Gaetano Capizzi, direttore di CinemAmbiente, davanti all'arazzo stradale creato da InGenio e dalle volontarie del quartiere |
Ad ogni modo, l'atmosfera era lieta, splendeva il sole e gli animi trasudavano letizia. Quand'ecco che la direttrice del Museo del Cinema Donata Pesenti (ormai viene presentata così, senza nessun riferimento all'incarico pro-tempore) prende la parola per aprire la conferenza stampa. E anziché sciorinare le solite frasi di repertorio su quanto sia importante la difesa dell'ambiente e quanto sia educativo un festival che se ne occupa da vent'anni con tanta competenza e tanta passione eccetera eccetera, la Testarossa della Mole si lancia in una furente denuncia della situazione drammatica che sta vivendo il Museo del Cinema.
Pesenti: Basta emergenza al Museo, la politica si impegni
L'Arena. Da sinistra: Parigi, Pesenti, Capizzi, Giannuzzi e Leon. Giannuzzi legge l'intervento e gli altri tre seguono la sua fatica con sguardi preoccupati |
Ci sono stati tagli e cambiamenti che hanno fatto dubitare addirittura di poter portare avanti l'attività ordinaria del Museo. (eh beh, gli hanno tolto almeno 600 mila euro e gli hanno fatto fuori un direttore senza riuscire a nominarne un altro di loro gradimento...)
E invece no. Nel giro di venti giorni noi inagureremo CinemAmbiente, poi una grande mostra intitolata "Bestiale. Animal Film Stars" e infine il festival Lovers. (bravi)
Un eccellente e faticoso lavoro di squadra ha consentito al Museo di affrontare la situazione, pur applicando un consistente risparmio del 20 per cento su tutto, comprese le nostre 'filiali', i festival (li definisce così: 'filiali'). Tutti i budget dei festival sono stati ridotti del 20 per cento. Compreso CinemAmbiente. (hai capito? Allora è vero che hanno ridotto i budget a tutti, e non solo a Lovers)
Siamo riusciti a fronteggiare l'emergenza. Ma l'emergenza non può diventare una condizione ordinaria: il rischio è che il Museo imploda. Ad aprile abbiamo avuto 92 mila visitatori. Con quattromila visitatori al giorno e cinque ore di coda per entrare dovremmo poter intervenire per ridurre il disagio: invece non abbiamo neppure i mezzi per installare delle casse fuori della Mole, così di accelerare gli ingressi. Questi problemi ci impediscono di crescere e mettono in pericolo il nostro futuro.
Abbiamo bisogno di certezze economiche. Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Adesso è necessario che ci sia un impegno della politica per sostenerci".
Parigi: Non dirlo a me che non taglio un centesimo, e cercati un ragioniere
La Furia Rossa si tace, mentre nella sala regna lo sconcerto. Nessuno - nemmeno i collaboratori stretti della Pesenti - si aspettava un simile attacco frontale. Il povero Capizzi ha l'aria sconsolata: già s'immagina i titoli sul suo bel festival così amorevolmente costruito svanire scacciati dalle cronache della piazzata. Leon ha l'aria assente: sembra domandarsi se la Pesenti alludesse a qualcuno.Prende la parola Antonella Parigi. L'assessore regionale alla Cultura sembra Ollio quando Stanlio gli ha fatto un dispetto, e lui si prepara a restituirglielo con gli interessi. Non si rimbocca le maniche, l'Antonellina, ma idealmente è come se.
