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A CIASCUNO IL SUO: A MILANO IL SALONE, A NOI LE TORTE IN FACCIA

Proprio non mi va di scrivere. Mai come oggi rendo conto dell'inutilità di prestare ancora attenzione alle miserie di questa città. Domani andiamo (anzi, vanno: not in my name) a Roma a prenderci l'ennesima pedata in faccia. I milanesi ci hanno sfanculato ancora una volta, non vogliono nemmeno discutere, fanno come gli pare, dicono e disdicono alternando bastone e carota, ci trattano per quel che siamo, zeri assoluti. L'Aie ordina agli editori di aderire compatti alla Fiera di Milano. Motta lì vuole tutti lì, e solo lì, alla nuova corte. E in culo a Torino, a Francis e a suoi "saggi" (mi vien da ridere). 
Un "colpo di mano"? Ma fammi il piacere: l'hanno già detto chiaro e tondo, che cosa vi aspettate? Che rispettino quattro fessi che non contano un cazzo e non sono nemmeno capaci di fare la faccia feroce? Ma quelli ci guardano, ci soppesano, e ci giudicano. E agiscono di conseguenza. Pensavate davvero che i cattivoni dell'Aie e di Mondazzoli si lasciassero impressionare dai proclami di due assessori? O dai maldipancia dei peones?
News from Turin: Pierino e il suo amichetto tagliano da scuola
Ma poi, la gag di stamattina vale dieci editoriali. Un tempismo eccezionale: proprio quello che ci mancava per dare autorevolezza alle nostre istituzioni. Voglio dire: ve li immaginate quei vecchi marpioni dell'editoria che perdono un nanosecondo del loro tempo prezioso per dare retta agli sfoghi social di una scolaretta indisciplinata che oggi, mentre andiamo a fondo, s'inventa le bue per tagliare da scuola con gli amichetti suoi, ed è tanto sprovveduta che si fa pure sgamare la bugia?  Ma sì, facciamoci sempre conoscere. A Milano pensano al business, a Torino giriamo i film di Pierino. E' ridicolo. Volpi così non salverebbero neppure un tinello, altro che il Salone.
Però leggo che Grillo aiuterà madamin Appendino perché ha "alcune idee innovativa per tenere il Salone del Libro a Torino". Oh beh, allora siamo salvi. 
E alla fine, come in ogni comica che si rispetti, qualcuno si prende le torte in faccia. Da copione, le becchiamo noi.
Che depressione, dover scrivere che ve l'avevo detto. E poi sono io il pessimista. Lo capiva un bambino deficiente, che finiva così. E pure questo, spiace ricordarlo, l'avevo detto.
E adesso? E adesso basta. Finita. Morta lì. Ormai non spero neppure in una reazione d'orgoglio. Da mesi - anzi, anni - ascolto e riporto soltanto gradassate incommensurabili, puttanate spaziali, strategie da Ridolini. Scusatemi, ho esaurito la fede. E pure la speranza e la carità. In tre anni ne avessero azzeccata una, poveri commedianti che si pavoneggiano e si agitano per la loro ora, e poi non se ne parla più. 
Adesso prepariamoci a dire addio al Salone del Gusto. E poi, who's next?

Bonus track: lo zenit dell'inutilità

A completare la comica, alle ore 18,46 arriva imperturbabile, tomo tomo cacchio cacchio, il comunicato del MiBACT che conferma data e orario delle esequie. Eccolo:
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, incontrerà domani alle ore 15:00 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca  Stefania Giannini, il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il Sindaco di Torino Chiara Appendino, l’Assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, il Presidente dell’AIE Federico Motta, il Presidente della Fabbrica del Libro SPA Renata Gorgani e Massimo Bray (il cui ruolo non viene specificato in quanto non specificabile: come lo chiamereste voi? Io opto per "Forse-presidente-di-una-Fondazione-in-via-di-estinzione", NdG) per discutere l’esito del tavolo di lavoro dei tecnici chiamati a individuare le migliori soluzioni possibili per il futuro del Salone del Libro italiano (tutto deciso, è già diventato "il Salone del Libro italiano", NdG). Al termine della riunione, nella Sala della Crociera del Mibact, i partecipanti potranno rilasciare dichiarazioni alla stampa.
Esticazzi. Estigrandissimicazzi.

Bonus track 2: certificato medico

Ancora a proposito della spiacevole vicenda di stamattina: dal Municipio fanno sapere che Madamin ha la febbre a 38 da sabato (è un po' cagionevole, la ragazza), e avrebbe pertanto preferito restare al chiuso, mentre l'incontro che ha bigiato era all’aperto alle 8 del mattino (del 19 settembre, non del 19 gennaio). 
Mi spiace davvero per l'illustre inferma. Le auguro pronta guarigione. Però io, quando avevo la sua età, se m'ero preso un impegno di lavoro importante (e non ditemi che incontrare i cittadini come promesso in campagna elettorale non è un impegno di lavoro importante, per un sindaco che non vuol diventare un Fassino-solo-più-carino), beh, anche con la febbre a 38 mi coprivo per bene e me ne andavo al giornale pure in pieno inverno: facevo quel che dovevo fare e poi me ne tornavo a casa, a letto. E non ricevevo gli amici, e mandavo un certificato medico. In qualità di datore di lavoro, gradirei riceverlo, il certificato medico. Grazie. Aspetto.

