I NUMERI DI LOVERS: DIALOGO SULLE SCELTE POLITICHE E I CONTI DELLA SERVA FRA UN ASSESSORE E UN CRONISTA
L'assessore Marco Giusta |
L'assessore Marco Giusta è stato il regista del nuovo corso che ha trasformato il Tglff in Lovers. Così ieri, incontrandolo, ne ho approfittato per chiedergli notizie sul mistero della presenze a Lovers.
Ricordate? Io m'ero permesso di scrivere che quest'anno all'ex Cinema Gay mi sembrava ci fosse meno pubblico rispetto al passato. Apriti cielo. S'erano indignati come aquile. La direttrice Irene Dionisio, i suoi selezionatori, lo stesso Giusta mi avevano detto - con differenti gradi di urbanità - che era una balla, che il pubblico era lo stesso se non di più, che ero manovrato dai nemici del festival, e che entro pochi giorni mi avrebbero mostrato i numeri e i dati e mi sarei dovuto ricredere.
Sempre pronto a ricredermi, aspetto da tre mesi i numeri e i dati.
Ieri acchiappo Giusta e gli domando quando mi mostrerà i famosi numeri e i famosi dati.
Giusta mi guarda con l'aria del Non-Capisco-Di-Che-Mi-Stai-Parlando.
"I dati sulle presenze a Lovers", spiego io.
"Ma lascia in pace Lovers", replica Giusta.
"Non voglio molestare Lovers. Dicevate che vedendo i dati mi sarei ricreduto, e quindi vorrei ricredermi".
"Io non ho detto niente", precisa Giusta.
"L'ha detto la direttrice Irene Dionisio. Ma io non voglio molestare la direttrice".
"Sì, lascia lavorare in pace Irene".
"Non desidero altro che lasciarla lavorare in pace. Per questo chiedo a te".
"Guarda, a me non interessa sapere se Lovers ha avuto più o meno spettatori; mi interessa il progetto. Insomma, è una scelta politica...", obietta Giusta.
"Liberissimo. A me invece interessa sapere quanti spettatori ha avuto. Mi pareva intessasse anche a voi, dato che mi avete coperto di miseria quando ho scritto che c'era poca gente. Un paio di quei selezionatori ingaggiati dalla direttrice e pagati con i soldi miei erano piuttosto incazzati e mi hanno detto delle cose molto cattive. Per cui adesso vorrei vedere i numeri. Questa è la mia scelta politica. Potrò averne una anch'io, o solo tu?".
"Certo, anche tu", acconsente Giusta.
"Ecco, allora posso vedere i numeri?"-
"Io non li ho".
"E chi li ha?".
"Non so. Credo il Museo del Cinema".
"Senti, io al Museo del Cinema non capisco più chi comanda e con chi devo parlare e inoltre non sono certo che abbiano tanta voglia di parlare con me. Tu sei l'assessore, chiediglieli tu e poi dammeli".
"Non so".
"Adesso sai. Vorrei i dati sulle presenze e ti invito a darmeli".
Non spiego a Giusta che i borderò di un festival finanziato con soldi pubblici non sono un segreto militare e che io sono un contribuente e ho diritto di sapere come vengono spesi i miei soldi: non glielo spiego perché suppongo che ne abbia contezza.
"Va bene, ti darò dei numeri", tenta di celiare Giusta.
"Spero non a caso. Mi fido della tua onestà".
"Naturalmente", annuisce lui.
"Naturalmente", concordo io.
Questo dialogo accadeva ieri a mezzogiorno in piazzale Valdo Fusi.
Sto aspettando.
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