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HARRY POTTER E L'ORDINE DELLA CHIARABELLA: MAGICHE AVVENTURE DI FINE ANNO

Piccole maghe crescono: esibizione di prestidigitatrici dilettanti durante la presentazione delle magiche iniziative di fine anno
Tendenzialmente non me ne fotte niente del Capodanno in piazza, per il banale motivo che a Capodanno l'ultima punizione che penserei di infliggermi sarebbe di trascinarmi nella fredda notte di San Silvestro a simulare allegria all'aperto e circondato da estranei, alcuni dei quali prevedibilmente alticci e inclini al lancio di petardi.
Oh, raga, il Capodanno lo facciamo a Torino, ve lo avevo già detto?
Aggiungete che non ho mai apprezzato i giochi di prestigio e mi annoiano i maghi, gli escapologi, gli illusionisti, i segatori di ragazze in lustrini, i fantasisti, i prestidigitatori, e in genere chiunque estragga uova dalle orecchie o maneggi carte da gioco, ivi compresi gli insidiosi conoscenti estivi che tentano di coinvolgerti in uno spettacolino fra amici o financo in una partita di scala quaranta. Mi piace Brachetti, ma Brachetti è Brachetti; e comunque d'inverno lo vado ad ammirare in teatri riscaldati. 
E mi piacciono, quelli sì, i film e i libri di Harry Potter, però lì si tratta di tutt'altra magia: soltanto un annoso equivoco lessicale della nostra lingua consente agli organizzatori intrattenimenti illusionistici di millantare "atmosfere alla Harry Potter". Meglio per loro, comunque: così non posso fulminarli con un meritatissimo Excrucior.
Stando a quanto sopra premesso, non esisteva nessun buon motivo che giustificasse stamane la mia gita a Palazzo Civico per assistere alla presentazione del "Natale e Capodanno magici" escogitati quest'anno dalle fertili immaginazione dei nostri simpatici elfi domestici.
Nessun buon motivo tranne il mio maledetto senso del dovere (verso chi, poi, davvero non saprei dire) che mi obbliga a capire come funziona la faccenda sul piano organizzativo e finanziario.
Bellatrix Lestrange
Prima di proseguire mi corre però l'obbligo di ricordare che in certe deprecabili occasioni non manca mai chi, sull'onda dell'entusiasmo e del luogo comune, minaccia di trasformare per un mese intero Torino nel "castello di Harry Potter", presumo alludendo a Hogwarts. Da cittadino collaborativo, quindi, nella mia cronaca mi adeguo alle direttive.
Dunque: sul piano organizzativo ho capito che le magiche atmosfere saranno orchestrate da un direttore artistico che somiglia a Gilderoy e, mi dicono, vanta ampia esperienza nel settore. Non mi è stata invece esplicitata la procedura che ha portato al conferimento dell'alto incarico da parte del Comune (pardon, il Ministero della Magia). Non avendo notizia dell'esistenza di un bando, sono portato a presupporre una convocazione tramite Lettera di Accoglienza recapitata da Edvige.
Alla presentazione delle magie di fine anno è presente Bellatrix Lestrange: si dice strasicura che la trovata del magico Capodanno torinese attirerà sulla città la curiosità internazionale e carovane di turisti avidi di stupori; e non manca di ricordare che Torino è "per tradizione città magica", ricascando così nel solito equivoco lessicale che ficca nello stesso calderone (è il caso di dirlo) sortilegi arcani e conigli dal cilindro.
Mirtilla Malcontenta
Anche Mirtilla Malcontenta esprime soddisfazione e fiducia nell'immancabile successo popolare del ricco cartellone di intrattenimenti, che trascineranno nella magicata pure i musei civici tanto bisognosi di visitatori.
Invece il melancolico professor Remus Lupin si premura di relazionare lo scelto pubblico sui costi dell'iniziativa. Già si sapeva che il Comune (ri-pardon: il Ministero della Magia) elargirà 203 mila euro a Fondazione Cultura Grifondoro e 91.500 a Teatro Regio Serpeverde per allestire i magici ludi, ma apprendo dalla viva voce del prof. Lupin che anche quest'anno ci saranno prestigiosi sponsor a sostenere economicamente l'iniziativa: immancabili la solita Iren, Pantalone designato di ogni trovata comunale; e Ubi Banca nel ruolo di Gringott Bank, che come al solito pagherà il solito finto albero di Natale, traslocato in piazza Castello con il solito Calendario dell'avvento; a questi si aggiungono due giganti della ristorazione, Just Eat e la catena dei Girarrosti Santa Rita. La Gazzetta del Profeta non ha accettato di essere media sponsor, ruolo che quindi spetterà a Rds.
Il melancolico professor Remus Lupin
A questo punto il vostro odioso Severus Piton si sente costretto a chiedere lumi al melancolico Lupin: se il Ministero della Magia sgancia un totale di 294.500 euro a Grifondoro e Serpeverde, e a quelli si aggiungono i soldi degli sponsor, quanto costerà in totale il mese magico di Hogwarts? 
Il professor Lupin mi spiega che i soldi che vanno a Grifondoro e Serpeverde servono per pagare gli spettacoli e l'organizzazione generale, mentre gli sponsor copriranno i costi - ancora da quantificare - conseguenti alle indicazioni di sicurezza che prefettura e vigili del fuoco decideranno in base alle disposizioni di Chi-Sai-Tu Gabrielli. Vedendomi sbiancare, il professor Lupin s'affretta a precisare che in realtà quei 294.500 euro il Ministero della Magia non li toglie dalle proprie casse: si tratterà, assicura il prof. Remus, dei soldi che il Ministero della Magia prevede di farsi pagare dai folletti che organizzano i Mercatini del Natale coi fiocchi (124 mila euro) e Cioccolatò (pare saranno 77 mila euro, cifra accertata in diretta dopo ampio dibattito fra gli spiritelli amministrativi coordinati dalla direttrice di Grifondoro Minerva McGranitt). Più o meno i conti tornano.

