Parigi e Leon, una Fondazione per due |
Considerati l'ora tarda e il periodo natalizio non mi esibirò in particolari approfondimenti. Questa storia ve la sto a raccontare da mesi, e delle prospettive del "nuovo corso" avevo già discusso la settimana scorsa con il presidente Cibrario.
Ma oggi trovo più fastidioso del solito il consueto tono d'enfatico autoincensamento che trasuda dal compiaciuto comunicato stampa congiunto di Regione e Comune.
Insomma, questi se la tirano ma in pratica hanno messo insieme la fame con la sete: un museo che non riescono a riaprire (il Museo di Scienze Naturali) con tre musei che non riescono a mantenere (Gam, Mao, Palazzo Madama). L'ideona nasce dalla Regione, ansiosa di appioppare l'eternamente chiuso Museo di Scienze alla Fondazione Torino Musei (sulle prime avevano pure vagheggiato un "polo scientifico", e a leggere la dichiarazione della Parigi direi che il pensierino resta...); ma decolla, l'ideona, quando il Comune se la rivende come la formuletta magica che salverà la stessa Ftm messa in ginocchio dai celebri e dissennati tagli municipali. In concreto, penso che la Regione ci metterà più soldi che in passato. Cominciato ha già cominciato, con i famosi cinquecentomila euro extra che intanto hanno salvato la biblioteca della Gam e pagato un po' di stipendi.
Purché funzioni... Ma vi prego di apprezzare la prosopopea delle dichiarazioni: e l'esperienza m'insegna che quando lorsignori pisciano così lungo, in genere va a finire malissimo.
Che il 2019 ci sia lieve.
E intanto beccatevi il trionfalistico bollettino del Pomodorino:
Costruire una efficace rete per la valorizzazione degli ingenti patrimoni storici e artistici del territorio torinese e piemontese, nel pieno rispetto delle rispettive identità, affidando il ruolo forte di promotrice di relazioni e di comunicazione alla Fondazione Torino Musei, allargandone il ruolo, è l’obiettivo che il consiglio direttivo della struttura di piazza Savoia ha assunto il 17 dicembre, modificando alcuni articoli del proprio statuto e che sono stati avallati in questi giorni dalla Giunta comunale e dalla Giunta regionale su proposta delle rispettive assessore alla Cultura.
Tra le principali novità introdotte vi è quella relativa alla denominazione dell'ente, ora "Fondazione Torino Piemonte Musei".
Si tratta di un progetto innovativo che trova concordi la Città e la Regione Piemonte e le fondazioni ex bancarie nel ritenere che una nuova mission della Fondazione possa favorire la creazione e lo sviluppo di reti tra i vari soggetti che già operano in tali ambiti (ecco, quando salta fuori la parola "reti" avverto puzza di guai... NdG) e una governance culturale condivisa (e volevi che ci facessimo mancare la "governance culturale condivisa"? Sia mai! NdG) tra amministrazioni diverse proprietarie di musei, beni e attività culturali, che dopo diciannove anni cambia radicalmente la propria struttura introducendo l’Assemblea dei Soci, un diverso equilibrio di poteri, redistribuiti tra il Consiglio Direttivo e il Presidente e l’istituzione di uno o più “comitati scientifici”, ampliando il raggio d’azione delle attività. (Con il vecchio Statuto, il Comune in quanto "Primo Fondatore" aveva una posizione di assoluta preminenza in Ftm rispetto a Regione e fondazioni bancarie: ma adesso bisognerà capire come cambia, 'sto equilibrio di poteri, perché di solito l'inghippo sta proprio in quel tipo di frasette buttate lì dai nostri furbetti. Che in compenso ci regalano l'immancabile momento comico promettendo i famosi "comitati scientifici" che alla Fondazione Torino Musei non sono mai riusciti a fare... NdG).
"L'allargamento del raggio d'azione della Fondazione Torino Musei è per noi un obiettivo strategico, che potrà rafforzare il nostro sistema museale e, più in generale, la valorizzazione dei beni culturali di Torino e del Piemonte, grazie alle importanti competenze già presenti all'interno dell'ente e a quelle che verranno consolidate - dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte - Particolare importanza avrà la messa a sistema del mondo dell'arte e di quello della scienza, grazie anche alla convenzione che verrà definita tra la Fondazione e il Museo Regionale di Scienze Naturali. Aspetti, questi, fondamentali, a cui abbiamo già iniziato a lavorare per ampliare l'offerta culturale e favorire uno sviluppo complessivo del sistema culturale esistente sul territorio".“In piena coerenza con quanto è previsto dal Codice dei Beni Culturali - sottolinea Francesca Leon - la trasformazione è finalizzata a una sempre più efficace gestione, conservazione e valorizzazione dei musei e dei luoghi culturali (detta così non saprei se considerarla una promessa o una minaccia... NdG). In questo quadro la Fondazione potenzia il proprio ruolo ponendosi come promotore di un sistema di relazioni non competitivo e non gerarchico ampliando visione e raggio del proprio campo di attività, creando molteplici economie di scopo e di scala: in tal senso possono essere proficuamente condivisi, con modalità e a livelli differenziati e coerenti con la singole situazioni e potenzialità, la programmazione delle attività di valorizzazione, la promozione, la formazione del personale, la comunicazione, la gestione dei servizi per il pubblico, la sicurezza e la gestione amministrativa”.
