Questo mi piace, perché la mia insofferenza verso i pomposi coglioni che danno aria ai denti e spiattellano minchiate senza sapere di che cosa stanno blaterando ha ormai raggiunto livelli stratosferici. Quindi, con particolare entusiasmo ricevo e volentierissimo pubblico quanto segue:
L’abito non fa il monaco. Con la cultura non si mangia. Le donne non sanno guidare. Le ideologie sono morte. Gli immigrati ci rubano il lavoro. L’islam è intollerante. Chi si ferma è perduto. La mafia è invincibile. I politici sono tutti ladri. La rete non ha padroni. Il Sud vive alle spalle del Nord. Gli uomini sono tutti uguali...
Sono solo alcuni dei pregiudizi e dei luoghi comuni che vengono rovesciati e smontati nel volume appena pubblicato da Laterza “Il pregiudizio universale”. Firme prestigiose come Corrado Augias, Zygmunt Bauman, Piercamillo Davigo, Elasti, Paolo Fresu, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Luca Mercalli, Gino Roncaglia e Ignazio Visco sfatano credenze condivise, ma non fondate su una vera informazione.
“Il pregiudizio universale” viene presentato per la prima volta a Torino, nei locali della Chiesa di San Giuseppe giovedì 1 dicembre (ore 21 - via Santa Teresa 22), in una serata organizzata dalla libreria Il Ponte sulla Dora e Madian Orizzonti.
L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Introducono l'incontro l'editore Giuseppe Laterza e Padre Antonio Menegon, religioso camilliano. Coordina Bruno Gambarotta, con letture a cura di Monica Bonetto.
Protagonisti alcuni degli autori torinesi (e non solo) che hanno fornito il loro contributo al volume con riflessioni che ripropongono durante la serata. Lo scrittore Giuseppe Culicchia sfaterà il luogo comune che ci fa credere che “Per pubblicare un libro occorrono le conoscenze giuste”. Lo storico Massimo Firpo smentirà la credenza che “L'arte non c'entra con la politica”. Lo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro, confuterà i luoghi comuni per i quali “La letteratura italiana è morta”. Il titolare della libreria Il Ponte Sulla Dora, Rocco Pinto, si confronterà con il pregiudizio secondo cui “Il web uccide le librerie”. E nemmeno è vero che “Di mamma ce ne è una sola”, come spiegherà l'antropologo Francesco Remotti. Un colpo a un'altra nostra radicata credenza arriverà dalla sociologa Chiara Saraceno: svelerà che non è proprio vero che “La famiglia è un valore”.
L’abito non fa il monaco. Con la cultura non si mangia. Le donne non sanno guidare. Le ideologie sono morte. Gli immigrati ci rubano il lavoro. L’islam è intollerante. Chi si ferma è perduto. La mafia è invincibile. I politici sono tutti ladri. La rete non ha padroni. Il Sud vive alle spalle del Nord. Gli uomini sono tutti uguali...
Sono solo alcuni dei pregiudizi e dei luoghi comuni che vengono rovesciati e smontati nel volume appena pubblicato da Laterza “Il pregiudizio universale”. Firme prestigiose come Corrado Augias, Zygmunt Bauman, Piercamillo Davigo, Elasti, Paolo Fresu, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Luca Mercalli, Gino Roncaglia e Ignazio Visco sfatano credenze condivise, ma non fondate su una vera informazione.
“Il pregiudizio universale” viene presentato per la prima volta a Torino, nei locali della Chiesa di San Giuseppe giovedì 1 dicembre (ore 21 - via Santa Teresa 22), in una serata organizzata dalla libreria Il Ponte sulla Dora e Madian Orizzonti.
L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Introducono l'incontro l'editore Giuseppe Laterza e Padre Antonio Menegon, religioso camilliano. Coordina Bruno Gambarotta, con letture a cura di Monica Bonetto.
Protagonisti alcuni degli autori torinesi (e non solo) che hanno fornito il loro contributo al volume con riflessioni che ripropongono durante la serata. Lo scrittore Giuseppe Culicchia sfaterà il luogo comune che ci fa credere che “Per pubblicare un libro occorrono le conoscenze giuste”. Lo storico Massimo Firpo smentirà la credenza che “L'arte non c'entra con la politica”. Lo scrittore Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro, confuterà i luoghi comuni per i quali “La letteratura italiana è morta”. Il titolare della libreria Il Ponte Sulla Dora, Rocco Pinto, si confronterà con il pregiudizio secondo cui “Il web uccide le librerie”. E nemmeno è vero che “Di mamma ce ne è una sola”, come spiegherà l'antropologo Francesco Remotti. Un colpo a un'altra nostra radicata credenza arriverà dalla sociologa Chiara Saraceno: svelerà che non è proprio vero che “La famiglia è un valore”.
Evviva. Oggi mi sento meno solo.
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