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PICCOLO BUDGET, GRANDE FESTIVAL: ECCO SOTTODICIOTTO MODELLO DELLA CASA

Una scena di "Therapy", il secondo horror movie di Nathan Ambrosioni: il regista rivelazione, 17 anni, verrà a Sottodiciotto
Avrei una gran voglia di pubblicarlo integrale, il programma di Sottodiciotto Film Festival & CampusNon per scansare il lavoro, ma perché lo trovo, quest'anno più che mai, esemplare. Però è pesantissimo, dovrei fare una fatica del boia per editarlo, e comunque lo trovate tutto sul sito, quindi evito.
Invece alcune cose devo e posso dirle.

Non è un segreto per nessuno, quanto io stimi Sottodiciotto. Da tempo immemorabile scrivo che è il vero erede di Cinema Giovani, e regolarmente mi indigno perché a mio avviso gli enti pubblici lo sostengono economicamente assai meno di quanto merita; e non solo per il lavoro essenziale che svolge, tutto l'anno, tra i ragazzi e per i ragazzi delle scuole e, da quest'anno, dell'università. Sottodiciotto vale anche in sé, come festival, a prescindere dalla funzione educativa. Da sempre offre occasioni di grande cinema, anteprime, retrospettive e eventi speciali di alta qualità e gusto eccellente.
E tutto questo lo fa con un budget totale che quest'anno stenta a toccare i 180 mila euro, ma che in passato, complici i tagli dissennati del Comune, era sceso fino a quota centomila.

Sottodiciotto esce dall'adolescenza

Ik direttore e il suo vice; Steve Della Casa e Fabrizio Accatino
L'arrivo alla direzione di Steve Della Casa, con il suo fido coboldo Fabrizio Accatino alla vicedirezione, ha però dato una marcia in più a una manifestazione che dal 1° al 7 dicembre affronta orgogliosamente la sua diciassettesima edizione, e che già il prossimo aprile celebrerà la diciottesima nella nuova  - e definitiva - collocazione primaverile.
Il super impegno di organizzare due festival a distanza di appena quattro mesi non ha spaventato i due prodi: hanno lasciato all'edizione d'aprile l'ampio e strategico settore del concorso per le scuole, puntando a offrire Sottodiciotto come meta privilegiata delle gite scolastiche; e hanno preparato per dicembre un programma extra-lusso nei contenuti (non certo nel budget) che diventa un'ideale prosecuzione con altri mezzi dell'appena concluso Tff. 
Insomma, Sottodiciotto è in piena evoluzione: d'altra parte, a diciassette anni si comincia - diciamo che taluni cominciano - a uscire dall'adolescenza per diventare - si spera - adulti. Quest'anno ha aggiunto al nome quell'appendice "& Campus" che sta a indicare l'allargamento al mondo degli universitari. Fabrizio Accatino si lascia sfuggire che il nome potrebbe ancora mutare, seguendo le mutazioni in atto nel festival. Un festival che pare destinato a ricoprire un ruolo sempre più centrale nel sistema cinema torinese.
I Foxhound al Cap 10100 il 1° dicembre per l'omaggio ai Velvet Underground

Un festival crossover

Della Casa e Accatino stanno infatti trasformando Sottodiciotto in un "festival crossover", che mescola il cinema alle altre passioni giovanili, dalla musica al fumetto: ed ecco infatti la formidabile inaugurazione al Cap 10100, il 1° dicembre, con il concertone "Shock in my town", che chiama tre generazioni dii musicisti torinesi, da Lalli ai Subsonica, ai Foxhound, a misurarsi con il mito dei Velvet Underground; ed ecco la mostra per i trent'anni di Dylan Dog alla Pinacoteca Albertina, che nello scorso weekend, il primo d'apertura, ha registrato oltre duemila presenze, una cifra davvero inconsueta per quel museo. Attorno alla mostra di Dylan Dog ci sarà una serie di incontri con autori e disegnatori "dylaniati".

