Pubblico al volo ciò che Antonella Parigi, assessore regionale alla Cultura, ha appena scritto sulla sua pagina Facebook. Adesso non ho tempo per i commenti - sto ascoltando un superlativo concerto di Flavio Boltro - ma il testo è di urgente attualità:
Da un po' non scrivevo su questa pagina.
La vicenda del Salone del libro mi rattristava. Non è solo la questione in sé, ma i modi e i toni tracotanti. Proposte che semplicemente mi lasciavano stupita: perché non fate Portici di Carta? Beh già lo facciamo. Perché non fate un festival? Beh veramente facciamo Torino Spiritualità, Biennale democrazia.
Oggi il tentativo di un accordo con l'Associazione Italiana Editori è saltato. Faremo un salone torinese, magari come dice qualche giornalista sarà un tinello (il link è mio, NdG), ma sarà un tinello accogliente per quelli che non credono nell'arroganza, per quelli che credono invece nella forza delle idee, quelli che credono che il coraggio sia un valore, quelli che tenacemente cercano di non diventare cinici, quelli che sono preoccupati per la deriva monopolista nell'editoria e nell'informazione di questo paese, quelli che credono nella funzione pubblica della cultura come garanzia della diversità. A tutti loro apriremo le porte del nuovo Salone del Libro di Torino.
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