Luca Cassiani e (a destra) Giovanni Minerba, direttore del Tglff |
Avere ostinatamente negato a Cinema Gay il patrocinio della Regione (riconoscimento simbolico che non implica alcun finanziamento), resta il peggior marchio d'infamia di una giunta che, tra scandali, ruberie e mutande verdi, in quattro anni non si è fatta mancare proprio nulla. E dispiace che l'assessore Coppola, di per sé giovinotto civile e aperto, si sia piegato per convenienza politica o debolezza caratteriale ai diktat dei suoi sciagurati sodali. Ma neanche in extremis quei tristi signori hanno voluto smentirsi, e stamattina, alla presentazione della ventinovesima edizione del Festival, che da quest'anno si chiamerà Tglff (Torino Gay & Lesbian Film Festival) e si terrà dal 30 aprile al 6 maggio, secondo un mesto e ormai trito copione non si è avvistato alcun esponente dell'ormai ex governo regionale. Mancava anche il sindaco Fassino. Ho chiesto cortesemente le ragioni dell'assenza all'assessore Braccialarghe e al presidente della Commissione cultura Luca Cassiani, che rappresentavano il Comune. Mi hanno risposto che il sindaco aveva un altro impegno (a Roma, penso), e Braccialarghe ha voluto precisare che la posizione di Fassino contro ogni rigurgito di omofobia non è mai stata in discussione, e che l'operato dell'amministrazione in quel senso è continuo e incondizionato. Cose di cui peraltro non dubito. Tuttavia, se posso esprimere un mio personale parere, proprio in un momento come questo, mentre si rinnovano episodi decisamente disdicevoli, sarebbe stato bello, da parte del sindaco, rinunciare a qualsiasi appuntamento, fosse pure di vitale importanza, pur di essere comunque presente. Ciò detto, aggiungo che Cassiani ha stigmatizzato con parole di fuoco l'atteggiamento della Regione, che ha definito "vergognoso" aggiungendo: "Spero che dal 25 maggio cambi questo atteggiamento". Parole sante. Mi sembra però avvilente che, per "cambiare atteggiamento" su essenziali questioni di civiltà, sia ancora necessario aspettare le elezioni. Ci sono standard minimi di rispetto degli altri (e pure di se stessi...) che non possono più essere appannaggio di una parte politica. E' come se ogni volta si dovesse votare per stabilire che non si fanno le puzzette in pubblico.
Ad ogni modo: massimo rispetto a Comune (e Provincia) che compaiono, insieme con Museo del Cinema e Direzione Generale per il Cinema, tra i patrocinatori della rassegna diretta da Giovanni Minerba. E massimo rispetto anche a sponsor e partner tecnici, dalla Fondazione Crt all'Ufficio culturale dell'Ambasciata di Israele, dall'Alliance Française al governo brasiliano, dalla Klm al Circolo dei Lettori, a Qc Terme, QWay, L'Altra Comunicazione, Gorilla Perfumes, Sub-Ti, Mirafiori Village, Ied, RV! e Fred. Li cito tutti perché se lo meritano. Il budget totale della rassegna - mi è stato detto dagli organizzatori - è sui 400 mila euro. E l'aspetto davvero grottesco è che in quei 400 mila euro ci sono anche i soldi della Regione, la quale, tramite l'assessorato alla Cultura, sovvenziona il Museo del Cinema: Museo che ha, fra i suoi compiti istituzionali, il coordinamento e il finanziamento di numerosi festival torinesi, Tglff incluso. Insomma, negare il patrocinio è stato null'altro che una gradassata borbonica ("facite 'a faccia feroce"), non si sa se più inutile o più volgare.
I Perturbazione, probabili ospiti della prima serata del Tglff |
Vi anticipo però che gli ospiti musicali della sera d'inaugurazione - ospiti che Minerba in conferenza stampa non ha voluto annunciare perché restano da risolvere alcuni problemi logistici - saranno con ogni probabilità i Perturbazione. La band è ben decisa a esserci. C'è però da considerare la partecipazione del gruppo al concerto del Primo Maggio, a Roma, il giorno successivo l'apertura di Tglff. I Perturbazione dovrebbero trovarsi nella capitale il giorno prima, per le prove: suonare la sera a Torino implica un bell'incastro di voli. Comunque ieri sera ci li ho visti, e mi hanno detto che faranno il possibile e l'impossibile per non mancare. E' già certa invece l'ospite musicale della serata di chiusura, il 6 maggio: sarà Levante. La madrina del Festival sarà Ambra Angiolini. E il premio Dorian Gray alla carriera andrà alla regista Emma Dante. Restendo alla musica, c'è un'iniziativa con Reset Torino: 10 musicisti giovani suonaranno prima di alcune pellicole proiettate nella Sala 1 del Cinema Massimo.
Una bella iniziativa è, la mattina di domenica 4, la proiezione rivolta ai bambini e organizzata in collaborazione con la rivista "Giovani Genitori". Conoscendo i suoi pollastri, Minerba si è affrettato a precisare che il film presentato "sarà una pellicola adatta ai bambini". Precisazione che parrebbe inutile, non fosse per l'abbondanza di cretini tipica del nostro tempo. Aggiungo quindi, a beneficio di quella sfortunata categoria, che è in programma il film d'animazione della Pixar "Ribelle – The Brave". Trattasi di "una divertente e avventurosa favola che racconta le peripezie della principessa Merida, la quale si adatta mal volentieri alle regole che la tradizione le impone". Scommetto tuttavia che alla fine qualcuno non si terrà, e partirà un'interpellanza. Sembra pensarla come me l'assessore Ilda Curti, presente tra il pubblico, che ha commentato sospirando: "Vabbé, mi candido a rispondere io. Tanto ci sono abituata..."
Gabo ovviamente seguirà il Festival. Quest'anno Minerba mi ha chiesto di far parte della giuria dei lungometraggi, insieme con Paola Pitagora, Pippo Delbono, Ron Peck e Gal Uchovsky. Da eterosessuale e libertario convinto (sebbene talora deluso), sono commosso per quello che considero un onore e un privilegio. Cercherò di essere all'altezza.
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