Coppola con Ugo Nespolo all'inaugurazione della sua sede elettorale. Clima festoso, ma intanto girano stranissime voci |
E stasera eccoti qui il merdone, se mi passate l'eufemismo. Il problema sarebbe Gerla, la società privata di catering che sta gestendo - temporaneamente, mi avevano spiegato in molti, non ultimo l'assessore Braccialarghe - la caffetteria del Borgo: ci organizza serate e aperitivi. Finché non subentrerà il Circolo, mi ripetevano color che tutto sanno. La presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, ha sempre smentito di aver sottoscritto un contratto con Gerla per una gestione definitiva. E ci sarebbe mancato altro: presumo che in tal caso ci vorrebbe come minimo un bando pubblico.
La questione di Gerla è cruciale: il Circolo dei Lettori organizza la stagione estiva con lo scopo di reperire risorse tramite la caffetteria interna, affidata a Barney's, il bar del Circolo, i cui incassi sono destinati al mantenimento del Circolo stesso. Come già l'estate scorsa al Cortile della Farmacia, l'idea era di guadagnare qualcosa al Borgo tramite il servizio offerto da Barney's durante gli eventi. Non dicono sempre, i politici, che anche la cultura deve darsi da fare per reperire risorse proprie, senza vivere di soli contributi pubblici? Beh, quelli del Circolo ci provano, porelli.
Ma è chiaro che se qualcuno, all'insaputa del Comune, ha messo caffetteria e ristorante nella mani di Gerla, tutti i bei progetti andrebbero a farsi benedire. Quelli del Circolo, e anche quelli del Comune. Il Comune, inutile ricordarlo, ha deciso di dare il Borgo al Circolo (sfilandolo alla Torino Fondazione Musei), a mo' di "dote" per poter entrare nel consiglio d'amministrazione del Circolo stesso, finora oggi territorio esclusivo della Regione.
Se il Circolo non potesse contare sulla gestione diretta della caffetteria e del ristorante, o se (come altri, ancor più fantasiosi, ipotizzano) si trovasse a dover pagare una pesante penale, mi dite voi a che pro andrebbe a frescheggiare al Borgo Medievale? E difatti la voce che ho raccolto stasera è che rischia di saltare tutto.
Ripeto: Patrizia Asproni ha sempre negato che esista un contratto formalizzato con Gerla. Invece, mi raccontano i soliti bene informati, il contratto ci sarebbe, eccome. Un contratto con tutti i crismi. Firmato già da tempo, forse fin da febbraio. Gerla avrebbe addirittura fatto dei lavori nei locali del Borgo, in vista di una duratura permanenza. Anche questa è una voce che circola da qualche giorno in città. Io al Borgo non ci sono stato, di recente, quindi non so se ci gironzolassero dei muratori.
Vi pare troppo assurdo? Anche a me. Di sicuro, Fassino e Braccialarghe non sapevano nulla. E - presumo - sono incazzati neri. Fassino, durante un'audizione di Patrizia Asproni davanti alla Commissione cultura presieduta da Luca Cassiani, me ne aveva tessuto le lodi: "Ha una marcia in più", mi aveva detto, smentendo così i malignazzi che indicavano nella fiorentina Patrizia un "regalino" di Renzi al suo amico Fassino. Chissà adesso come la pensa.
Il sindaco era sicuro di giocarsi la carta del Borgo Medievale per entrare al Circolo. E nei mesi scorsi aveva dettato tempi e scadenze. Certo che se davvero la Asproni avesse deciso di testa sua una questione strategica come l'appalto della caffetteria, senza dirgli nulla, e facendogliela sotto il naso, minimo minimo il povero Piero ci farebbe una figura di palta.
No, davvero è troppo grossa. Sono strasicuro che già stasera mi arriveranno precisazioni e chiarimenti. Eppure... Eppure, se vi devo dire la verità, qualcosa di strano si è sempre avvertito nell'aria. Era tutto deciso, ma... Ma c'era sempre un "ma". Di certo, nel caso, non la prenderebbe bene la direttrice del Circolo, Antonella Parigi, che per l'estate aveva un'ipotesi alternativa alla Holden, dove adesso dovrebbe andare Hiroshima mon Amour ad organizzare concerti. Chissà - ammesso e MAI concesso che il progetto del Circolo dei Lettori al Borgo Medievale dovesse naufragare - se l'opzione Baricco è ancora valida...
Intanto, nei giorni scorsi il presidente Cassiani, che da sempre non è convinto della linearità dell'operazione, forse fiutando l'aria infida ha scritto alla Asproni e alla Parigi, convocandole entrambe per un'audizione in Commissione cultura. Da perfetto cavaliere, Cassiani ha chiesto alle due dame di indicare una data di loro convenienza. Sta aspettando la risposta. Antonella Parigi, però, la convocazione non l'ha mai ricevuta.
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