E' andata bene, s'intende, per la Cultura; stento a immaginare, ma sarei curioso di sapere, cosa ne avrebbe fatto il filoputiniano Marry, indefesso sculacciatore di storici impertinenti, insonne fustigatore dei costumi, ispirato teologo, fine critico d'arte e a sua volta artista creativo, incompreso crociato dei diritti delle donne ed esperto di toponomastica, baluardo dell'ortodossia di genere nonché impavido condottiero anti-zecche.
Di certo il vispo Marry avrebbe regalato un vivace frisson a quanti oggi lamentano l'andamento lento (taluni direbbero impalpabile) della Vittoriona Poggio. Lo avevo detto e lo confermo: considerate le alternative incombenti, chi fa poco è mille volte preferibile a chi fa male. E di nuovo Cirio, con quella sua arietta da curato di campagna, ha risparmiato alla Cultura i danni estremi. Di nuovo: perché, rammento agli immemori, fino al ciriesco ripensamento in extremis, quell'assessorato era destinato alla sapienti cure di Roberto Rosso... E ancora una volta ricordatevi del Giusti.
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