Le modifiche statutarie che definiscono la nuova mission della Fondazione Torino Piemonte Musei, senza fini di lucro e senza distribuzione di utili, prevedono tra i fondatori istituzionali il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
“La Fondazione persegue secondo gli indirizzi e le linee di politica culturale assunte dai fondatori, in coerenza e continuità con le funzioni storiche e le specifiche identità dei singoli musei di Torino e del Piemonte – sottolinea Leon - le finalità della conservazione, manutenzione e valorizzazione di beni culturali ricevuti o acquisiti a qualsiasi titolo, nonché della gestione e valorizzazione di organismi, attività museali e culturali”.
Tra le principali novità introdotte vi è quella relativa alla denominazione dell'ente, ora "Fondazione Torino Piemonte Musei".
Si tratta di un progetto innovativo che trova concordi la Città e la Regione Piemonte e le fondazioni ex bancarie nel ritenere che una nuova mission della Fondazione possa favorire la creazione e lo sviluppo di reti tra i vari soggetti che già operano in tali ambiti (ecco, quando salta fuori la parola "reti" avverto puzza di guai... NdG) e una governance culturale condivisa (e volevi che ci facessimo mancare la "governance culturale condivisa"? Sia mai! NdG) tra amministrazioni diverse proprietarie di musei, beni e attività culturali, che dopo diciannove anni cambia radicalmente la propria struttura introducendo l’Assemblea dei Soci, un diverso equilibrio di poteri, redistribuiti tra il Consiglio Direttivo e il Presidente e l’istituzione di uno o più “comitati scientifici”, ampliando il raggio d’azione delle attività. (Con il vecchio Statuto, il Comune in quanto "Primo Fondatore" aveva una posizione di assoluta preminenza in Ftm rispetto a Regione e fondazioni bancarie: ma adesso bisognerà capire come cambia, 'sto equilibrio di poteri, perché di solito l'inghippo sta proprio in quel tipo di frasette buttate lì dai nostri furbetti. Che in compenso ci regalano l'immancabile momento comico promettendo i famosi "comitati scientifici" che alla Fondazione Torino Musei non sono mai riusciti a fare... NdG).
"L'allargamento del raggio d'azione della Fondazione Torino Musei è per noi un obiettivo strategico, che potrà rafforzare il nostro sistema museale e, più in generale, la valorizzazione dei beni culturali di Torino e del Piemonte, grazie alle importanti competenze già presenti all'interno dell'ente e a quelle che verranno consolidate - dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte - Particolare importanza avrà la messa a sistema del mondo dell'arte e di quello della scienza, grazie anche alla convenzione che verrà definita tra la Fondazione e il Museo Regionale di Scienze Naturali. Aspetti, questi, fondamentali, a cui abbiamo già iniziato a lavorare per ampliare l'offerta culturale e favorire uno sviluppo complessivo del sistema culturale esistente sul territorio".“In piena coerenza con quanto è previsto dal Codice dei Beni Culturali - sottolinea Francesca Leon - la trasformazione è finalizzata a una sempre più efficace gestione, conservazione e valorizzazione dei musei e dei luoghi culturali (detta così non saprei se considerarla una promessa o una minaccia... NdG). In questo quadro la Fondazione potenzia il proprio ruolo ponendosi come promotore di un sistema di relazioni non competitivo e non gerarchico ampliando visione e raggio del proprio campo di attività, creando molteplici economie di scopo e di scala: in tal senso possono essere proficuamente condivisi, con modalità e a livelli differenziati e coerenti con la singole situazioni e potenzialità, la programmazione delle attività di valorizzazione, la promozione, la formazione del personale, la comunicazione, la gestione dei servizi per il pubblico, la sicurezza e la gestione amministrativa”.
Le modifiche statutarie che definiscono la nuova mission della Fondazione Torino Piemonte Musei, senza fini di lucro e senza distribuzione di utili, prevedono tra i fondatori istituzionali il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
“La Fondazione persegue secondo gli indirizzi e le linee di politica culturale assunte dai fondatori, in coerenza e continuità con le funzioni storiche e le specifiche identità dei singoli musei di Torino e del Piemonte – sottolinea Leon - le finalità della conservazione, manutenzione e valorizzazione di beni culturali ricevuti o acquisiti a qualsiasi titolo, nonché della gestione e valorizzazione di organismi, attività museali e culturali”.
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