Passa ai contenuti principali

SOSTIENE FOLK CLUB: FATTI, NON CIANCE

La Bandakadabra partecipa al benefit del 29 dicembre
Stavolta ricorro al "ricevo e volentieri pubblico" non perché non ho voglia di scrivere; bensì perché non saprei scrivere meglio. Questo comunicato che mi ha mandato Hiroshima lo sottoscrivo come cosa mia. 

Siccome a Torino da un po’ di tempo non ci facciamo mancare niente, è di questi giorni la notizia che il Folk Club ha problemi seri. Tanto seri da aver dimezzato il suo personale, ovvero da due a una persona. Esatto, il Folk Club, un’eccellenza nazionale della musica, conosciuta in tutta Italia è portata avanti da due persone che non riescono a farcela. Il Folk Club riesce con la sua attività forse a pagare uno stipendio standard (da Call Center per essere chiari) a una persona. E se mettiamo insieme un po’ di segni delle stelle, tipo la chiusura di Maison Musique e del Crel (Centro Regionale Etnografico Linguistico) con il suo archivio sonoro e cartaceo straordinario sempre collegati al Folk Club, il futuro è incerto per di più in uno scenario per la cultura cittadina molto complicato.
La reazione istintiva a questa notizia è stata quella di mettere in piedi subito una serata benefit, con una rappresentanza di artisti che negli anni hanno sostenuto, amato, fatto vivere il Folk Club e intendono continuare a farlo.
Questa cosa andava fatta ora. Sappiamo bene che si può fare meglio, con più tempo e cura, ma a Torino ormai siamo specializzati anche a “fare la punta al cazzo” e poi non capita nulla. 
Questo “Hiroshima for Folk Club” serve a diverse cose: la prima, immediata, è raccogliere soldi; la seconda è accendere i riflettori sul Folk Club e i suoi problemi; la terza è mostrare una solidarietà concreta, una coscienza del sistema culturale. In fondo la sua esistenza.
Quindi, il 29 dicembre a Hiroshima ci sono sul palco, ad ora: Mau Mau, Bandakadabra, Mimmo Locasciulli, Carlo Pestelli, Blu L'azard e altri che andiamo ad annunciare nelle prossime ore. Poi giù dal palco trovate in vendita anche il libro+disco su Cantacronache e il libro sul Folk Club di Franco Lucà. 
Il tutto a 10 euro. Ditelo ai vostri cari.

Applausi.
E mi giunge ora notizia che anche un gruppo di cantautori torinesi sta progettando una serata benefit, che si terrà al Folk Club il 7 gennaio. Al momento hanno aderito Cosimo Morleo (promotore), Orlando Manfredi, Pablo e il Mare.

Commenti

  1. Da frequentatore assiduo del FolkClub sono ovviamente molto preoccupato per le sorti del Club, e ben vengano tutte queste iniziative di sostegno, a cui certamente parteciperò. Spero però che, oltre a far aprire occhi (e portafoglio) all'Amministrazione comunale e regionale, servano anche a far riflettere il Folk Club su una serie di errori gestionali che secondo me ci sono stati negli ultimi anni. Il sostegno pubblico per questo tipo di attività è sicuramente imprescindibile, ma dal lato del Folk c'è stato secondo me anche una mancata capacità di adeguarsi alla situazione, arroccandosi su un atteggiamento del tipo "abbiamo sempre fatto così". Esempio banale: anche a sala piena, probabilmente l'incasso dei biglietti non è sufficiente a coprire tutti i costi. Però, vista la qualità eccelsa dei concerti, mi aspetterei che i posti fossero sempre tutti pieni zeppi. Invece molto spesso la sala è semivuota, secondo me anche per una errata gestione della comunicazione - ho portato al folk diversi nuovi soci, e nonostante fossero torinesi, non lo avevano mai sentito nominare (e invece, magari, conoscevano anche solo di nome il Jazz Club)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la