Scoop: Keith Jarrett NON suonerà a Jazz per la Città |
Lunedì scorso è stato pubblicato il bando (anzi, "call", si dice "call"...) del nuovo Fringe, che apprendo si chiamerà "Jazz per la Città". Non mi sono affrettato a parlarne per due motivi: intanto, avevo cose più urgenti da raccontare, e cose più piacevoli da fare; inoltre nel bando non ci sono sostanziali novità rispetto a quanto vi avevo già anticipato il 10 gennaio. La lettura del bando chiarisce tuttavia alcuni punti che quel giorno, durante la presentazione agli operatori, erano rimasti alquanto vaghi.
I soldi sono pochi, le spese tante
I soldi a disposizione sono, come s'era detto, in totale 56 mila euro da spartire fra gli 8 progetti che verranno selezionati: quindi, 7 mila euro a progetto. Spiccioli, se considerate che gli organizzatori si dovranno accollare tutte le spese: allestimento del palco, service, personale, tasse, Siae, messa a norma degli impianti, eccetera eccetera, oltre - s'intende e si spera - il compenso degli artisti.
Si legge infatti nel bando che "a carico dei soggetti proponenti dovranno essere tutti gli assolvimenti legislativi e il rispetto di tutte le normative di legge e gli oneri connessi (inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, permessi e oneri Siae) per lo spettacolo dal vivo".
Attenzione: per organizzare un concerto in uno "spazio non convenzionale", come auspicato dal bando, i costi possono anche superare i 7 mila euro. E non soltanto per le tasse e la Siae, che ti ammazzano. In uno "spazio non convenzionale" si presume che non ci siano un palco e gli impianti suoni e luci fissi, per cui toccherebbe allestirli all'impronta. Tra affitto, manodopera, messa a norma e certificazioni di legge, sono soldoni.
Senza contare i cachet dei suonatori. Nel bando non si parla di compensi minimi da garantire agli artisti. Non mi pare un buon segno.
Venite a suonare, vi daremo visibilità e prestigio
Pagare i musicisti è un aspetto che sembra non preoccupare gli improvvisati impresari comunali: in privato, essi spiegano infatti che per i musicisti l'attrattività della proposta consiste soprattutto "nella visibilità e prestigio" che la manifestazione garantirebbe loro.
Visibilità e prestigio, in una simile manifestazione, mi sembrano optional assai aleatori: e comunque è il solito, vecchio concetto, tristemente noto a tutti i professionisti culturali: io non ti pago, però vuoi mettere la visibilità e il prestigio che ottieni lavorando gratis per me? Provatevi a farlo al vostro idraulico, questo discorso, e preparatevi a scoprire il peso di una chiave inglese sulla capoccia.
Ma puoi far pagare un biglietto
Tuttavia il bando offre un'ampia scelta di opportunità per integrare il magrissimo finanziamento. Ogni progetto, infatti, può "prevedere un ventaglio che va dalla singola attività per arrivare ad un programma composito, con iniziative gratuite o a pagamento con gestione autonoma della biglietteria". Quindi non è detto che i concerti debbano essere a ingresso libero. Sarà poco partecipativo, ma economicamente sensato.
Vi porto Keith Jarrett a Palazzo Madama
A queste condizioni, con la biglietteria e un finanziamento di settemila euro, organizzare un singolo concerto, o fors'anche più di uno, è possibile, seppur stringendo la cinghia e non pretendendo la luna. D'altra parte, se le attività possono essere a pagamento, in teoria (molto, ma mooolto in teoria) un grosso organizzatore potrebbe anche decidere di far suonare Keith Jarrett, rischiando di suo e scommettendo sugli incassi: in tal caso il mini finanziamento pubblico servirebbe a coprire qualche spesuccia. Sempre meglio di niente, no? Tanto più che il concerto si potrebbe fare, ad esempio, a Palazzo Madama con tariffe convenienti in virtù del combinato disposto bandesco per cui 1) "saranno positivamente valutati progetti che insistano su spazi non convenzionali, luoghi della cultura quali biblioteche, musei, circoli, locali adibiti a musica dal vivo, al fine di incentivare la commistione tra i due settori"; e 2) "qualora le iniziative insistano su spazi pubblici il proponente potrà accedere ad agevolazioni relative agli oneri dovuti alla amministrazione comunale".
