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STATISTICHE E REALTA': AI BEI TEMPI, QUANDO C'ERA IL CINEMA...

Fra tanti dati del 2018 e 2017, finalmente una slide che si riferisce al presente: il tracollo dei cinematografi

Già lo sapevo, che non valeva la pena di sbattersi tanto per la telepresentazione al Torino Film Industry della famosa ricerca dell'Osservatorio Culturale su cinema e audiovisivo in Piemonte. Ho già avuto l'occasione di sottolineare che questi rapporti dell'Osservatorio hanno sovente il pregio di scoprire l'acqua calda, tipo che la pandemia ha gravemente danneggiato il settore della cultura e dello spettacolo. Né potrebbe essere altrimenti, trattandosi di rapporti sull'esistente e non di letture di tarocchi sul futuro. 
Il problema, semmai, è che taluni rapporti - come ad esempio questo su cinema e audiovisivo - si basano almeno in parte su dati antidiluviani (peggio: precovidiani), del 2018 o addirittura del 2017: considerato lo sconquasso di quest'anno infame, tanto valeva usare i numeri del 1970. o quelli del 1920 (anzi, no: nel 1920 il cinema a Torino era ancora fiorentissimo). In effetti, per stessa ammissione dell'Osservatorio la ricerca è cominciata nel 2019: poi è arrivato il covid e si vede che hanno cercato di dare una rinfrescata alla relazione, ma la ciccia resta quella. Voglio dire: sai che ci frega di sapere quanto hanno lavorato gli attori nel 2018, considerato che nel 2020 non hanno lavorato per niente...
In compenso i rapporti sono utili in quanto raccolgono in un corpus unico una quantità di dati: ciò costituisce senz'altro un sussidio per i pomposi "decisori" che in genere tendono a decidere senza sapere né capire una mazza di ciò che stanno decidendo.
Comunque i numeri non fanno male, a condizione di saperli leggere e valutare. E in genere son meno dannosi delle chiacchiere. Certo, se poi i sapienti decisori decidono, in base a una ricerca sul cinema com'era due anni fa, che il settore oggi vive un'età dell'oro e tutto va bene madame la marquise, beh, allora son cazzi amari. E' pur vero che servirebbero delle teste di rapa sesquipedali per giungere a simili conclusioni, ma con certi personaggetti che ci sono in giro non si può mai stare tranquilli.
Tutto ciò premesso, faccio il mio dovere di bravo cronista, e volentieri pubblico la sintesi della ricerca. 

La filiera dell’audiovisivo in Piemonte

L'indagine, iniziata nel 2019, ha lo scopo di ricostruire il quadro dell’industria dell’audiovisivo piemontese e del ruolo che Film Commission Torino e Piemonte riveste in questa filiera. Il 2020 però non è stato un anno “normale”
(ma va? NdG): l’emergenza covid 19 ha completamente ridefinito le coordinate dei comportamenti sociali, dell’economia globale e naturalmente delle industrie culturali e creative. L’Osservatorio Culturale del Piemonte ha quindi da subito attivato un monitoraggio su quelli che sono gli impatti diretti più evidenti, ma è ancora prematura una valutazione complessiva sugli effetti che si sono riverberati in tutto il settore della cultura e – nel nostro caso – nel mondo dell’audiovisivo.

Imprese di produzione, post-produzione e distribuzione

L’ultimo dato disponibile (2017) registra 370 imprese di questo settore in Piemonte, pari al 5,8% del totale nazionale, in costante crescita dal 2014. In questo segmento, dove operano circa 1.000 addetti (il 3,8% del totale italiano), prevalgono forme organizzative agili: il 55,4% è rappresentato da imprenditori individuali o liberi professionisti, il 26,5% da srl. Non mancano tuttavia realtà più strutturate: il 26% delle imprese all’interno del campione individuato per l’indagine occupa più di 10 addetti, mentre il 9% supera il milione di euro di ricavi.
Nel 2018, hanno generato un valore aggiunto di 17,3 milioni di euro che risulta dalla somma di quanto realizzato dalle imprese di produzione e di post produzione (15,6 milioni di euro) e dalle imprese di distribuzione (1,7 milioni di euro).
Il sistema è in grado di fornire un variegato insieme di competenze che toccano i settori principali della produzione audiovisiva. Le specializzazioni prevalenti sono documentari e cortometraggi, rispettivamente coperte dal 77% e dal 52% dei soggetti presenti nel database di Film Commission Torino e Piemonte.

