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LA GAM VA A CUNEO: ECCO TRE BUONI MOTIVI PER ANDARCI ANCHE VOI


Cose belle a Cuneo: a sinistra un'opera di Marchegiani, a destra un Carena,
 e al centro le sagome di Ceroli e (a terra) un Gilardi. Il crocefisso è d'epoca
Il termine di moda è "serendipity", io preferisco l'espressione spagnolesca "buscar el levante por el ponente": trattasi, in parole corrive, della classica botta di culo, quando fai una cosa aspettandoti un certo esito, e invece succede altro, inatteso e più piacevole di ciò che ti aspettavi.
Ieri non avevo impegni interessanti, per cui ho accettato l'invito della Gam a partecipare a una gita scolastica a Cuneo. Per "gita scolastica" intendo quello che accada allorché un ente o istituzione pubblico o privato carica su un pullman una smazzata di giornalisti e li porta da qualche parte a vedere qualche cosa che  l'ente o istituzione desidera pubblicizzare. I giornalisti vanno, vedono, prendono appunti, vengono sfamati (in genere bene) e quindi riportati a casa con la raccomandazione di scrivere tanti begli articoli su ciò che hanno visto.
Io ho accettato principalmente perché non avevo di meglio da fare: andare a Cuneo gratis è pur sempre meglio che portare il cane (che non ho) ai giardinetti.

Nuovi orizzonti: Gam goes to Cuneo

In subordine, ho accettato poiché le amiche dell'ufficio stampa della Gam mi avevano spiegato che si trattava di una mostra sulla Pop Art italiana allestita a Cuneo con opere della Gam, molte delle quali di solito non sono esposte, ma conservate nei depositi. Per invogliarmi, le amiche della Gam mi avevano pure detto che è la prima volta che la Gam fa una mostra fuori sede così importante. Non so se sia vero, ma l'argomento è d'attualità. Si lodano tanto i grandi musei che allargano le loro attività e nuovi punti espositivi, si cita sempre il Guggenheim di New York che ha filiali a Venezia e Bilbao e Abu Dabhi; e insomma, se la Gam fa qualcosa a Cuneo è un inizio. Magari modesto, ma pur sempre un inizio. 
E poi mi sembrava giusto stare all'occhio e informarmi, casomai il prode Ricca, dopo la crociata contro l'Egizio a Catania, volesse scatenarne un'altra contro la Gam a Cuneo. 
Premetto subito, per rassicurare il prode Ricca, che in questo caso il prestito è a breve termine: fra tre mesi le cinquantuno opere della Gam esposte a Cuneo se ne torneranno nei depositi della Gam - o magari anche in esposizione alla Gam, tanto non fa molta differenza per quelli che si agitano contro gli "scippi ai nostri bei musei" però nei musei non ci entrano manco morti
Con tutto che alla Gam una più frequente e più convinta rotazione delle opere esposte farebbe un gran bene: se hai certi tesori in deposito, sfruttali, mandando in cantina - anche solo per un po' - quel profluvio di immense e immensamente noiose tele ottocentesche. Il disinteresse dei visitatori - specie torinesi - per la collezione permanente della Gam è ormai accertato, ma rinnovare l'assortimento a volte funziona: non solo per i negozi di tessuti.