Purtroppo Palazzo Madama non è in periferia. Ma possiamo lavorarci.
E cercatevi gli sponsor, se potete
Inoltre, sta scritto nel bando, "i soggetti titolari dei progetti selezionati potranno reperire ulteriori cofinanziamenti e proprie sponsorizzazioni economiche e/o partnership tecniche, dandone comunicazione alla Fondazione per la Cultura". Insomma, oltre a contare sulla biglietteria, possono anche "reperire" degli sponsor. Sottolineo il "dandone comunicazione alla Fondazione per la Cultura": quindi, non si demanda neppure alla Fondazione la ricerca degli sponsor - che pure sarebbe un suo compito istituzionale - ma se ne lascia l'onere agli organizzatori.
Il problema, qui, sta nel possedere la forza economica e organizzativa per proporre degli spettacoli con artisti tali da attrarre numeroso pubblico pagante e robusti sponsor. No, temo che il bravo flicornista da birreria non sia sufficiente... Keith Jarrett funziona di più.
Il problema, qui, sta nel possedere la forza economica e organizzativa per proporre degli spettacoli con artisti tali da attrarre numeroso pubblico pagante e robusti sponsor. No, temo che il bravo flicornista da birreria non sia sufficiente... Keith Jarrett funziona di più.
Contrordine: Keith Jarrett non va bene
Oooops, mi accorgo però che Keith Jarrett non lo possiamo prendere. Il bando si ripropone di "coinvolgere il ricco tessuto artistico protagonista della vita jazzistica torinese durante tutto l’anno", quindi prevedo che Keith non arriverà. Comunque, putacaso arrivasse, a norma di bando verrebbe rispedito a casa sua. Se proprio ci tiene, se ne stia a Torino un paio d'anni a suonare nei locali a cento euro a sera, e poi ne riparliamo.
Seriamente: chi è interessato?
Ok, sto semplicemente perculando certe alzate d'ingegno pseudodemocratiche. E' ovvio che se ho la forza economca per organizzare un concerto di Keith Jarrett neanche mi scomodo a prendere l'elemosina comunale. Tuttavia, le succitate condizioni potrebbero stimolare qualche operatore professionale a presentare un progetto all'onor del mondo. Se così non fosse, andranno benissimo i volonterosi disposti a suonare praticamente gratis (vabbé, siamo ottimisti e diciamo con un cachet minimo...), in cambio di "prestigio e visibilità". Magari nel solito locale di San Salvario.
Miseria as usual. Però molto democratica e partecipata.
Ad ogni modo. Per completezza d'informazione, pubblico integralmente il comunicato stampa del Comune che illustra il perché e il percome di Jazz per la Città, con tutte le indicazioni per rispondere al bando.
In bocca al lupo.
Il comunicato stampa municipale
Al fine di coinvolgere il ricco tessuto artistico protagonista della vita jazzistica torinese durante tutto l’anno, Città e Fondazione per la Cultura Torino, hanno deciso di procedere a una call per l’organizzazione del programma di "Jazz per la Città 2017 - attività musicali diffuse".
Jazz per la Città si colloca all’interno della rassegna Narrazioni Jazz, nuovo progetto artistico e di ampio respiro culturale che lega la musica al Salone Internazionale del Libro con un ricco programma di concerti, attività musicali diffuse sul territorio metropolitano e una notte bianca che accompagnerà il Salone dal 18 al 21 maggio.L’avviso relativo a Jazz per la Città, unico nel suo genere (ettecredo... NdG), sperimenta una nuova modalità di coprogettazione tra l’amministrazione comunale, organizzatrice della rassegna musicale, ed enti e associazioni che lavorano stabilmente sul territorio cittadino. Si tratta di una scelta in linea con la strategia dell’amministrazione di diffondere la cultura tramite una selezione aperta e partecipata volta a includere tutte le realtà cittadine (bello: siamo il nuovo paese delle infinite possibilità, NdG).
