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OK, PER LA FONDAZIONE E' CIBRARIO. GALATEO A PARTE


Maurizio Cibrario
Va bene, possiamo togliere il punto interrogativo. Salvo cataclismi, sarà Maurizio Cibrario il nuovo presidente della Fondazione Torino Musei al posto della defenestrata in malo modo Patrizia Asproni.

Bon ton istituzionale

La decisione del Comune è stata comunicata agli altri soci della Fondazione dalla portavoce del trio Giordano, Francesca Leon, soltanto dopo che l'indiscrezione era stata lanciata da questo blog e successivamente ripresa dai giornali. Gli altri soci - che sono la Regione e le due fondazioni bancarie - ci sono rimasti alquanto di merda: un po' di bon ton istituzionale non guasterebbe, e una telefonata preventiva sarebbe stata gradita. Ma tant'è, il bon ton è un optional per chi ha difficoltà a distinguere il bicchiere dell'acqua da quelli del vino.
Si aprono così interessanti prospettive sul galateo istituzionale delle prossime nomine: una franca e sbarazzina gara di rutti potrebbe risolvere, ad esempio, la questione del direttore del Museo del Cinema

Amiche per la pelle: i consigli di Evelina

Zingarata fra amici: la consegna del premio Torinese dell'Anno. Da sin. Ilotte
(Camera di Commercio), madamin Appendino, il Chiampa e Evelina Christillin
Peraltro sul nome nessuno ha nulla da obiettare, perché Maurizio Cibrario, ex presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Culturali e boss della Martini & Rossi, è persona stimata e rispettata, di qualità ed esperienza, senza connotazioni partitiche. 
Non a caso, mi dicono, a suggerirlo sarebbe stata Evelina Christillin, che dopo le iniziali prudenze è diventata la migliore amica di Chiara Appendino, nonché - sostengono persone informate dei fatti - sua ascoltata consigliera. Grande realpolitik. 
Ciò potrebbe suscitare nel principale azionista del trio Giordano in una piccola crisi di gelosia, ma non mi pare grave. Stai sciallo, poi passa.

Adesso ci tocca la pantomima del bando?

Restano da chiarire due particolari, di secondaria importanza ma pittoreschi. 
Il primo: il trio Giordano indicherà ufficialmente Maurizio Cibrario senza tante sceneggiate, oppure si incaponirà nella non necessaria finzione del bando? Assisteremo alla ridicola manfrina del Comune che sciala tempo e danaro per scrivere un bando, e di un manager con più importanti incombenze che sciala altro tempo per rispondere? Oppure, bontà loro, ci risparmieranno ulteriori avanspettacoli e procederanno direttamente alla nomina?
Per favore, ragazzi e ragazze: capisco salvare le apparenze, ma c'è anche il senso del ridicolo...

Il neo-presidente batterà cassa?

Il secondo particolare da chiarire: Maurizio Cibrario, una volta presidente della Fondazione Musei, provvederà a esigere dal Comune gli oltre 6 milioni di contributi dovuti e non ancora pagati, o nell'operazione rientra anche una benevola dimenticanza?
Consola comunque che Maurizio Cibrario abbia ogni potenzialità per essere un buon presidente. Mi auguro che il suo primo pensiero (dopo aver battuto cassa al Comune) sia far ripartire le mostre degne di questo nome. 

Natale, mostra mia caschi male

Già, le mostre. Per la prima volta da alcuni anni Torino affronta la prova delle feste natalizie - periodo di punta per il turismo - senza un'offerta allettante per il grande pubblico.
Gran tocco di classe. Le baracchette fra Regio e Palazzo Madama, decorate
con carta da parati che riproduce i portici con un trompe l'oeil degno di certe
 case bure degli anni 80. Magari il turista crede che sono dei tempi dei Savoia
La mostra di Carol Rama alla Gam sta facendo numeri dignitosi, ma non da blockbuster, e non ne dubitavo; dal canto suo a Palazzo Madama il direttore Guido Curto si prodiga con piccole mostre low cost senz'altro interessanti (l'ultima, che vi consiglio, è quella su Emanuele D'Azeglio) ma onestamente non saranno quelle a richiamare le masse; e insomma, nel complesso quest'anno l'attrattività espositiva dei musei della Fondazione per Natale se la gioca con quella delle baraccopoli che assediano per l'appunto Palazzo Madama
Spiace dirlo: ma temo che stavolta, con simili premesse, sarà durissima battere i risultati del 2015. Conseguiti, scorno degli scorni, dalla deprecata Asproni.

Commenti

  1. Ma nella baraccopoli di Piazza Castello non dovevano essere vietati i generi alimentari di pronto consumo? Io ho visto vendere salamelle calde e cannelloni sbrodolanti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. CI HAI CREDUTO FACCIA DI VELLUTO!
      No, seriamente: lei ci ha mai creduto a quello che dicevano? Ma suvvìa...

      Elimina

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