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APPARIZIONI... SPARIZIONI... IL BANDO E' MOBILE QUAL PIUMA AL VENTO

Torino città magica. Il bando c'è ma non si vede

Questa è la notizia:
Il Museo del Cinema ha avviato la procedura per la selezione del nuovo direttore del Lovers Film Festival: l'attuale direttrice Irene Dionisio termina il suo mandato triennale con l’edizione di quest’anno, in programma dal 24 al 28 aprile. La selezione del nuovo direttore artistico sarà affidata a una commissione di selezione - composta da Giaime Alonge, Alessandro Battaglia, Ricke Merighi, Roberto Piana e Bruna Ponti - che avrà il compito di presentare tre nomi al comitato di gestione del Museo, al quale, spetterà la decisione finale. La call, che scadrà il 25 marzo, è pubblicata a questo link: https://bit.ly/2Vhto5Y. Il nome del nuovo direttore sarà annunciato durante la serata finale del Lovers Film Festival.
Punto e a capo. L'ipotesi di un rinnovo dell'incarico non è stata presa in considerazione.
La notizia è però tutt'altro che banale: per la prima volta nella storia il direttore di Lovers viene scelto tramite bando. Irene Dionisio venne nominata nel febbraio del 2017 senza nessun bando, su semplice indicazione dell'assessore Marco Giusta.
Si vede che stavolta non avevano nessuno sotto mano.

Bando che viene, bando che va: il caso Dar Al Hikma

Per simpatica coincidenza, in queste stesse ore ci raggiunge la bella notizia che lo stesso assessore Marco Giusta è intervenuto a risolvere il papocchio ingenerato dalla recente mozione dell'esuberante consigliera Viviana "Vivirosso"Ferrero: mozione nella quale si chiedeva che venisse messa a bando la concessione dei locali di via Fiochetto, da vent'anni affidati al Centro culturale italo-arabo Dar Al Hikma. Con buona pace della pasionaria del bando, il pragmatico e sensato Giusta ieri ha lestamente confermato l'assegnazione al Dar Al Hikma, chiudendo una pantomima che rischiava di trascolorare nel ridicolo.
La mozione (che potete leggere qui) aveva infatti generato uno scontro politico al quale non mi iscrivo. Conosco il Centro, ne apprezzo da sempre l'attività, ma non voglio addentrarmi nel merito. Mi limito a esaminare due aspetti testuali (ma non formali) della vicenda.
Il primo aspetto è un passaggio della mozione nel quale si chiedono al futuro assegnatario modalità di gestione "condivise con l'amministrazione": questa frase fa il paio con la "specifica selezione la cui governance sia in capo alla Città di Torino" che un'altra mozione della maggioranza consiliare, quella sulle Fondazioni culturali, vorrebbe imporre al Museo del Cinema (a questo link ne parlo dettagliatamente). Secondo me non si rendono mica conto di quel che scrivono: mettono nero su bianco l'ingerenza della politica nella cultura, e pensano di fare bene. Gesù, illuminali.
Ma la cosa che mi manda ai matti, e riconduce anche questa vicenda alla Grande Pagliacciata del "Bando sì Bando no" - un classicone della sfiga torinese - è il post che Vivirosso ha pubblicato su Facebook a commento della sua bella impresa. La simpatica fustigatrice di "disperati, anziani disinformati e madamin salottiere" questa volta scrive con orgogliosa sicurezza su Fb (e lo scrive il 21 febraio, sette giorni fa, non un secolo!) che "la modalità che come Movimento ci siamo dati per dare pari opportunità a tutti è il bando. E da qui non ci muoviamo".
Hic manebimus optime. Frangar non flectar. Massicci e cazzuti.
Difatti, dopo la caterva di proteste, raccolte firme e mobilitazioni a sostegno del Centro italo-arabo con cui Torino ha reagito alla mozione di "Vivirosso", Giusta ha rinnovato la concessione, e fanculo il bando. 
Qualcuno avverta Vivirosso, sennò la sventurata non si muove più da lì, e di notte fa ancora freddo.

