Passa ai contenuti principali

IO SONO UN TRAM, E CANTONE E' UN PROBLEMA

Una simpatica amica rosicona mi fa notare - a buon diritto - che sono un tram. Per la precisione il 13 barrato. Infatti, il 28 dicembre, nel post "Banche, conti e Cantone: qualche buon motivo per fuggire da Librolandia", scrivevo, a proposito del Salone del Libro: "Da quel che sento dire, pochi credono davvero nell'ingresso di Unicredit. Ok, se entrassero le banche il Salone sarebbe salvo. Ok, se Lapucci si fosse davvero dimesso per "facilitare" l'ingresso nel Salone di Unicredit, il Salone sarebbe salvo. Ok, e sei io avessi le ruote sarei un tram".
Adesso è ufficiale, Unicredit e Intesa SanPaolo entrano come soci nella Fondazione del Salone del Libro.
Quindi io sono il 13 barrato.
Succede.
Però ciò conferma un'altra mia opinione, che esprimevo nel medesimo post: Massimo Lapucci, segretario generale della Fondazione Crt, non si è dimesso dal CdA del Salone per "favorire, in una posizione di maggiore terzietà, l’ingresso di nuovi possibili soggetti sostenitori", come venne diplomaticamente dichiarato all'epoca. Prova ne sia che un altro consigliere d'amministrazione del Salone, Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo, non si è dimesso, eppure Intesa SanPaolo adesso entra ugualmente tra i "soci sostenitori" del Salone.
Ne deduco che Lapucci si è dimesso per altri motivi: non ultimo - a parte ovviamente i conti (quelli veri) disastrosi - ha pesato un legittimo rifiuto della famosa "normativa Cantone", l'obbligo populista di pubblicare on line la dichiarazione dei redditi, in spregio del diritto alla privacy. Obbligo che sta creando diffusi maldipancia tra molti consiglieri d'amministrazione di varie partecipate pubbliche che operano in ambito culturale. Costoro prestano un servizio civile non remunerato e si vedono costretti a mettere in piazza i fatti propri per soddisfare sanculotti e tricoteuses. Alcuni si sono già dimessi. Di recente ha fatto rumore il caso di Carla Fendi, che proprio per questa ragione ha mollato il Festival di Spoleto. Ma altri, ci scommetto, seguiranno.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la