Passa ai contenuti principali

ASTORE: MAI ASCOLTATI NOI DEL FRINGE

Momenti di vita democratica: un gruppo di supplici operatori culturali invoca udienza davanti alle ben serrate porte del Palazzo
A integrazione del post "Il Torino Jazz Festival è morto. Ecco l'autopsia" pubblico quanto scritto su Fb da Francesco Astore, uno degli organizzatori di Fringe, la "sezione sperimentale" del Tjf. L'ho già condiviso sulla mia bacheca, ma non tutti leggono Fb. E meno male...
Non posso ovviamente certificare tutto ciò che asserisce lo scrivente, che se ne assume quindi la responsabilità. Ricordo per completezza dell'informazione che quest'anno, nella sua ultima edizione, Fringe è stato ridotto a sole quattro giornate, su dieci del Tjf, perché il budget non consentiva di più. Confermo però i dati e i risultati che Astore rivendica, in quanto di pubblica notorietà. 

Sudditi e sovrani: io chiedo udienza, tu non me la concedi 

Ma anche laddove denuncia il mancato ascolto da parte del Palazzo, l'intervento appare verosimile sulla scorta di analoghi episodi. Emerge infatti che la procedura seguita dal sindaco e Appendino per gestire la pratica del Jazz Festival in questo come in altri casi non avrebbe contemplato  l'incontro con i diretti interessati. Come ho già spiegato a proposito della defenestrazione di Patrizia Asproni, questo comportamento è inaccettabile. E non tanto perché contravviene alle regole della partecipazione democratica, di cui lorsignori possono anche sbattersi i riveriti culi, com'è pratica diffusa tra i politicanti. Bensì perché è un comportamento da quaquaraquà senza spina dorsale che non hanno neppure il coraggio civile di guardare in faccia il defenestrando e dirgli "carino, sei fuori, vattene affanculo". Ciò è sintomo di disprezzo o di vigliaccheria. Due stigmate entrambe indegne di chi pretende di amministrare la cosa pubblica.
Vorrei davvero, per il rispetto che porto alle istituzioni, che così non fosse. Però molti indizi fanno una prova: e ormai sono davvero troppe le lamentele che mi arrivano da organizzatori di attività culturali che denunciano l'impossibilità di ottenere udienza a Palazzo.

La versione di Astore

Ciò premesso (si nota che sta un po' montandomi la carogna?) ecco quel che ha scritto Francesco Astore condividendo il mio post:

Leggo questo articolo di Gabriele Ferraris ed a me sta bene tutto, ma se la notizia fosse confermata sarebbe di una gravità inaudita: abbiamo chiesto alla Città di Torino un incontro due mesi fa per parlare del futuro del TjfFringe, un progetto che ha coinvolto 600 artisti (a me risulta che i 600 musicisti fossero il totale fra Tjf "maggiore" e Fringe, NdG) , una dozzina di partners internazionali, svariati locali, associazioni, scuole di ballo, imprese e tantissimi volontari fino ad oggi. Partiti con i locali dei Murazzi e gli sponsor della Fondazione della Cultura, non ci siamo seduti sugli allori e facendoci un mazzo inenarrabile abbiamo raddoppiato i numeri degli esordi arrivando a coprire il 60% dei costi con sponsor NOSTRI: quest'ultimo anno inoltre grazie all'ottimo Denis Longhi abbiamo iniziato anche a fare biglietteria portato il Grammy Awards Robert Glasper (il secondo Grammy che portiamo a Torino, assieme a numerosissimi artisti internazionali di livello assoluto), facendo sold out. Non voglio dilungarmi, ma se tutto ciò fosse confermato sarebbe assurdo perché alla richiesta di incontro nessuna risposta ci è stata ancora data: a prescindere da qualsiasi punto di vista sarebbe stato almeno educato dirci ciao e grazie.

Ecco. Almeno la buona creanza, se a casa vostra ve l'hanno insegnata.

Commenti

  1. Risposte
    1. A me risultava un budget di 110 mila euro per Fringe. Tuttavia le consiglio, per i dettagli, di rivolgersi direttamente all'autore del post che riporto, andando sulla sua pagina Fb. Il post è pubblico, quindi non avrà difficoltà a porre la domanda. Grazie.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la