Il tocco di Steve

Altri autori di comics saranno tra i protagonisti del focus sullo spaghetti-western (e qui c'è l'inconfondibile tocco di Steve) che schiera un autentico dream team con fumettisti come Paolo Eleuteri Serpieri, il poliedrico Gianfranco Manfredi, qui in  veste di autore di Magico Vento oltre che di Tex e Dylan Dog, e ancora il bonelliano Giovanni Ticci, e Giorgio Pedrazzi, per non dire del regista Enzo G. Castellari, un idolo degli appassionati di cult-movie (a cominciare da Tarantino che lo considera un Maestro) responsabile di memorabili western all'italiana, per non dire dei poliziotteschi  e di tanti altri film di genere.
Steve intervista Dario Argento, fotografati al Noir in Festival 
No, scusatemi, ma questo programma davvero mi entusiasma, perché tocca tutte le corde del mio immaginario: come non bastasse, arriva anche Dario Argento (un altro must di Steve Della Casa), per una serie di incontri con gli studenti e con il pubblico; nonché con un suo specialissimo ammiratore, il regista francese Nathan Ambrosioni, la nuova, giovanissima stella del cinema horror. Nathan ha spaccato girando e distribuendo all'età di 14 anni, diconsi quattordici, "Hostile", il suo primo lungometraggio (che fu anche premiato al ToHorror Festival 2015); e adesso che di anni ne ha appena diciassette, viene a Torino per presentare il suo nuovo lavoro, "Therapy". E naturalmente per conoscere il suo idolo Dario Argento.
Cartoons d'artista: Nespolo presenta la serie d'animazione creata per Yo Yo
E ho appena cominciato. Poi c'è l'incontro con Roberto Saviano al Colosseo, il 3 dicembre, e sempre al Colosseo lo spettacolo di Alessandro D'Avenia su Leopardi, con la regia di Gabriele Vacis.
A proposito dei nomi famosi coinvolti in Sottodiciotto, Della Casa ha un suo punto di vista, che ben si applica anche alla vexata quaestio red carpet sì-red carpet no che tanto appassiona i commentatori del Torino Film Festival: "E' un falso problema: il personaggio famoso ha senso se viene per dare un contributo di idee al Festival, non per una passerella fine a se stessa. Ma dove sta scritto che se uno è famoso automaticamente non ha niente di intelligente da dire?".

E non dimenticate che ci sono anche i film...

A furia di parlare di cose molto crossover, rischio di trascurare i film. Il che, trattandosi di film festival, sarebbe grave. Ancor più grave dato che la scelta è di prima qualità. Sono previste cento proiezioni, otto anteprime, dodici inediti, un restauro, e una selezione di titoli che arrivano dai migliori festival mondiali, in primis il Sundance. Aggiungo, fra gli highlights, la nuova serie d'animazione firmata per Rai Yo Yo da Ugo Nespolo; una raffinatissima retrospettiva dedicata alla casa di produzione russa Sojuzmul'tfil'm; i corti mai visti che produceva Dario Argento negli Anni Settanta. In più, c'è il consueto, infinito programma di proiezioni nelle scuole di tutta la città, in centro come in periferia, e non per ossequio al potente di turno bensì perché questo è da sempre lo stile di Sottodiciotto.
Così come appartiene ormai al Dna del Festival l'apertura alle altre realtà: per questa edizione Sottodiciotto ha intessuto una rete di collaborazioni ancor più fitta del solito, che va dal Circolo dei Lettori al Museo della Resistenza, dall'Università alle biblioteche, dalla Rai al Museo del Cinema, a Film Commission, Flowers Festival, Centro Sperimentale di Cinematograifia, oltre l'assessorato all'Istruzione che tramite Iter è il partner storico del Festival.
Oh, ragazzi, dimenticavo: tutto questo bendiddio è gratis. Tutto, concertone e spettacoli teatrali compresi.

A proposito di progetti innovativi...

Ecco, ho buttato giù un po' di cose. Non tutte. Diciamo quelle che mi piacciono di più. 
Ma ciò che davvero mi premeva dire è che Sottodiciotto è ormai un modello di quei "festival multidisciplinari" di cui tutti farneticano e che pochi fanno, suppongo perché non hanno idea di come farli. E scusatemi tanto, sarò deviato dalla solidarietà anagrafica, nonché dalla smodata passione per gli spaghetti-western e i fumetti e altre pinzellacchere: però ho la netta sensazione che in questa città dove si blatera continuamente di progetti innovativi che alla fine innovano staminchia o poco più, e dove pullulano i giovani genii incompresi ansiosi di mettersi finalmente il culo al caldo, il festival più giovane e innovativo in città se lo è inventato un ultrasessantenne.
Sicché mi nasce il sospetto che il talento, la preparazione, l'esperienza e l'ntelligenza (soprattutto l'intelligenza...) contino di più della carta d'identità.

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