Per quanto ancora? Il palcoscenico del Regio con il sipario calato e la platea deserta |
Ancora prima di cominciare, la stagione 2020/21 del Regio sembra già finita. Sul Corriere di oggi mi assumo il ruolo di profeta di sventura (sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare...) ed espongo le ragioni che mi inducono a vedere nero nell'immediato futuro del nostro sventurato teatro lirico.
Se vi interessa l'analisi completa, potete leggerla a questo link.
In breve, il concetto è il seguente: è pura follia - in primo luogo follia finanziaria - immaginare una stagione d'opera con duecento spettatori a serata, essendo l'opera uno spettacolo per sua natura costosissimo e non fattibile al risparmio. Lo sa anche la tosta commissaria Purchia, che è a Torino per risanare i conti del Regio, non per sputtanarli definitivamente: tant'è che aveva minacciato di incatenarsi per protesta se Cirio non avesse derogato al limite tassativo dei duecento spettatori in sala.
Sento un tintinnar di catene dalle parti di piazza Castello. Al momento né Cirio, né il governo hanno nessunissima intenzione di allentare una misura precauzionale che ammazza qualsiasi teatro, ma che oggi agli occhi dell'opinione pubblica si giustifica con il serio peggioramento della situazione sanitaria. Peggioramento, sia detto per inciso, di certo non attribuibile alla frequentazione di cinema e teatri.
Ad ogni modo. Tali presupposti spiegano tre fatti malaguranti che si stanno verificando al Regio e che qui vi enumero:
1) dallo scorso 24 settembre sono sospesi concorsi e audizioni “in attesa di nuove determinazioni in tema di misure cautelative per il contenimento della diffusione del contagio”;
2) per il mese di ottobre tutto il personale – non soltanto quello artistico – è in cassa integrazione per due settimane, estendibili a tre; e si dice che i contratti dei precari non saranno riconfermati;
3) sul sito del Regio non compare nessuna indicazione sulla stagione 2020/21, che in teoria dovrebbe iniziare a fine mese. Il calendario è vuoto come la scatola cranica di un tronista.
Disponendo di tali indizi, non serve l'acume di Montalbano - ci arriva pure Catarella - per capire che la stagione 2020/21 del Regio, sulla carta già pronta per andare in scena, resta per ora nulla più che un wishful thinking.
Mi chiedo sebi nostri governanti, amministratori, esperti medici prendono mai un mezzo pubblico: la distanza non è di un metro né di 50 cm... tutti vicini vicini!!!
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