Ma chi ci ferma? Il direttore Nicola Lagioia e il vicepresidente Mario Montalcini sono i principali artefici della riscossa del Salone |
Il senso del "rapporto"
L'altro tema caldo è il futuro rapporto con Milano. Premesso che il Salone non si sposta né da Torino, né da maggio, credo sia utile a tutti e quanti prendere atto che "rapporto" non significa necessariamnente connubio, e manco collaborazione. Per decidere che cosa significherà la frusta paroletta, i nostri zuavi dovranno scegliere una linea di condotta univoca, e unanime, e agire di conseguenza nei mesi che verranno.La prudenza del Chiampa
Chiamparino non perde occasione per proclamarsi disponibile a un confronto a tutto campo, con i milanesi, con i ministeri, o con chiunque abbia titolo a parlare. Ma è chiaro che non arretrerà di un millimetro e non farà sconti ai secessionisti sconfitti. Lui e la Parigi sono durissimi, sul punto. Chiampa però ha letto Machiavelli, e sa che l'uomo di potere sta "in su la volpe e in sul lione", quindi non fa la faccia feroce per convenienza politica: non vuole lo scontro duro con Franceschini, che ancora vaneggia di un "rapporto di collaborazione con Milano". Sappiamo da tempo immemorabile come Milano immagini i "rapporti di collaborazione" con Torino: loro comandano e noi serviamo il caffè. E il Chiampa non intende cascarci.I timori di Chiarabella
Mi preoccupano di più Chiarabella & Co. Meno navigati, i cinquestelle di governo in Comune sono stati presi di sorpresa dall'imprevedibile resurrezione del Salone. Adesso cavalcano l'onda e si vantano, ma in realtà hanno la sensazione d'averla scampata per il rotto della cuffia, e in cuor loro temono che l'anno venturo sia ancora più difficile: per cui sotto sotto lavorano per il re di Prussia, non chiudendo la porta all'abbraccio mortale con i bauscia.S'impone prudenza, si raccomanda astuzia, se c'è. Di sicuro il Salone farà tanti accordi con le manifestazioni letterarie nazionali e internazionali: ma cominciamo dai rapporti sani e già ben avviati, tipo la Children's Book Fair di Bologna. Poi, se metteranno la testa a partito, potrà venire pure il turno di Tempo di Libri.
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