"Io - dice, rivolta alla Pesenti - avrei invece ringraziato la Regione Piemonte che, pur versando anch'essa in una precaria situazione di bilancio, ha mantenuto il suo contributo di due milioni e quattrocentomila euro per un'istituzione, il Museo, che è della città, ma per la quale la Regione continua a dimostrare il massimo impegno. (stento a immaginare come si potrebbero inserire più rinfaccini in una frase così corta)
Non credo si possa chiedere un maggiore impegno politico da parte della Regione: il nostro impegno è qui, e lo testimonia anche la presenza a questa conferenza stampa del presidente del Consiglio regionale e del presidente della nostra Commissione cultura. (scarsi segni d'emozione fra il pubblico)
A voi del Museo chiedo soltanto ciò che sto chiedendo da anni: di mettere in piedi un sistema di audit amministrativo efficiente". (questo è vero: sono anni che chiede un ragiunatt al Museo. E a questo punto sono incline a darle ragione)
Giannuzzi: Il surrealismo al potere
Ecco fatto. Breve ma succulenta. Seguono le consuete congratulazioni a Capizzi e al suo Festival, e la parola passa all'assessore comunale all'Ambiente Giannuzzi. La tapina o non ha capito quello che le è capitato attorno, oppure non si fida ad emetter fiato che non stia scritto nel foglietto che tiene sotto gli occhi.Di conseguenza comincia a leggere diligentemente - seppur a fatica - il suo discorsetto di circostanza. E' l'intermezzo surreale nel dramma che si sta dipanando sotto i miei occhi increduli. Vorrei avere un secondo sacchetto di meringhette da sgranocchiare, ma anche così lo spettacolo è straordinario.
Il siparietto della Giannuzzi ci conduce senza scosse al pezzo forte della rappresentazione: la replica di Francesca Leon.
Leon: Vi daremo altri 300 mila euro, ma dobbiamo rivoluzionare la struttura
L'assessore alle Fontane parte senza tanti preamboli, e ci va giù come uno spaccalgna: "E' evidente - dice - che non si può lavorare sempre in emergenza: ma noi abbiamo trovato un'emergenza, al Museo, a prescindere dai tagli. Nel bilancio 2017 il Comune prevede un contributo di due milioni: sono seicentomila euro meno dell'anno passato, ma di questi seicentomila già con il prossimo assestamento ne reintegreremo 300 mila. (se vi interessa approfondire questa sorprendente dichiarazione, vi rimando al penultimo capitoletto di questo post)Stiamo lavorando con tutti i soci per rivedere i modelli di gestione perché il Museo torni ad essere efficiente in un'ottica di sviluppo e non di ripiegamento. E' necessario uno sforzo collettivo per lavorare in modo più efficace costruendo nuovi strumenti gestionali e ideativi. Passi in avanti ne sono stati fatti: adesso si ha contezza dell'assetto economico del Museo. (direi proprio di no. Direi che al Museo sono ancora in un bel casino, senza un direttore, con un presidente scaduto, e con voci allarmanti che girano senza controllo. Comunque si apprende ora che il celebre "buco" nell'ultimo bilancio di Barbera è inferiore a quanto s'era detto nei mesi scorsi: assomma a 181 mila euro)
Un assetto nuovo - conclude Leon - è il punto di partenza perché il Museo abbia tutti gli strumenti per vivere anziché sopravvivere".
Capizzi dà i numeri
Finito. Gli assessori cedono la parola agli sponsor. Leon scappa come se l'inseguisse il demonio: manco provo a fermarla. Un tentativo lo faccio con Pesenti, anch'ella in fuga come un ciclista sul Poggio di Sanremo: mi va via sotto il naso, appena sussurrando "quel che avevo da dire, l'ho detto".Capizzi, costernato per la bagarre che gli ha rovinato la sua bella conferenza stampa del ventennale di CinemAmbiente, porta valorosamente avanti la presentazione, ma alla fine si arrende alla forza delle cose e dà ai giornalisti tutti i dati che i giornalisti bramano. Quest'anno, apprendiamo, CinemAmbiente riceve da Museo 306 mila euro (nel 2017 erano 380 mila), e tale cifra va a coprire non soltanto i costi del festival, ma anche quelli di tutte le attività e le rassegne curate nell'arco dell'anno.
Riducendosi i contributi pubblici, si esalta la qualità di CinemAmbiente come festival che piace agli sponsor: le solite Iren, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo, certo; ma anche Smat, Asja, Conai e tanti altri. Gli sponsor contribuiscono a quei 306 mila euro per circa l'80 per cento, dice Capizzi. Un'altra fonte attendibile mi riferisce che gli sponsor peserebbero addirittura per l'87,3 per cento, il che ridurrebbe la quota messa di tasca propria dal Museo, e quindi dalle istituzioni pubbliche, ad appena il 13,7 per cento.