Commenti

  1. La domanda mi resta: si può fare qualcosa di diverso per combattere sul campo questa bella torta in faccia?

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    1. Forse non mi sono spiegato. La guerra è FINITA. Per tre anni si sono accumulati errori. Negli ultimi mesi, poi, si è fatto vaudeville. Non ci sono più campi di battaglia. Le guerre si vincono o si perdono, ma non si continua a combattere all'infinito. Alla fine c'è un vincitore e uno sconfitto. Devo dire chi è lo sconfitto?

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  2. Se le cifre trovate su Internet sono giuste, il SalTO aveva meno visitatori di Lucca Comics. 150 mila contro 220 mila. Con lo slalom parallelo dei due saloni Milano Torino -ipotetico a questo punto- quanti dei 150 mila resterebbero? La metà o anche di meno? Allora, invece di fare tutto sto casino, inventiamoci qualsiasi cosa nuova con un po' di fantasia che faccia almeno 75 mila visitatori.

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  3. Ottima idea. Se può suggerire una "qualsiasi cosa nuova con un po' di fantasia che faccia almeno 75 mila visitatori" gliene saremo tutti grati, davvero :)
    E comunque il Salone aveva trent'anni e 150 mila presenze; le origini di Lucca Comics risalgono al 1966: cinquant'anni. Perso il Salone, va benissimo creare qualcosa che fra mezzo secolo avrà 220 presenze, ma nell'attesa come inganniamo il tempo?

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    1. Ma poi, mi scusi: se io venissi sotto casa sua e le fregassi la macchina e le dicessi che in fondo non era una gran macchina e che può sempre comperarsene un'altra, lei che fa? Dice toh è vero, non ci avevo pensato, oppure chiama i carabinieri? Nel primo caso, mi faccia avere in privato il suo indirizzo, passerò a ritirare... ;)

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    2. La mia macchina è chiusa nel box e non è una battuta ma solo per dire che faccio quello che posso per non farmela rubare. Riguardo il salone del libro, come lei ha ben descritto, la situazione è complessa. Qui il "ladro" non è nè il Comune di Milano nè la Fiera di Milano ma sono gli editori che hanno scelto un'altra città. E il "carabiniere" Franceschini, in questo caso, non sa che legge applicare.

      Detto questo, non sono io a dover trovare la soluzione per idee alternative, può essere la fiera del libro giallo come il festival della Storia come la fiera della sharing economy. Credo e spero che di belle menti ce ne siano qui a Torino. Io comincerei a pensare cosa determina il successo di una fiera nell'epoca
      dell'e-commerce (ad esempio pare che a Lucca Comics si vada più per travestirsi da Cosplayer che per comprare fumetti). Comincerei a pensare quale legame c'è fra una fiera e il territorio che la ospita e se la fiera può rappresentare un volano per spingere una produzione o una vocazione locale. Farei anche un po' di piagnisteo ma solo per commuovere il "carabiniere" Franceschini e indurlo a dare un aiuto. I piagnistei fini a se stessi ("oh, come è brutto il mondo") però no, quelli non servono a nulla.

      Chiudo con una battuta: se vuole venirmi a trovare, la mia porta è sempre aperta. No, volevo dire...chiusa con la porta blindata ma le apro ;-)

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    3. Intervengo velocemente per dire qualcosa forse di improprio, forse no - ma è per sottolineare come l'esempio con Lucca sia infelice (ma non per smentire e fare polemica... ad avercene, di Lucca). A Lucca ci sono stato, regolarmente, negli anni immediatamente prima del boom dei film di supereroi eccetera: era pieno di appassionati, da ogni parte di Italia, che si trovavano tutti lì (e spendevano fior fior di quattrini) perché era l'Unico posto dove trovarsi davvero tutti assieme. Non lo facevano per essere 75mila o dieci, lo facevamo per il bisogno di avere un posto come quello dove radunarsi e fare quello che amavano.

      Ora, ho l'impressione che esistano iniziative che abbiamo saputo usare questo spirito come trampolino (visto da lontano, il Salone di Mantova sembra proprio così, come il Festival della Filosofia in provincia di Modena). Io, da torinese acquisito e in aria di fuga, ho pianto lacrime amarissime quando ho visto cose come Musica '90, che mi sembrava proprio nascere con lo spirito di qualcuno che ama il contenuto che cerca di veicolare e cerca di farlo nel migliore dei modi con le poche risorse a disposizione, chiudere - e tutto sommato mi pare che il Salone abbia chiuso perché qualcuno ha anteposto altri principi a quello dell'occuparsi di una cosa per darle dignità e una narrazione appropriata (il luogo giusto, gli speaker giusti, i tempi giusti, gli eventi giusti, la giusta pubblicità, eccetera).

      Come dicevo, da torino acquisito e in via di fuga vedo molte cose smantellate e sostituite da iniziative senza spirito e senza una reale visione. Forse rimane, appunto, il Salone del Gusto - forse il Salone dell'Auto, che negli ultimi anni è cresciuto. Lo stesso Torino Comics ha avuto una bella crescita. Tutte cose belle. Forse, prima di occuparsi del numero dei partecipanti, bisognerebbe occuparsi di capire come fare bene una cosa, per evitare che si sciolga fra le dita com'è successo al Salone del Libro in così poco tempo.

      Chiedo ancora venia. Son cose dette di pancia, magari son solo sciocchezze.

      buona giornata

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