Momenti di vita democratica: un gruppo di supplici operatori culturali invoca udienza davanti alle ben serrate porte del Palazzo |
Non posso ovviamente certificare tutto ciò che asserisce lo scrivente, che se ne assume quindi la responsabilità. Ricordo per completezza dell'informazione che quest'anno, nella sua ultima edizione, Fringe è stato ridotto a sole quattro giornate, su dieci del Tjf, perché il budget non consentiva di più. Confermo però i dati e i risultati che Astore rivendica, in quanto di pubblica notorietà.
Sudditi e sovrani: io chiedo udienza, tu non me la concedi
Ma anche laddove denuncia il mancato ascolto da parte del Palazzo, l'intervento appare verosimile sulla scorta di analoghi episodi. Emerge infatti che la procedura seguita dal sindaco e Appendino per gestire la pratica del Jazz Festival in questo come in altri casi non avrebbe contemplato l'incontro con i diretti interessati. Come ho già spiegato a proposito della defenestrazione di Patrizia Asproni, questo comportamento è inaccettabile. E non tanto perché contravviene alle regole della partecipazione democratica, di cui lorsignori possono anche sbattersi i riveriti culi, com'è pratica diffusa tra i politicanti. Bensì perché è un comportamento da quaquaraquà senza spina dorsale che non hanno neppure il coraggio civile di guardare in faccia il defenestrando e dirgli "carino, sei fuori, vattene affanculo". Ciò è sintomo di disprezzo o di vigliaccheria. Due stigmate entrambe indegne di chi pretende di amministrare la cosa pubblica.Vorrei davvero, per il rispetto che porto alle istituzioni, che così non fosse. Però molti indizi fanno una prova: e ormai sono davvero troppe le lamentele che mi arrivano da organizzatori di attività culturali che denunciano l'impossibilità di ottenere udienza a Palazzo.
La versione di Astore
Ciò premesso (si nota che sta un po' montandomi la carogna?) ecco quel che ha scritto Francesco Astore condividendo il mio post:Leggo questo articolo di Gabriele Ferraris ed a me sta bene tutto, ma se la notizia fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita: abbiamo chiesto alla Città di Torino un incontro due mesi fa per parlare del futuro del TjfFringe, un progetto che ha coinvolto 600 artisti (a me risulta che i 600 musicisti fossero il totale fra Tjf "maggiore" e Fringe, NdG) , una dozzina di partners internazionali, svariati locali, associazioni, scuole di ballo, imprese e tantissimi volontari fino ad oggi. Partiti con i locali dei Murazzi e gli sponsor della Fondazione della Cultura, non ci siamo seduti sugli allori e facendoci un mazzo inenarrabile abbiamo raddoppiato i numeri degli esordi arrivando a coprire il 60% dei costi con sponsor NOSTRI: quest'ultimo anno inoltre grazie all'ottimo Denis Longhi abbiamo iniziato anche a fare biglietteria portato il Grammy Awards Robert Glasper (il secondo Grammy che portiamo a Torino, assieme a numerosissimi artisti internazionali di livello assoluto), facendo sold out. Non voglio dilungarmi, ma se tutto ciò fosse confermato sarebbe assurdo perché alla richiesta di incontro nessuna risposta ci è stata ancora data: a prescindere da qualsiasi punto di vista sarebbe stato almeno educato dirci ciao e grazie.
Ecco. Almeno la buona creanza, se a casa vostra ve l'hanno insegnata.
Aggiornamento: "Per un pugno di post: Leon chiama
Il 60% di quanto ?
RispondiEliminaA me risultava un budget di 110 mila euro per Fringe. Tuttavia le consiglio, per i dettagli, di rivolgersi direttamente all'autore del post che riporto, andando sulla sua pagina Fb. Il post è pubblico, quindi non avrà difficoltà a porre la domanda. Grazie.
Elimina