Marco Biscione, direttore del Mao, punta altrove |
Da quel dì molte cose sono cambiate. Chiara Appendino è diventata sindaco e nei fatti ha un po' modificato la sua opinione sui bandi. Patrizia Asproni ha dovuto fare le valige.
Marco Biscione, invece, è rimasto al suo posto. Ma su di lui si staglia l'ombra minacciosa del capogruppo (e consigliere unico) della Lega Fabrizio Ricca, che ha preso il posto di Appendino come fustigatore degli usi e costumi del governo della cultura torinese. Ricca ha di recente depositato un'interpellanza sul Mao, intitolata "Misteri cinesi del Mao", nella quale riapre la controversa vicenda della mostra "Il drago e il fiore d'oro".
E' chiaro che Ricca è deciso a non dare requie al Mao e al suo direttore.
Diciamocelo: non è vita, per il povero Biscione.
Ma il previdente direttore del Mao sta lavorando a un'exit strategy: apprendo infatti - scorrendo l'elenco dei candidati alla direzione di grandi musei e aree archeologiche statali - che Marco Biscione (mi pare difficile che si tratti di un omonimo) è stato ammesso ai colloqui per le direzioni del Complesso Monumentale della Pillotta (Parma) e del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare (Trieste).
Tra i candidati ammessi ai colloqui compare anche un'altra vecchia conoscenza di Torino, Eleni Vassilika, che nel 2007 lasciò la direzione del Museo Egizio fra roventi polemiche e strascichi giudiziari e che l'estate scorsa è stata lì lì per diventare assessore alla Cultura della giunta Appendino. E' in lizza per dirigere il Museo Nazionale Romano oppure il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
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