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SI FA IN FRETTA A DIRE FUTURISMO

Ha fatto più questo post per la cultura del Consiglio comunale...
Xavier Bellanca, 30 anni, laurea in Filosofia, è stato nominato con delibera
del 19 luglio "collaboratore di staff a supporto della sindaca Appendino"
Il suo stipendio viene sarcasticamente pagato da migliaia di cittadini che magari
non distinguono Manet da Monet e il Jazz dal Blues. Ma s'incazzano lo stesso
Domani pomeriggio in Consiglio comunale si discute un'interpellanza del Crociato Padano della cultura Fabrizio Ricca a proposito della mostra "Futurismo 1909-1944. La promessa della modernità". Mostra che, sostiene Ricca, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli (a me altrimenti ignota) ha proposto alla Fondazione Torino Musei, venendo rimbalzata dalla cattivissima Asproni e dirottata sui Musei Reali, dove però s'è arenata.
Il Crociato Padano chiede ragione a sindaco e assessore di tale diniego che priverebbe Torino di un altro grande evento artistico, dopo Manet.
Ora, io apprezzo i crociati della cultura; persino quelli dell'ultimissima ora. E dispiace pure a me se Torino perde i grandi eventi artistici. Tanto più se riguardano il Futurismo, corrente di pensiero che, come si vede, trova ancora tardivi e maldestri epigoni al giorno d'oggi.
Tuttavia nutro, lo ammetto, qualche pregiudizio sulla competenza di Fabrizio Ricca in materia d'arte e musei dacchè - in congrega con altri gentiluomini - propose di esporre l'intero magazzino dell'Egizio alla Venaria. o analoga località dei dintorni, piuttosto che prestare a un museo siciliano alcuni dei trentamila reperti custoditi nei depositi.
Né mi azzarderei a ipotizzare maggiori esperienze in quegli ambiti per la quasi totalità degli inquilini della Sala Rossa.
Conscio del dovere di ogni cittadino di collaborare con le istituzioni al fine di favorirne l'armonioso funzionamento, mi sono permesso di sobbarcarmi il lavoro dei miei immeritati dipendenti e rappresentanti. Ho tentato di sapere qualcosa di più sulla Fondazione Cirulli e sulla sua mostra.
Nell'era della rete non è un'impresa improba. Apprendo così che la Fondazione Cirulli è stata fondata lo scorso anno dall'imprenditore e collezionista bolognese Massimo Cirulli. Cirulli possiede un'importante collezione (oltre 200 mila pezzi) di opere di artisti italiani attivi fra l'inizio del Novecento e il 1960: manifesti pubblicitari, foto, progetti, manufatti, e anche dipinti e sculture (con prevalenza, direi, di lavori per il disegn o per l'industria), "in grado di restituire la complessa storia visuale del XX secolo in Italia". L'archivio Cirulli si autodefinisce, e viene definito da Ricca nell'interpellanza, "il maggior archivio privato di arte italiana del ventesimo secolo". Suo o
biettivo dichiarato è "documentare e promuovere, in Italia e all’estero, lo Stile italiano attraverso l’ideazione e l’organizzazione di mostre realizzate in collaborazione con musei e istituzioni pubbliche e private". Perfetto. Dal sito risultano in effetti le collaborazioni più varie, dal Maxxi di Roma al Mausoleo di Chiang Kai-Shek a Taipei, e financo alla casa di Mussolini a Predappio; e c'è pure il nostro Museo del Cinema
Cerchiamo di capire di più sulla mostra in sé. Perché fai in fretta a dire Futurismo: in una mostra con quel titolo ci puoi trovare di tutto, dai grandi dipinti di Balla e Boccioni ai manifesti pubblicitari. Ma un conto è se ci sono i grandi dipinti, un conto se ci sono solo (o quasi) i manifesti. Considerato il tipo di collezione, e dopo aver letto la pagina dedicata alle mostre itineranti che la Fondazione propone, propenderei per la seconda ipotesi. Va da sé che una mostra sul Futurismo, anche se in prevalenza composta di manifesti e non di dipinti originali, non è merda, tutt'altro: in questi giorni a Palazzo Chiablese sta facendo faville una mostra di Toulouse Lautrec che propone in prevalenza manifesti e litografie, e nessun dipinto.
Però lo sottolineo giusto per evitare i paralleli con Manet, che fanno ridere i polli.
Nella sua interpellanza Ricca accenna a "un comitato scientifico di cui fanno parte professori delle università di Cambridge, Harvard e New York". Essi sono: Pierpaolo Antonello, "senior lecturer" del dipartimento di Italianistica di Cambridge; Nicola Lucchi, che da Linkedin risulta "adjunct faculty" (qualcosa come docente a contratto) alla NYU; Ara H. Mejian, professore associato di storia dell'arte alla NYU; e Jeffrey T. Schnapp che insegna letteratura romanza e comparata ad Harvard. Come dire: stimabili docenti - non tutti specialisti d'arte - come ne abbiamo a migliaia anche in Italia. Ho il massimo rispetto per ogni comitato scientifico. Ma non abbiamo sbattuto la porta in faccia a Obrist. Ricca può tranquillizzarsi.
Passiamo alla rassegna stampa presente nel sito cirulliarchive.org: dal 2003 a oggi trovo una quarantina di articoli, in maggioranza di quotidiani locali. Non mancano alcune uscite nazionali, o su testate specializzate in arte. Non trovo rassegna stampa estera. Anche qui: bene, bravi, ma non abbiamo sbattuto la porta in faccia alla Fondazione Guggenheim.
Peraltro non è questione di porte in faccia: i rappresentanti della Fondazione Cirulli sono stati ricevuti dal Comitato scientifico dei Musei Reali. che ha per l'appunto il compito di valutare la qualità delle proposte. 

Ecco, adesso gli ho dato tutte le informazioni. Spero che in Consiglio mi risparmino le solite bestialità.

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