa ogni due per tre la procura che indaga. Poi magari non succede niente, un'indagine non è una sentenza, eccetera eccetera. Si sa, un'inchiesta della procura oggi a Torino è come una volta un sigaro e una croce da cavaliere: non si nega a nessuno. Ma insomma, non contiamocela con il prestigio del Regio. Averci le toghe che ti girano per casa, in genere non mi pare molto prestigioso; a meno che non sia per una soirée di gala o un ricevimento in villa.
Della seconda mia curiosità - ben più oziosa, lo ammetto - parlo invece nell'articolo che esce sul Corriere. E che adesso potete leggere a questo link o a questo post.
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