Il bilancio della giungla nera: tante cifre, nessuna certezza
E qui vorrei che Leon mi spiegasse una volta per tutte come sta messo davvero il loro bilancio. Rileggetevi la tabella che potete vedere a questo link; e se non vi fidate, nello stesso post trovate pure il promemoria sul bilancio distribuito in commissione dalla Leon stessa, e quindi attendibile oltre ogni sospetto: salvo minime variazioni di nessuna influenza, le cifre sono le stesse.Dai due documenti risulta quanto segue: il previsionale 2016, approvato ancora da Fassino, stanziava per il Museo 2.175.000 euro, quasi tutti in spesa corrente, ovvero soldi effettivamente presenti in cassa.
L'assestamento di Appendino, nel novembre 2016, in apparenza alzò il contributo a 2.540.000: in apparenza, perché la tabella include il pagamento di 465 mila euro dovuti dal Comune al Museo fin dal 2013. In compenso, quell'assestamento di Appendino spostò più di due milioni di euro dalla spesa corrente al conto capitale: in parole povere, trasformò i soldi reali in soldi ipotetici, che al momento in cassa non ci sono ma si spera che saltino fuori in qualche maniera entro la fine dell'esercizio di bilancio.
Infine, il bilancio previsionale 2017 di Appendino stanzia 1.450.000 euro, di cui ben un milione tondo in conto capitale, ovvero in soldi al momento non presenti in cassa. E la Leon oggi dichiara che, oltre a coprire quel milione in conto capitale, riusciranno a recuperare altri 300 mila euro. Fantastico: potessi fare così anche col mio disastrato conto in banca...
Ad ogni modo: dalle tabelle, lo stanziamento del Comune per il Museo risulta essere non di due milioni, come dice Leon, bensì un milione e 450 mila euro. Il taglio rispetto al previsionale-Fassino 2016 è di 725 mila euro, non di 600 mila; mentre rispetto all'assestamento-Appendino del 2016 (depurato dei 465 mila euro che il Comune doveva dal 2013 e sono un'una tantum) diventano finalmente 625 mila.
Io non ci capisco nulla, ma temo che la Leon non ne capisca molto di più. Forse che in fase di approvazione di bilancio lo stanziamento per il Museo è stato alzato, a mia insaputa, da 1,45 a due milioni? Ma anche in tale irrealistica ipotesi, i conti non tornano: se, come dice la Leon, adesso lo stanziamento del Comune è due milioni, come fa l'assessore alle Fontane a parlare di un taglio di 600 mila euro, se il contributo era all'incirca di due milioni l'anno scorso?
Ha ragione Leon quando dice che il Museo deve dotarsi di nuovi strumenti gestionali: ma se anche lei non se ne andasse in giro a sparare cifre a muzzo, forse la situazione al Museo, e pure altrove, si normalizzerebbe con maggiore rapidità.
La vita è bella: basta avere fiducia
Insomma, una mattinata passa a far di conto, anziché bearmi dello splendido programma della ventesima edizione di CineAmbiente. Per consolare Capizzi e il suo dinamico staff, prometto un post apposito interamente dedicato ai film e alle altre cose buone e giuste che vedremo dal 31 maggio.Capizzi, intanto, si consola chiudendo la conferenza stampa con un wishful thinking: "Noi andiamo avanti, faremo un bel festival, il Comune e la Regione ci hanno espresso la loro attenzione e il loro appoggio, e io ho fiducia". Ci voleva, in un festival ambientalista, uno dei rari esemplari superstiti di mammifero che si fida dei politici.
Mentre lascio la sala della conferenza, vedo Gaetano che chiacchiera con una consigliera comunale, una delle mie Figurine Favorite. Lo apostrofo giovialmente: "Beato te, Gaetano, che non capisci un cazzo! Continua a fidarti della politica, vedrai che ti trovi bene...". Al che la mia Figurina Favorita mi si rivolge stillante entusiasmo: "Ma allora lei dovrebbe fidarsi del Movimento Cinque Stelle, perché la quinta stella sta per Ambiente!".
Mi trattengo, rispondo qualcosa di banale, ed esco fischiettando. La vita, in fondo, è una cosa meravigliosa.
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