Francesca Leon: manca il progetto, ma ci stanno lavorando |
Fra meno di un anno, quando scadrà il
suo mandato, per Francesca Leon si aprirà un radioso avvenire
nell'artigianato: forte della sua esperienza d'assessore, potrà
infatti dedicarsi con successo alla fabbricazione di tavoli.
I tavoli sono onnipresenti già oggi,
nella sua azione di governo. Ne costruisce di continuo. Anzi, per la
precisione li "apre": per cui presumo si tratti di tavoli
da campeggio.
Quelli che stanno lavorando attorno ai tavoli
Solo stamattina, nel breve volgere di
una Commissione durante la quale si presumeva che Leon illustrasse i
piani per il rilancio della cultura nella fase 2, e segnatamente i
progetti per l'estate torinese, la brava Artigiana del Legno ha
elencato numerosi tavoli - ne ho contati almeno una decisa, poi mi
sono perso - attorno ai quali "stanno lavorando".
Espressione quest'ultima a lei molto cara, sebbene io non sia mai
riuscito a capire come e con che fine "stiano lavorando", e
soprattutto quando mai finiranno di lavorare e mostreranno al mondo i
risultati di tanto lavorìo.
Quelli che poche idee, ma stanno mappando
Anche stavolta, dopo tre mesi di crisi
e infiniti tavoli, tutto ciò che oggi la brava Artigiana è
riuscita a dire di concreto su quanto accadrà quest'estate - ovvero
fra un mese - è che ci saranno delle arene cinematografiche e degli
spazi per spettacoli dal vivo, che saranno coinvolti i teatri
partecipati dal Comune ma anche "le associazioni del
territorio", e che il Comune "sta mappando" le aree
adatte alla bisogna - il che significa che non hanno ancora idea
di dove piazzarli 'sti punti estivi, figurarsi il come e il
quando.
Ma niente paura, presto le idee
fioccheranno sui tanti tavoli aperti. Ci stanno lavorando, no?
Quelli che danno buca
Sulla reale consistenza dei tavoli in
questione - e loro stessa esistenza - mi permetto tuttavia di nutrire
qualche dubbio. Come ho già riferito, giusto mercoledì, all'antivigilia della Commissione, la brava Artigiana ha
convocato tramite mail una riunione (o tavolo che dir si voglia) con i rappresentanti dei "teatri
partecipati" (Regio, Stabile, TPE, TRG) e poi di MiTo, Jazz
Festival, Fondazione Cultura e, per far buon peso, anche Piemonte dal
Vivo, al fine di "esaminare le modalità di coinvolgimento
dei teatri partecipati e le ipotesi sugli spazi" (e sottolineo
"ipotesi", NdG) nonché "l'individuazione delle
produzioni che possono convergere nei programmi". Detta così,
nasce il sospetto che siano al pian dei babi e fino all'altro ieri
non avessero combinato una mazza.
La mail è partita mercoledì, la riunione era
convocata per giovedì, e forse la Tavoliera delle Alpi contava di
trarre da quel nobile consesso preziosi suggerimenti da presentare
oggi, venerdì, in Commissione, spacciandoli magari per un progetto
concreto.
La slide sui "tempi di realizzazione". Non una data, manco uno straccio di idea che vada oltre l'ovvietà. Ma per arrivarci hanno fatto i "tavoli" |
Per imponderabile sfiga, però, i
convocati hanno dato buca, e la riunione è stata aggiornata alla
settimana prossima. Sicché la Leon è arrivata in Commissione armata
soltanto della sua parlantina e di una serie di slide molto
decorative. Il poco che ha tirato fuori poteva dirlo anche un mese fa: e cioé che tutto è molto difficile ma faranno prima o poi degli spettacoli in qualche posto all'aperto in città, con la collaborazione di gente che si occupa di spettacoli selezionata tramite apposito bando, anzi manifestazione d'interesse per fare più in fretta però intanto ancora manco è stata scritta.
Dopo tanto tempo e tanti tavoli, ascolti e consultazioni, non ritengo eccessivo pretendere un pizzico di concretezza in più.
