Un'immagine di "66 meters", documentario di Max Monch e Alexander Lahl presentato a CinemAmbiente |
Quarto e ultimo giorno di CinemAmbiente: stasera si chiude al Massimo con la premiazione del Concorso Junior e la proiezione del film "The Great Green Wall" di Jared P. Scott.
Mai come quest'anno il Festival è apparso drammaticamente fattuale e necessario, nell'inquietante parallelismo fra quanto viene mostrato sullo schermo e ciò che accade intanto nel mondo. L'ennesima, tragica alluvione che s'è abbattuta in questo weekend sul Piemonte ci conferma cupamente nei fatti - se mai qualcuno ancora sentisse il bisogno di ulteriori conferme - la scomoda verità che da ventitré anni CinemAmbiente ci sbatte sotto gli occhi.
Per questo motivo almeno, se non per altri, sarebbe utile vederli, questi benedetti film: per trarne qualche insegnamento - o almeno per capire perché l'umanità corre verso l'estinzione, e se lo merita pure.
Inoltre conviene approfittare dell'occasione che ci offre CinemAmbiente. Per come si stanno mettendo le cose sul fronte della pandemia, comincio a temere che sarà l'unico festival che quest'anno potremo seguire in una sala. A fine mese dovrebbe esserci Lovers, a fine novembre il Tff, a dicembre Sottodiciotto: come tutti, mi auguro che ci siano, anche perché ciò significherebbe che la situazione è sotto controllo, e che abbiamo imparato a convivere con il virus con prudente e intelligente razionalità. Ma prudenza, intelligenza e razionalità non sono doti di cui ci sia abbondanza, su questo pianeta: e dunque godiamoci CinemAmbiente, che del doman non v'è certezza.
Commenti
Posta un commento