Vabbé, dopo aver scritto per tutto il pomeriggio le mie solite minchiate (e d'altra parte, a ciascuno il suo: loro le fanno, io le scrivo...), una cosa seria. Stamattina ho scattato questa foto.
La spiego per i presbiti e i non torinesi. Sullo sfondo c'è il Municipio di Torino, con lo striscione contro il terrorismo, a seguito della strage di Tunisi. In basso a destra si distingue il mazzo di fiori deposto dalla comunità tunisina di Torino proprio sotto la lapide che celebra la nostra città medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza. La scritta sulla lapide comincia così: "Capitale e cuore di una regione guerriera, non piegò sotto l'urto ferrigno e per 19 mesi oppose invitta resistenza all'oppressore, sdegnando le lusinghe e ribellandosi alle minacce...".
In primo piano, la statua di Pelagio Palagi raffigura Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, nell'atto di debellare gli ottomani nella vittoriosa riconquista di Gallipoli.
Da vecchio giornalista innamorato della parola, stavolta riconosco che una fotografia può dire più di un editoriale.
Solo che non mi è ben chiaro cosa esattamente dica. Penso dipenda dai punti di vista.
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