Domenica scorsa, 27 febbraio, si è conclusa alla Reggia di Venaria la mostra "Una infinita bellezza. Il Paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea", dopo 219 giorni di apertura dal 22 giugno 2021. Ieri finalmente mi hanno comunicato il dato delle presenze: i visitatori in totale sono stati 60.451. Un risultato senz'altro al di sotto dei meriti della mostra - che era oggettivamente bella, benché senza capolavori eclatanti - e delle aspettative. La media giornaliera delle presenze (276) è a dir poco deludente. Valga il confronto con le mostre del 2019, ultimo anno pre-covid (tenendo conto comunque che le medie giornaliere danno un quadro comparativo attendibile, essendo calcolate sui soli giorni di apertura effettivi). La mostra più visitata nel 2019 a Venaria fu, con 103.370 presenze, Easy Rider (con una media non straordinaria di 355 visitatori al giorno); a seguire, "Ercole e il suo mito", con 102.527 visitatori (media giornaliera 268) e "Art Nouveau" (102.340, media 360).
L'andamento al ribasso delle mostre è soltanto uno dei sintomi che mi inducono a parlare di "declino della Venaria" nell'articolo che potete leggere oggi sul Corriere. Articolo nel quale analizzo i risultati della Reggia - in termini di presenze - dal 2016 a oggi, e sollecito l'amministrazione regionale a intervenire per risollevare le sorti della Venaria che già abbiamo, prima di vagheggiarne una seconda.
Qui invece mi limito a segnalare - a riprova che "Un'infinita bellezza" era valida - che la sezione di arte contemporanea della mostra, curata da Guido Curto, verrà esposta presso il Museo del Paesaggio di Verbania a partire dal prossimo 2 aprile.
Qui invece mi limito a segnalare - a riprova che "Un'infinita bellezza" era valida - che la sezione di arte contemporanea della mostra, curata da Guido Curto, verrà esposta presso il Museo del Paesaggio di Verbania a partire dal prossimo 2 aprile.
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