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FRINGE SENZA FRINGE

Furio Di Castri, direttore di Fringe
Scusatemi, nel gran bailamme ho trascurato di registrare il decesso ufficiale di Fringe, la sezione off del già defunto Torino Jazz Festival. Il direttore Furio Di Castri ha annunciato di ritirarsi dalla partita, "per motivi personali e valutazioni artistiche". 
In sostanza è successo questo: nei giorni scorsi la Map (Music Art Performers), ovvero l'associazione di cui fa parte anche Francesco Astore e che organizzava Fringe con la direzione artistica di Di Castri, si è incontrata con il Comune. Quelli del Comune hanno spiegato che secondo il loro progetto Fringe poteva rientrare nel quadro più ampio del "festival diffuso" che sarà Narrazioni Jazz, al quale parteciperanno numerose associazioni, ciascuna curando concerti e altri eventi nei quartieri.
Di Castri, pur senza sfanculare nessuno, ha ritenuto che ciò avrebbe snaturato il progetto di Fringe, e ha preferito chiamarsi fuori. L'associazione Map collaborerà comunque con il Comune per realizzare alcuni eventi di Narrazioni Jazz; ma non utilizzando il marchio Fringe, che appartiene a Di Castri. 
Insomma: come nel caso di Torino Jazz Festival, anche con Fringe si seguirà il principio (non so quanto vantaggioso dal punto di vista del marketing, ma di gran moda a Torino) di rinunciare al brand pur mantenendo una sostanza "tipo". Narrazioni Jazz sarà un festival "tipo Tjf" con concerti decentrati "tipo Fringe". Non ditelo a Claudio Bisio. E neanche a quelli della Bocconi.

Commenti

  1. Quindi, viste le performance recenti, possiamo dire che Appendino è un sindaco "tipo" Fassino.

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