Arrivo a Cuneo, e scopro una meraviglia

Chiesa di San Francesco: nterno gotico con Pop Art e giornalisti
A farla breve: ieri mattina mi sono ritrovato su questo pullmino verde pisello e carico di giornaliste diretto verso Cuneo, intento a domandarmi "che ci faccio qui?" e preoccupato che all'altezza di Carmagnola cominciasse la vendita delle pentole.
Nessuno ha cercato di vendermi delle pentole, e quando il pullmino verde pisello è arrivato a Cuneo ho avuto un'illuminazione: bravo, mi sono detto, hai fatto la cosa giusta. 
Il pullmino verde pisello si è arrestato di fronte a un gioiellino architettonico cuneese a me del tutto sconosciuto: il complesso monumentale di San Francesco. Trattasi di chiesa e convento medievali, oggi sede del Museo civico e di mostre temporanee come questa della Gam. Una struttura straordinaria, com'è straordinaria l'operazione di restauro e recupero pagata interamente dalla Fondazione Crc. 
Crc ovviamente sta per Cassa di Risparmio di Cuneo. 
Anche a Cuneo va come va a Torino, cambia solo una consonante ma la morale è sempre quella: se non ci fossero le fondazioni bancarie, le politiche culturali pubbliche oggi non esisterebbero più. Semplicemente. Piaccia o non piaccia, è così.

Una mostra per l'estate: anche per l'estate torinese

La Fondazione Crc  per festeggiare i suoi venticinque anni ha regalato a Cuneo la mostra sulla Pop Art italiana, facendosi prestare le opere dalla Gam ed esponendole sotto le navate gotiche della chiesa di San Francesco. Così la Gam ci guadagna qualche soldarello, che di 'sti tempi male non fa; dai depositi saltano fuori capolavori autentici, che si esaltano nel contrasto con la fantastica location; e i cuneesi posso godersi una mostra che consiglio anche ai torinesi, tanto più che quest'estate di mostre d'arte che valgano la pena a Torino ce ne saranno pochine, giusto quella di Boldini alla Venaria (tranquillo, Fabri, ho detto "Boldini", non "Boldrini"...). "Colori" chiude a fine luglio. Della mostra della Collezione Sperone a Palazzo Chiablese, di cui s'era vociferato, si è persa ogni traccia. E dai nostri musei civici non aspettatevi troppo, quelli lottano per sopravvivere.

Tre motivi per andare a Cuneo

Uno splendido Merz, una splendida ambientazione: what else?
Ad ogni modo, altro che gita scolastica. Altro che pentole. 
Ieri non potevo spendere meglio la mia giornata. Sono andato in estasi.
Almeno per tre motivi. 
Intanto per la chiesa di San Francesco, che è uno spettacolo, dentro e fuori: a condizione di non guardare la facciata, rimaneggiata alla cdc chissà quando e chissà da quale energumeno dell'architettura.
Poi per il piccolo ma interessante Museo civico, che espone anche molti reperti archeologici scoperti durante i lavori di costruzione dell'autostrada Asti-Cuneo. Trattasi di reperti provenienti da siti preistorici, romani e longobardi; sono esclusi i reperti della costruzione dell'autostrada Asti-Cuneo, che per quanto sono durati i lavori rientrerebbero anch'essi nell'ambito dell'archeologia.
E infine per la mostra in sè, curata da Riccardo Passoni e davvero ben fatta: si intitola "Io non amo la natura", dal titolo di un'opera di Schifano esposta insieme ai lavori di tutti gli altri protagnisti, negli anni Sessanta, di quella magnifica stagione dell'arte italiana. Mostra di larghe vedute, che include pure nomi non rigorosamente classificabili nell'ambito della Pop Art, ma ad essa per vari motivi riconducibili: da Schifano, appunto, a Giosetta Fioroni, da Tano Festa a Aldo Mondino, dai vari Merz, Pistoletto, Gilardi e Kounellis "pre-Arte Povera" al Nespolo più sperimentale. 
A me ha fatto un gran piacere rivedere, sessant'anni dopo, le grandi sagome di legno che Mario Ceroli creò per il "Riccardo III" di Gassman (padre) allo Stabile; e anche due belle opere di Antonio Carena, un pittore che stiamo colpevolmente dimenticando.
A dire il vero, a me personalmente ha fatto pure un immenso piacere rivedere, nell'occasione, una cara amica, donna bella e intelligente che ha larghi meriti nella mostra e in molte altre iniziative importanti per l'arte in provincia di Cuneo. 
Ma questa è un'altra storia. Voi andate a Cuneo anche se non avete amici a Cuneo. Cuneo is the new Turin.

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