Torno fra i babbani ma la Pozione Obliviosa non perdona

Minerva McGranitt
Il riferimento ai soldi di Grifondoro mi riporta nel banale mondo dei babbani. Già che sono lì, provo allora a domandare al sindaco Appendino in cosa consista la diversità fra i 203 mila euro che Appendino quest'anno assegna alla Fondazione Cultura per fare il Capodanno Magico, e i duecentomila euro che nel 2015 Fassino assegnò alla Fondazione Cultura per fare il Festival Todays e che provocarono la pizzuta interpellanza dell'allora consigliere d'opposizione Appendino ("Per quale ragione la Città sia diventata sponsor della Fondazione per la Cultura Torino invece di chiedere a quest'ultima di reperire risorse con sponsorizzazioni private").
Riporto lo sbobinamento della risposta del sindaco: "Non ho capito questa domanda, noi abbiamo deciso di utilizzare la Fondazione Cultura e il Regio per l'organizzazione del Natale e Capodanno e siamo convinti che la scelta sia corretta, quindi se la domanda è 1
'avreste preferito farlo con qualcun altro?' la risposta è no, siamo soddisfatti di farlo con la Fondazione Cultura".
Quando si dice capì ciò per broca. Interviene la provvidenziale segretaria generale della Fondazione Cultura Angela Larotella che spiega: "La risposta tecnica è che quello del 2015 era un contributo preso dalle casse della Città, invece questa volta vengono usati canoni che recepiscono le risorse reperite da privati". Insomma, dice Larotella, stavolta il Comune incassa un canone e lo trasferisce alla Fondazione Cultura. Non chiedetemi cosa cambierebbe se invece trasferisse i soldi della mia Tarsu: non lo so, mica sono un tecnico.
La risposta tecnica, a essere sincero, mi sembra comunque un po' bizantina. Ma almeno certifica che la segretaria della Fondazione Cultura ha capito di che cosa stiamo parlando.
Ho invece la netta sensazione che il sindaco Appendino proprio non conservi il minimo ricordo dell'interpellanza del consigliere d'opposizione Appendino. Forse è vittima della Pozione Obliviosa.

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