Attività di programmazione e trasmissioni televisive

In Piemonte risiedono 41 imprese, pari al 5,3% del totale nazionale, decisamente più strutturate rispetto all’insieme precedente: il 56,1% è costituito infatti da srl, il 14,6% da imprese individuali o liberi professionisti. Più complessa invece la stima di chi lavora nella televisione: la sede Rai di Torino - che ha un peso occupazionale non indifferente – presiede attività che vanno oltre il perimetro di questo studio, come la produzione musicale e radiofonica. Tuttavia si può stimare la presenza di un totale di 1.150 addetti, il 5,4% del totale nazionale. Il valore aggiunto prodotto si stima pari a 19,4 milioni di euro.

Le sale cinematografiche

Nel 2018 si contavano 246 schermi cinematografici in Piemonte. L’offerta, misurata in numero di schermi e non di sale, è cresciuta del 7% fra 2014 e 2018 ma è estremamente concentrata, se pensiamo che il 50% degli schermi si trova nell’area metropolitana di Torino. Quattro grandi catene multisale detengono la metà del mercato, anche se vi sono alcune sale indipendenti che per ricavi e ingressi raggiungono risultati simili a quelli dei grandi circuiti nazionali. Il valore aggiunto totale del settore è pari a 4,9 milioni di euro.
In Piemonte quasi la metà dei residenti sopra i 6 anni si reca al cinema almeno una volta all’anno: non siamo fra le prime regioni italiane, anche se registriamo tassi più elevati rispetto al resto d’Italia. I consumi sono molto concentrati: oltre il 70% degli ingressi è stato realizzato dal 10% delle pellicole proposte. In media, nel periodo osservato in questo studio, sono stati staccati 7,2 milioni di biglietti all’anno, per un incasso di 44,9 milioni; come nel resto del Paese, dal 2017 si è riscontrata una forte flessione.
La pandemia ha profondamento colpito l’attività degli esercizi cinematografici
(ma sul serio? Oh basta là, chi l'avrebbe mai detto! NdG). Oltre al lockdown e agli ingressi regolati, il settore sconta una minore propensione del pubblico a frequentare luoghi di aggregazione e l’impoverimento dell’offerta (l’uscita in sala delle principali produzioni italiane e internazionale è stata posticipata al 2021). Nel periodo di riapertura dal 15 giugno al 26 ottobre, oltre il 20% delle sale presenti sul territorio nazionale non ha riaperto. Gli effetti si riverberano inoltre su tutta la filiera: fornitori di bevande e snack, fornitori di contenuti satellitari per il cinema, concessionarie di pubblicità e agenzie di comunicazione, imprese di servizi e forniture tecniche.

Gli attori

Questa è una professione rispetto alla quale è impossibile stabilire il confine fra audiovisivo e spettacolo dal vivo: pur essendoci differenze fra teatro e cinema (o pubblicità), buona parte degli attori è disponibile a lavorare in entrambi i territori. I dati Inps, pertanto, non arrivano a circoscrivere il fenomeno al mondo dell’audiovisivo ma possono fornire indicazioni di massima sullo stato occupazionale in questo settore, fra i liberi professionisti.
Nel 2018 il totale degli attori in Piemonte era pari a 792: ogni anno in media ciascun attore lavora 27,9 giornate con una retribuzione media per giornata pari a 173,8 euro
(come dire che se la passavano male prima, figurarsi adesso... NdG). La retribuzione complessiva supera quindi i 3,8 milioni di euro. Film Commission Torino e Piemonte presenta sul sito fctp.it 195 attrici/attori, dedicando a ciascuno di loro una pagina con curriculum e informazioni dettagliate.

