Passa ai contenuti principali

O SOLDI O DIMISSIONI: IL DILEMMA DEL SALONE

In programmazione al cinema Salone
Se volete leggere questo post con un'adeguata colonna sonora cliccate qui.


Stavolta, nessuna nuova non è una buona nuova. Anzi: è pessima.
Oggi si è riunito il Consiglio d'Amministrazione del Salone del Libro, e non è successo niente. E niente doveva succedere: non muoverà foglia fino a dicembre, quando si chiuderà il bando con l'assegnazione del ramo d'impresa a uno dei tre concorrenti.
Però.

I soldi ancora non arrivano

Però il problema c'è, e s'ingrossa. E come sempre è un problema di soldi. I soldi che Comune e Regione s'erano impegnati a versare per coprire i disavanzi del 2014 (300 mila euro da Fassino e 300 mila dal Chiampa) e del 2015 (350 mila euro cadauno) finora non si sono visti. L'impegno è confermato, ci mancherebbe. Ma la burocrazia è lenta, dicono, gli adempimenti tanti, le cautele ancor di più, e ben motivate. Quei soldi possono arrivare solo se c'è un piano di rientro credibile: gli uffici ci stanno lavorando, e presto - mi assicura chi sa - saranno pronte le delibere per l'erogazione da parte di Comune e Regione.
Intanto si avvicina la fine dell'anno, periodo in cui le pubbliche amministrazioni sospendono i pagamenti. E se il denaro materialmente non arriverà nelle casse della Fondazione per il Libro, si aprirà uno scenario apocalittico.

Saluti dal Salone

Uscita di sicurezza: come salvarsi la faccia

Io non sono nella testa di Lapucci, di Gastaldo, di Motta e di Moisio, i quattro componenti del CdA con la presidente Milella. Ma so che sono persone sensate, e so cosa farebbe una persona sensata in una situazione insensata. La situazione insensata è questa: io accetto - con sprezzo del pericolo e spirito di servizio  - di sedere nel Consiglio di Amministrazione di una Fondazione malconcia assai che ha come scopo l'organizzazione del Salone del Libro; ma a dicembre, a poco più di cinque mesi dalla presunta data d'inizio del Salone, scopro che in cassa non ci sono i soldi per organizzarlo. A questo punto una persona sensata che fa? Rimane al suo posto in Consiglio? Per fare che cosa? E assumendosi quali responsabilità?
Beh, se - e sottolineo se - i soldi di Comune e Regione non dovessero arrivare entro dicembre, un consigliere d'amministrazione con la testa sul collo non avrebbe scelta: si dimetterebbe seduta stante.
E poiché tutti i membri del CdA del Salone sono persone con la testa sul collo, ne deriva che tutti si dimetterebbero seduta stante.
Tanto più che da quelle parti l'aria di dimissioni tira come la bora a Trieste

L'Aretino Pietro sul treno per Milano

Nella deprecata ipotesi, ci troveremmo in men che non si dica come l'Aretino Pietro, con una mano davanti e l'altra dietro. Il già pericolante Salone del Libro collasserebbe, e i nodi (nonché i conti) verrebbero al pettine. A quel punto il fantasma milanese - lo spauracchio sempre evocato - assumerebbe una concretezza mai vista in passato; e prima di capire quello che sta capitando, ci troveremmo a bordo di uno dei pochi treni veloci rimasti, in viaggio verso il Salone del Libro di Milano. 
Di questo si è discusso nel CdA di oggi?
Non posso giurarlo. Non ero presente.
Di questo è logico che si discuta in un CdA formato da persone con la testa sul collo?
Beh, fate voi.
Si accettano scommesse.

Commenti

Post popolari in questo blog

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...

CULICCHIA DIRETTORE DEL CIRCOLO

Uscito sul Corriere e non disponibile on line. È andata come era previsto, e logico: Giuseppe Culicchia è il nuovo direttore del Circolo dei Lettori. Nomina scontata, se solo si considera il curriculum: scrittore affermato in Italia e pubblicato anche all'estero; solidi legami sia con la scena culturale cittadina, sia con l'editoria nazionale; esperienza nel mondo dei giornali; una lunga collaborazione con il Salone del Libro; apprezzato anche al Circolo, dove dirige un festival letterario, «Radici», di ottima qualità. Insomma, il perfetto kit del candidato naturale alla successione di Elena Loewenthal, anche a prescindere dall'endorsement – alquanto sfacciato – del fratello d'Italia Maurizio Marrone; endorsement che a Culicchia ha fatto più male che bene, facendone involontario oggetto di scontri di potere e appiccicandogli addosso un'etichetta «politica» che dubito gli appartenga e comunque non s'è avvertita nelle sue scelte alla direzione di «Radici», onestam...