Il futuro vi guarda: lo stato maggiore del Salone stamattina durante la conferenza stampa alla Scuola Holden |
Ad ogni modo. Solito tavolo di presentatori: Ferrero, Fassino, Picchioni, Coppola, Saitta, e la new entry Giuseppe Culicchia che cura la sezione "Officina", dedicata alla "fabbrica dell'editoria". Più, alle estreme, da una parte un signore francese che non ho capito bene cosa c'entrasse, e dall'altra un prete, visto che la "nazione ospite" quest'anno è la Città del Vaticano.
Sono tutti felici che la "nazione ospite" sia la Città del Vaticano, e dicono che arriveranno importantissimi monsignoroni. Però diciamola chiara: speravano nel colpaccio di avere il Papa. Senza Frankie HighEnergy, che festone è? Comunque, non sto a farvi la rava e la fava di chi ci sarà e chi non ci sarà, e le cose che faranno e diranno, lo trovate su tutti i siti a partire da quello del Salone.
Però una notizia, la migliore, non la troverete: ho appreso con immensa gioia che la strampalata idea di organizzare una corsa podistica durante il Salone, con partenza dalla pista sul tetto del Lingotto e intuibili casini organizzativi, è definitivamente tramontata. In questa città alberga ancora un po' di buon senso.
Stamattina, però, mi ha fatto un po' impressione il clima da sciogliete le righe. Niente tristezza: ma la coscienza che per molti era l'ultima volta a quel tavolo. Coppola e Saitta perdono il posto: a Saitta presidente della Provincia tolgono la Provincia, e Coppola da assessore torna ad essere candidato. Anche i Grandi Timonieri Picchioni e Ferrero sono a fine mandato: hanno lavorato bene, ma sono già stati riconfermati un tot, e da un pezzo sento parlare di "necessità di rinnovamento". A dire il vero sento anche ripetere "ci vogliono dei giovani". Come principio in sé non vuol dire molto. Giovani è un optional, bravi una priorità. E qui il cerchio si restringe. Staremo a vedere. Una cosa posso dare per sicura: stamattina, tra gli addetti (più o meno) ai lavori che gremivano la sala, ho avvistato alcune dozzine di soi-disant "successori in pectore" a chiunque sedesse dall'altra parte del tavolone. Ciascuno convinto di essere il candidato migliore e che, se tale convinzione non è condivisa dal resto dell'umanità, è soltanto a causa delle trame del "sistema Torino". O della Spectre, scegliete voi.
In realtà, l'unico che ha affrontato la questione del "dopo" è stato Coppola: ha detto chiaro che nel 2015 dietro quel tavolone ci saranno altre facce. Lo ha detto riferendosi specialmente a se stesso, benché tutti sappiano che sotto sotto spera di riuscire in qualche gioco di prestigio e ritrovarsi ancora assessore fra dodici mesi. Non so con quante chance. Ma di sicuro ci ha preso gusto, e ci proverà. Coppola ha affermato che quelli che verranno dopo troveranno un Salone forte e vitale. Vero. Infatti Fassino conta di superare quest'anno il record dei 350 mila visitatori, e una volta tanto potrebbe azzeccare una previsione. E Saitta ha avuto il miglior sussulto d'orgoglio della mattinata, quando ha ricordato i tanti tentativi, in passato, di inventare "saloni" alternativi a quello di Torino: "Oggi è chiaro: il Salone del Libro non ha concorrenza: è il Salone d'Italia". Ben detta e ben giocata. Ci voleva una musica adatta per sottofondo.
Saitta mi ha anche regalato il momento più divertente della conferenza stampa (l'unico, direi): scherzando sulle infinite presenze di politici al Salone, a partire da Renzi, ipotizza che al Lingotto si possa tenere un consiglio dei ministri straordinario. Al che Coppola piglia la palla al balzo e replica: "Niente da ridire sul consiglio dei ministri. Purché non sia un congresso del pd...". Dal pubblico parte lo spontaneo applauso di Luca Beatrice, che al Salone curerà con Luigi Mascheroni un convegno sulla cultura della destra. Coppola, imbaldanzito dal successo, tenta il bis, e butta lì: "Facciamo un po' fatica a trovare uno sparring partner per Brunetta...". Le menti s'illuminano di battutacce, ma nessuno parla. L'ambiente del Salone del Libro è moooolto politically correct e autocensura i sarcasmi corrivi.
Buonasera Gabriele,
RispondiEliminaper informazione, il "signore francese che non ho capito bene cosa c'entrasse" è Régis Faure, Direttore generale di Lingotto Fiere (parte del gruppo GL events, www.gl-events.com), che – in qualità di partner della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura – cura l'organizzazione fieristica e commerciale del Salone del Libro.
Grazie per l'attenzione,
Chiara Camoirano
Relazioni esterne Lingotto Fiere
Grazie per l'informazione. Sa com'è, m'ero distratto cianciando con alcuni candidati alla successione. Ma monsieur Faure è quello che stabilisce le tariffe per l'affitto del Lingotto?
RispondiEliminaBeh, per farla semplice ed essendo il Direttore generale, direi di sì
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