L’attività di Film Commission Torino e Piemonte

Film Commission Torino e Piemonte nasceva venti anni fa con lo scopo di promuovere il territorio come polo di eccellenza per le produzioni audiovisive, attraendo produzioni italiane e internazionali. I benefici generati dall’arrivo di una produzione sono noti in letteratura: si innescano investimenti sul territorio, aumenta la richiesta di professionalità, con una ricaduta positiva su occupazione e redditi.
“The King’s Man – le origini” (M. Vaughn, in uscita nel 2020) è uno fra gli ultimi casi, in ordine cronologico. Durante le 12 settimane di preparazione e le 2 di riprese sono stati coinvolti 100 professionisti locali e 1.400 figuranti – oltre ai 400 membri della troupe - con una ricaduta sul territorio stimabile intorno a 5 milioni di euro. Gli impatti non sono circoscritti all’economia, anche l’immagine di un territorio e il suo appeal turistico possono venire influenzati positivamente
Negli anni Film Commission ha sostenuto più di 1.300 progetti attraverso un ampio ventaglio di strumenti di supporto logistico e organizzativo. I “moduli ospiti”, spazi di lavoro a disposizione delle produzioni, che occupano oltre il 50% della superficie della sede, rappresentano un sostegno essenziale alla realizzazione dei progetti in loco e sono un caso quasi unico a livello nazionale. Il catalogo di oltre 700 location per le riprese e il servizio di assistenza personalizzata alla ricerca dei luoghi, con un location manager dedicato, sono un’altra importante iniziativa per promuovere il Piemonte come set di ripresa. Film Commission, inoltre, mette a disposizione una ricca Production Guide, un database navigabile dove chi sia interessato a portare una produzione nel territorio può trovare informazioni e contatti di oltre 160 società, oltre 700 professionisti e oltre 2000 attori piemontesi.
Dal 2014 a oggi, Film Commission ha inoltre sostenuto 262 produzioni di imprese piemontesi attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto per un totale di € 2,6 milioni, tra cui spicca il Piemonte Doc Film Fund, bando dedicato ai documentari.
Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno di sviluppo e potenziamento delle attività ma la pandemia ha ridisegnato le prospettive; Film Commission ha dovuto quindi individuare e sperimentare nuove modalità di azione. Il sostegno economico alla filiera – oggi quanto mai fondamentale - è stato confermato e potenziato. Il Piemonte Doc Film Fund ha raggiunto quota 450.000 euro e la dotazione del Piemonte Film TV Development Film Fund è cresciuta del 20%.
Regione Piemonte, a fianco delle linee di finanziamento gestite da Film Commission, ha istituito il Piemonte Film TV Fund, con una dotazione di 4,5 milioni per il triennio 2018-2020, finalizzato ad attrarre sul territorio nuove imprese e favorire gli investimenti, così da generare esternalità positive sull’occupazione e sull’indotto.

Il sostegno al settore

Il sostegno pubblico al sistema audiovisivo in Europa è pratica diffusa. Secondo uno studio dell’European Audiovisual Observatory, il finanziamento pubblico diretto copre una quota pari al 29% del budget aggregato delle produzioni, a cui si aggiunge un altro 10% di agevolazioni fiscali.
Nel 2016, in Italia, è stato istituito il “Fondo per il cinema e l’audiovisivo” per favorire lo sviluppo e gli investimenti del cinema italiano, sostituendo e modificando la precedente linea di finanziamento erogata tramite Fus. Prevede l’erogazione di contributi diretti ma soprattutto si avvale dello strumento del credito d’imposta, di cui possono beneficiare soggetti che operano a ogni livello della filiera.

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