Quelli che si fanno beccare impreparati
Ma io sono solidale con Francesca Leon: a me, al liceo, capitava spesso di farmi beccare impreparato, perché ero un discolaccio; e mi ingegnavo di intortare il prof arrampicandomi sugli specchi e sciorinando luoghi comuni e nozioni di cultura generale con il fare saccente di chi la sa lunga ed espone profonde riflessioni personali. A volte - rare volte - funzionava. O forse i prof stavano al gioco. Ne ricordo uno che, durante uno di quei miei penosi show, ammonì severo i compagni che facevano casino: "Zitti e attenti, che Ferraris non ha studiato niente ma dice delle cose interessanti!". Non ho mai capito se lo pensasse davvero, o se mi prendeva per i fondelli.
Quelli che cercano gli sponsor
Purtroppo, ascoltando la Tavoliera
delle Alpi esporre un progetto per l'estate che ancora non saprei
decifrare, non ho rilevato alcunché di interessante. O almeno di
nuovo. A parte, forse, il particolare non trascurabile che il Comune
vuole investire nell'ancòra ectoplasmica Estate Torinese
dell'era-covid la somma notevole di un milione di euro: "tramite
la Fondazione Cultura", ha precisato Leon. Confermando quindi l'esistenza in vita della Fondazione medesima, di cui finora s'ignorava la funzione nella fase 2 (come d'altronde nella fase 1).
Non ho capito però
dove troveranno quei soldi: non potrà certo sborsarli la Fondazione Cultura,
che per l'intero 2020 ha un budget totale di 750 mila euro. Forse
l'assessora è convinta, beata innocenza, che la Fondazione Cultura saprà tirare su un
milione di euro in sponsorizzazioni. In tal caso, vorrei vedere con che faccia andranno a
chiedere un milione di euro a un imprenditore privato, offrendo come
garanzia del suo investimento un "progetto" come quello che
la Leon ha tentato di raccontare in Commissione. Per fortuna ci sono
i soliti "sponsor del sindaco", le azienda partecipate use ad obbedir tacendo e tacendo pagar; e poi, naturalmente, batteranno
cassa alla Fondazione Crt e alla Compagnia di San Paolo, sempre
ammesso che non perdano la pazienza.
Così sono bravi tutti. Poi apriamo un
tavolo, qualcuno porta la chitarra, e organizziamo un picnic al
Valentino. L'Estate Torinese è bell'e fatta.
P.S. Leon ha pure relazionato sui provvedimenti a sostegno delle piccole e medie imprese culturali e associazioni no profit. Anche lì, oltre le petizioni di principio non ho ascoltato nulla di nuovo, siamo fermi alla delibera di giunta di oltre un mese fa, che era una scatola semivuota. Prosegue celermente il saldo dei contributi 2019 alle associazioni: al 12 maggio era stato liquidato il 79%, pari a 14.698.429 euro su un totale di 18.621.154 euro di fondi stanziati per le attività dell'anno scorso. Ciò è buono e giusto, e va a merito del Comune. Ma il provvedimento risale addirittura a marzo, e meno male che va avanti.
Per il resto, molti impegni e zero valsente. Maiunagioia ha confermato che i canoni d'affitto dei locali comunali alle associazioni no-profit sono dilazionati soltanto fino a dicembre. Un'assurdità, come ho già spiegato. "Non abbiamo la possibilità di fare altrimenti", si è scusata. Senza soldi in cassa non si va da nessuna parte. E i soldi sono finiti.
P.P.S. Stamattina s'è anche discussa una mozione di Lavolta del pd che propone di sistemare da qualche parte un palco permanente, dove tenere degli spettacoli senza costi per organizzatori. Idea vecchissima: qualcuno ricorda i "palchi" che l'ammistrazione civica negli anni Novanta piazzò al Valentino, a disposizione della "creatività giovanile"? Rimasero lì a intristire finché qualche anima buona provvedette a dargli onorata sepoltura.
La mozione Lavolta contemplava anche l'eventualità di sistemare il palco permanente in una piazza aulica: tipico rigurgito di fassinismo che per fortuna è stato cassato in sede di discussione.
Secondo me alla fine non se ne farà nulla. E francamente me ne infischio. Però voglio registrare un fatto davvero insolito, e che comincia a preoccuparmi. Nel suo intervento il consigliere-assessore ombra Giovara ha detto "si discute se la Città dev'essere progettuale, cioé se deve creare eventi, o se invece deve creare i presupposti per agevolare chi gli eventi li sa fare. Delle due, io sono per la seconda". Esattamente quello che penso e dico io da anni. Capite? Sono d'accordo con Giovara. E non è la prima volta. Sarà grave?
Ecco in quali mani siamo finiti !
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