La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di 26 persone al termine nell'inchiesta sulla vecchia gestione del Salone del Libro. Tra i destinatari del provvedimento figurano l'ex sindaco di Torino, Piero Fassino, gli ex presidenti della Fondazione del libro Rolando Picchioni e Giovanna Milella, l'ex assessore regionale alla Cultura della giunta Chiamparino, Antonella Parigi. Le ipotesi di reato variano dal peculato alla turbativa d'asta. (Ansa)
Non mi dilungherò sulla notizia, limitandomi per completezza d'informazione ad aggiungere che si va invece verso il proscioglimento per l'ex assessore Coppola; e che sono cadute le accuse di turbativa d’asta per la Parigi e Alberto Ansaldi (amministratore di Dmo) legate alla nomina di Maria Elena Rossi a direttore generale di Dmo Piemonte Marketing Scarl, l’agenzia turistica della Regione.
I 26 rinvii a giudizio sono la naturale conclusione di una vicenda della quale mi sono a lungo occupato, per tanti anni, e questo l'ho scritto già al momento della chiusura delle indagini, a gennaio, per cui non potrei scrivere nulla di diverso da quanto scritto allora, e negli anni passati. Mi limito a ricordare ancora una volta, per comodità del lettore e per la serie "te l'avevo detto", i principali post che ho dedicato a queste vicende. Se c'è qualcuno interessato a capirci qualcosa, al di là delle improvvisazioni del momento, potrebbe essere una lettura interessante. Un riassunto delle traversie del Salone nel periodo oggetto dell'inchiesta della procura lo trovate in "E' stato Picchioni! Un post su ciechi, sordi, fessi e smemorati", dell'ottobre 2015. Un altro riassunto, con link a vari post pubblicati fra il 2014 e il 2016, lo trovate in "Il Salone non risparmia nessuno" dell'8 gennaio 2018, quando vennero emessi gli avvisi di garanzia per Fassino e Parigi.
Quanto al dossier infinito sui rapporti fra Gl Events, Salone del Libro e istituzioni pubbliche, cito tra gli altri i seguenti post:
"Come ho ucciso il Salone" (21 settembre 2016)
"Eventualmente ci sarà un motivo" (10 settembre 2016)
"Perché il Salone al Lingotto?" (21 gennaio 2016)
"Cvd: Gl si becca il Salone" (9 dicembre 2015)
"La minchiata perfetta" (13 settembre 2015)
"Il Salone al Lingotto, costi quel costi" (10 ottobre 2014)
"Lingotto-Salone: Fassino media con il coltello alla gola" (2 ottobre 2014)
"In gita al PalaAlpitour: il Salone visita la sua nuova casa" (30 settembre 2014).
Non ho niente da aggiungere. Sulle responsabilità individuali dei 26 rinviati a giudizio deciderà la magistratura, separando il grano dal loglio, i colpevoli dagli innocenti, chi s'è esposto per salvare il Salone e chi ci ha marciato per i fattacci suoi. Io un'idea precisa ce l'ho: dopo tanti anni trascorsi a scavare dentro tante miserie non potrei non averla. Ma non la scriverò neppure sotto tortura: sono un cronista, non un giudice e neppure un questurino.
Non mi dilungherò sulla notizia, limitandomi per completezza d'informazione ad aggiungere che si va invece verso il proscioglimento per l'ex assessore Coppola; e che sono cadute le accuse di turbativa d’asta per la Parigi e Alberto Ansaldi (amministratore di Dmo) legate alla nomina di Maria Elena Rossi a direttore generale di Dmo Piemonte Marketing Scarl, l’agenzia turistica della Regione.
I 26 rinvii a giudizio sono la naturale conclusione di una vicenda della quale mi sono a lungo occupato, per tanti anni, e questo l'ho scritto già al momento della chiusura delle indagini, a gennaio, per cui non potrei scrivere nulla di diverso da quanto scritto allora, e negli anni passati. Mi limito a ricordare ancora una volta, per comodità del lettore e per la serie "te l'avevo detto", i principali post che ho dedicato a queste vicende. Se c'è qualcuno interessato a capirci qualcosa, al di là delle improvvisazioni del momento, potrebbe essere una lettura interessante. Un riassunto delle traversie del Salone nel periodo oggetto dell'inchiesta della procura lo trovate in "E' stato Picchioni! Un post su ciechi, sordi, fessi e smemorati", dell'ottobre 2015. Un altro riassunto, con link a vari post pubblicati fra il 2014 e il 2016, lo trovate in "Il Salone non risparmia nessuno" dell'8 gennaio 2018, quando vennero emessi gli avvisi di garanzia per Fassino e Parigi.
Quanto al dossier infinito sui rapporti fra Gl Events, Salone del Libro e istituzioni pubbliche, cito tra gli altri i seguenti post:
"Come ho ucciso il Salone" (21 settembre 2016)
"Eventualmente ci sarà un motivo" (10 settembre 2016)
"Perché il Salone al Lingotto?" (21 gennaio 2016)
"Cvd: Gl si becca il Salone" (9 dicembre 2015)
"La minchiata perfetta" (13 settembre 2015)
"Il Salone al Lingotto, costi quel costi" (10 ottobre 2014)
"Lingotto-Salone: Fassino media con il coltello alla gola" (2 ottobre 2014)
"In gita al PalaAlpitour: il Salone visita la sua nuova casa" (30 settembre 2014).
Non ho niente da aggiungere. Sulle responsabilità individuali dei 26 rinviati a giudizio deciderà la magistratura, separando il grano dal loglio, i colpevoli dagli innocenti, chi s'è esposto per salvare il Salone e chi ci ha marciato per i fattacci suoi. Io un'idea precisa ce l'ho: dopo tanti anni trascorsi a scavare dentro tante miserie non potrei non averla. Ma non la scriverò neppure sotto tortura: sono un cronista, non un giudice e neppure un questurino.
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