"Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte" (Ezechiele 25,17) |
L'appello dei docenti
Intanto, stanotte i docenti di storia dell’arte dei dipartimenti di studi storici e umanistici dell’Università di Torino, i funzionari storici dell’arte delle Soprintendenze piemontesi, gli studiosi di storia dell’arte, le associazioni culturali e le istituzioni museali presenti sul territorio piemontese, "in risposta alla grave contrazione dell’orario di apertura della Biblioteca di storia dell’arte della Gam di Torino" (di cui peraltro ho l'impressione che fino a ieri non sapessero nulla... deve arrivare Gabo a dirvelo, ragazzi? Sveglia, che chi dorme il lupo se lo mangia!), hanno diffuso su Fb il seguente appello: La decisione da parte della Fondazione Torino Musei di limitare fortemente l’apertura della Biblioteca di Storia dell’Arte per buona parte della settimana getta sconcerto e stupore nell’utenza abituale e non della stessa. E’ come azzerare un pezzo di storia di una città che ha visto sulla cattedra di storia dell’arte nella propria università Pietro Toesca e Lionello Venturi, dove hanno conseguito la laurea Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan.La Biblioteca è infatti una delle migliori dell’Italia settentrionale per ricchezza di fondi bibliografici, frequentata da generazioni di storici dell’arte piemontesi ma anche di altre regioni italiane. Nata all'inizio degli anni Trenta, per uso interno dei musei civici, assunse grande importanza, nel corso degli anni, con un patrimonio librario consistente in più di 110 mila volumi e comprendente anche cd-rom, DVD, videocassette e nastri registrati, con una dotazione di periodici italiani e stranieri altamente qualificata. Inoltre raccolse numerosi fondi importanti per lo studio della storia artistica locale, come quello di circa 2 mila volumi ed una serie di riviste italiane e straniere della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti (SPABA), 8 mila volumi di Clemente Rovere, un fondo librario dedicato alla storia dell’arte asiatica antica acquistato, nel 2006, dalla Fondazione Giovanni Agnelli e quello della Fondazione Italiana per la Fotografia (FIF), che, “oltre a documentare l'attività della suddetta Fondazione, mette a disposizione degli studiosi un gran numero di testi specialistici difficilmente reperibili altrove nel panorama bibliotecario italiano”. A supporto degli studi è consultabile, nello stesso edificio, il ricchissimo e prezioso archivio fotografico. La Biblioteca, di primaria importanza anche nel ruolo di centro di ricerca per i musei cittadini, è strumento indispensabile e insostituibile per gli studenti universitari, storici dell’arte, docenti, in quanto nessun altra biblioteca torinese. (Biblioteca civica, Biblioteca Nazionale, Biblioteca dell’Accademia) può da sola essere sufficiente per lo studio delle discipline artistiche e colmare le lacune che verrebbero a crearsi. Inoltre, in questa situazione si prospetta anche una riduzione dei servizi all’utenza con inevitabili conseguenze sulla accessibilità ai fondi librari.
Purtroppo la decisione di limitarne gli orari di apertura è l’ulteriore atto di una politica di disfacimento del suo patrimonio librario che, negli ultimi anni, non ha più visto acquisizioni (se non per doni e scambi) né il rinnovo degli abbonamenti alla quasi totalità delle 244 testate di riviste che venivano ad arricchire e ad incrementare gli studi. Ma è anche un segnale politico e culturale fortemente negativo, che va ad assecondare un processo di dissipazione di un bene primario, già tristemente in atto in altre realtà nazionali.
Siamo coscienti che l’istituzione museo può contemplare aggiornamenti e revisioni purché non ne alterino i significati e funzioni; tuttavia, anche in un’epoca di raggiunta frequentazione di massa di mostre (e meno di raccolte), non si deve dimenticare che la stessa istituzione museo è luogo destinato alla conservazione, alla tutela e allo studio.
Per queste ragioni rivolgiamo alla Fondazione Torino Musei un addolorato e appassionato appello perché non svigorisca una delle più importanti strutture di studio e di ricerca di storia dell’arte cittadine, costruita e a lungo diretta con sapienza e attenzione, vero patrimonio culturale della città.
Il blog su Repubblica
La notizia viene anche ripresa - citando correttamente e signorilmente la fonte - dal blog "Articolo9" di Tomaso Montanari, embeddato nel sito di Repubblica. E anche lì, direi che la storia dell'"ottimizzazione" ha convinto poco.I commenti a GabosuTorino
Infine, fioccano i commenti sul mio blog: eccovene un florilegio. Comunque li trovate tutti nel post del 26 marzo "Biblioteche chiuse, gatti nerd e Bovary intellettuali"Non sono quattro gatti. La biblioteca non è frequentata da quattro gatti, ma da tutti gli studenti di discipline artistiche dell'Università di Torino, dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti, da artisti e da antiquari, da giornalisti e da molte alte persone colte e curiose. Tra le quali non va annoverata, evidentemente, Patrizia Asproni.
Le biblioteche non fanno business. Questa scelta è la messa in pratica dell'assunto di tiraboschiana memoria: le biblioteche sono inutili. Non fanno business.
Ma quale on line! Sono uno studente che da anni frequenta la biblioteca della Gam e con grande rammarico sono venuto a conoscenza della riduzione degli orari. Leggo in questo articolo che chi ha preso tale decisione sostiene che i materiali siano visibili on line. Ma forse fa confusione col catalogo che permette di sapere soltanto se una pubblicazione è presente in quella o in un'altra biblioteca. Perchè per consultare i volumi per fortuna - scusate, ma a me piace ancora avere il contatto con l'oggetto libro - è necessario recarsi sul posto.
Chi pensa ai fuorisede? Certo che per chi come me abita fuori Torino ed il venerdì ritorna a casa, avere un solo giorno a disposizione per frequentare la sala consultazione è veramente un grosso limite!
Fa venire i brividi. questa riduzione d'orario mi fa venire dei brividi ben peggiori di quelli dati dal gelo e quindi sapete che c'è, che se qualcuno me lo chiedesse, direi che no, che gli adeguamenti possono anche aspettare un altro decennio, mentre i libri no, i libri sono beni pubblici, cioè di tutti, dei quattro gatti nerd, degli affetti da bovarismo intellettuale, del signore controcorrente e pure un po' miei e allora io li voglio e li rivendico i miei libri
Scelleratezza contro la cultura. Si tratta di un'altra scelleratezza commessa nella nostra città ai danni della cultura. Quella biblioteca è un gioiello insostituibile per il suo patrimonio e trattarla come una qualunque biblioteca gestita dalla pro-loco (anzi le pro-loco sarebbero molto più impegnate in tal senso) aprendola in una maniera così ridicola equivale sostanzialmente a chiuderla. Diversi anni fa mi sono laureata con una tesi in storia dell'arte e ci ho impiegato quasi 1 anno e mezzo a fare ricerche. Con l'orario attuale ce ne avrei messi 5?!
Milioni di fotocopie. E' importante aggiungere che per la rarità, l'importanza e l'unicità della maggior parte del patrimonio, la biblioteca della Gam esclude qualsiasi tipo di prestito, quindi il solo modo per studiare i volumi sarà di fare milioni di fotocopie (violando qualsiasi legge sul copyright), visto il ridicolissimo orario ridotto. P.S. altro che quattro gatti: la biblioteca non è molto grande, ma se si arriva troppo oltre l'orario di apertura, sovente non si trova un posto libero.
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