L'erraticità dei bandi

In realtà, la frase ad effetto "Da qui non ci muoviamo" è la quintessenza dell'ipocrisia, e non soltanto del ridicolo.
Cara Vivirosso, vi siete mossi da lì. Eccome se vi siete mossi. Tutte le volte che vi conveniva, vi siete mossi.
O magari, visto che Vivirosso dice che loro non si muovono e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso, devo presumere che sia il bando a muoversi, dato che 'sto bando lo vedo comparire e scomparire dalle vicende amministrative cittadine secondo criteri e tempistiche insondabili come le meccaniche celesti. 
Oh, io parlo delle vicende di cui mi occupo. Il resto non so. Ciò premesso, mi sia consentito un resumé di quello che è avvenuto con i bandi per l'assegnazione di poltrone e strapuntini nelle istituzioni culturali negli ultimi due anni e mezzo, epoca nuova della trasparenza e del bando. E perdonatemi se l'elenco è lungo quanto la fedina penale di Gambadilegno. A Torino funziona così.
Per la direzione del Museo del Cinema nel 2016 lorsignori pretendono il bando, poi fanno fuori il vincitore del bando (Alessandro Bianchi) perché "vicino al pd", e da quel dì il Museo è senza direttore. Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Per la direzione del Salone del Libro nella calura dell'estate 2016 pensano di fare il bando, ma l'autunno porta consiglio e dopo mille sbattoni non fanno il bando e nominano un direttore (Lagioia) senza bando. 
Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Sempre nel 2016 Chiarabella nomina il commercialista Roberto Coda nel CdA della Fondazione Musei benché costui avesse presentato la candidatura dopo la scadenza dei termini; e replica alle critiche con gli stessi argomenti usati da Fassino in analoga occasione appena un anno prima. 
Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Della direzione di Cinema Gay (ora Lovers) ho già detto: nel 2017 fanno fuori Minerba e, auspice l'assessore Marco Giusta, nominano un nuovo direttore (Irene Dionisio) senza bando. 
Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Per la direzione di TorinoDanza nel 2017 nessuno parla di bando, e in un battibaleno viene scelta senza bando Anna Cremonini, direttore eccellente che incidentalmente risulta anche essere la cugina dell'assessore Leon
Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Sempre nel 2017, per la direzione artistica del Teatro Stabile se la sbrigano in un batter d'occhio e nominano Valerio Binasco (peraltro scelta eccellente) senza bando. 
Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Per la direzione di Narrazioni Jazz prima richiamano il vecchio direttore del Torino Jazz Festival (Zenni) e gli chiedono di restare; e fanculo il bando; poi, riesumato il Tjf, licenziano Zenni e nominano, senza bando, un nuovo direttore nella persona del musicista Giorgio Li Calzi, su segnalazione del consigliere Massimo Giovara
Proprio in quell'occasione, la primavera scorsa, domandai all'assessore Leon quale sarebbe stata in futuro la linea dell'amministrazione rispetto ai bandi: si faranno o no? In quell'occasione Maiunagioia mi parve un po' indispettita per la mia petulanza, e rispose secca secca che "dipenderà dai casi". Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Nella primavera 2018 defenestrano Vergnano, e Chiarabella impone come sovrintendente del Regio Walter Graziosi, su segnalazione dell'amico Giancarlo Del Monaco (non lo dico io, lo ha dichiarato lo stesso Graziosi al Corriere della Sera). Nessun bando. Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.
Last but not least, per il Capodanno Maggico salta fuori dal cilindro un direttore artistico, Walter Rolfo, maggicamente incaricato di gestire una serata da 429 mila euro. Non mi risulta che l'abbiano scelto con un bando. Ma Vivirosso dice che loro non si muovono dal principio del bando, e io non mi permetto di dubitare di Vivirosso.

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