"Insieme al Direttore artistico Stefano Zenni – afferma Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città - abbiamo incontrato oltre 40 associazioni appartenenti al mondo jazzistico torinese per condividere con loro i contenuti della call relativa al programma off di Narrazioni Jazz, raccogliere suggerimenti e avviare un confronto sull’attività musicale che si svolge a Torino durante tutto l’anno. Confronto che l’amministrazione vuole rendere stabile tramite incontri periodici”.
Jazz per la Città invita a progettare una serie di attività musicali diffuse con lo scopo di raggiungere anche i quartieri decentrati incoraggiando gli operatori e le associazioni del territorio a lavorare in spazi non convenzionali, luoghi della cultura come biblioteche, musei, circoli e locali adibiti a musica dal vivo, presentando dei progetti che mettano in relazione la musica jazz e la letteratura declinando questo incontro creativo attraverso tutte le arti (cinema, fumetto, danza...).
La call è scaricabile su www.fondazioneperlaculturatorino.it.
La risposta alla chiamata dovrà pervenire entro e non oltre il 10 febbraio 2017. Una mail di riscontro garantirà l’avvenuta ricezione.
Se gli esiti della "sperimentazione" saranno positivi la stessa formula sarà perfezionata e ripetuta annualmente.
Quindi chiunque operi stabilmente sul territorio e desideri partecipare alle attività di Jazz per la Città potrà farlo rispondendo e candidandosi. I lavori che soddisferanno i requisiti richiesti saranno giudicati da una commissione artistica e organizzativa e, se ritenuti idonei, verranno finanziati e inseriti nel palinsesto di Narrazioni Jazz come parte integrante.
Le proposte, ne verranno accolte 8, saranno soggette al giudizio insindacabile della commissione artistica e organizzativa di Narrazioni Jazz presieduta dal Direttore Artistico Stefano Zenni. Nello spirito della più ampia libertà, i partecipanti alla chiamata potranno presentare dalla singola attività al programma composito da tenersi nei giorni compresi tra il 18 e il 21 maggio senza vincoli di orario o di sede, fatte salve le necessarie esigenze di armonizzazione del cartellone complessivo.
La selezione si basa sui 4 criteri di valutazione, indicati sul bando, ai quali sarà attribuito un punteggio, fino a un massimo di 100 punti.
La graduatoria degli ammessi sarà pubblicata sui siti della Città di Torino e della Fondazione per la Cultura.
A CHI SI RIVOLGE LA CALL: associazioni, scuole di musica ed enti operanti nel campo della musica jazz in maniera continuativa nella città di Torino e nell’area metropolitana.
COME PARTECIPARE - MODI E TEMPI: scaricare il form (word o pdf) disponibile sul sito www.fondazioneperlaculturatorino.it, compilare tutti i campi indicati e inviare esclusivamente via posta elettronica a jazzperlacitta@gmail.com.
È possibile allegare al form un file di dettaglio (massimo 2 cartelle) oltre che materiali utili quali audio e video, indicando il link di riferimento o inviandoli direttamente all’indirizzo mail jazzperlacitta@gmail.com.
Mi pare di capire che l'idea di cultura della nuova giunta sia: chi ha i soldi per pagare 30 euro si becca il concertone. Gli altri, se va bene, si beccano il saggio del nipote del cugino del mio panettiere che stecca due note su tre, ma ci mette tanto impegno.
RispondiEliminaSurreale.
RispondiEliminaSuonare gratis non è bello, si sa. Ma è un'occasione perché dei talenti nascosti possano emergere invece dei soliti noti.
RispondiEliminaI talenti nascosti sono come l'araba fenice. E chi ha talento ha dignità e rifiuta di svendersi o, peggio, regalarsi.
EliminaA me hanno insegnato che chi costa poco, vale poco. In tutti i campi: dal muratore al pianista.
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