"Dopo una lunga attesa durata oltre cinque anni, i Giardini Reali riaprono nella loro interezza per tornare ad essere patrimonio dei cittadini e di tutti gli amanti di garden art d'autore. Con l’importante lavoro di restauro e rifunzionalizzazione della Fontana delle Nereidi e dei Tritoni nel Giardino di Levante, del muro di cinta dell’antica fortificazione e dei Bastioni si completa così la restituzione di uno dei luoghi più suggestivi della città...". E qui ho interrotto la lettura dell'aulico comunicato. Poffarbacco, mi son detto, sono davvero umili, a definire cinque anni di lavori "una lunga attesa".
I Giardini Reali, un’area verde urbana unica
Il grande intervento conservativo è l’ultimo tassello del progetto che nel 2020 ha riportato al suo antico splendore il Giardino Ducale e il Boschetto, nella porzione più storica dei Giardini Reali disegnati da André le Nôtre, architetto paesaggista di fiducia di Luigi XIV e già progettista dei giardini di Versailles, per mostrare all’Europa la ricchezza e il potere della Casa dei Savoia. I Giardini Reali costituiscono un’area verde urbana unica per valore monumentale e ambientale, si sviluppano nella porzione tuttora racchiusa dai Bastioni, su una superficie complessiva di circa sette ettari. Il primo impianto risale all’epoca di Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580). Il percorso comprende il Giardino Ducale, a nord del Palazzo Reale, il Giardino di Levante, risultante dell’ampliamento voluto da Carlo Emanuele II (1634-1675) e il Boschetto, nel settore nord-est.
Il muro di cinta dell’antica fortificazione e i Bastioni
Grazie ad uno specifico accordo di collaborazione con il Comune di Torino, i Musei Reali hanno avviato nel 2016 una vasta azione di recupero e valorizzazione del tratto più antico delle mura di fortificazione che si sviluppano all’interno dei Giardini Reali. Esteso su circa un chilometro e impreziosito dai due padiglioni settecenteschi detti Bastion Verde e Bastione di San Maurizio, è uno dei pochi elementi conservati fino ad oggi, che testimoniano la storica cinta muraria e il processo di stratificazione avvenuto nel tempo. Realizzato nella prima metà del Cinquecento sotto la dominazione francese, venne infatti riplasmato a più riprese durante i due secoli successivi nella città diventata capitale del Ducato ed è ritratto nel famoso dipinto di Bernardo Bellotto custodito nella Galleria Sabauda.
Con l’obiettivo di restituire alla Città una presenza ormai cancellata dal degrado e dall’abbandono, l’antica opera muraria a scarpa è stata ripulita dalla vegetazione infestante e dai vecchi impianti e consolidata con l’eliminazione delle radici che erano cresciute tra le brecce dei mattoni; infine sono stati esplorati i condotti idraulici costruiti tra Cinque e Ottocento per il drenaggio dei giardini e il funzionamento delle fontane.
Il pubblico si potrà nuovamente affacciare dall’alto delle mura godendo di un panorama mozzafiato sull’imponente struttura architettonica. Ma la vera novità sarà la riapertura della celebre rampa elicoidale che collega il Giardino Ducale con i giardini bassi, un tempo utilizzato per il trasporto dei vasi di agrumi e altre essenze fino alle Serre Reali in Corso Regina Margherita: un monumento ritrovato che permetterà un emozionante percorso in spazi mai aperti prima d’ora ai visitatori.
La Fontana delle Nereidi e dei Tritoni nel Giardino di Levante
Con il restauro della Fontana delle Nereidi e dei Tritoni, capolavoro di Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, si è conclusa anche la valorizzazione del Giardino di Levante, dove si concentrano le essenze più antiche del parco. Grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e a un contributo di 270 mila euro del Ministero della cultura, è stato possibile ripristinare l’antico miroir che vede al centro il gruppo scultoreo in marmo bianco, realizzato secondo il gusto barocco, raffigurante una ninfa circondata da tritoni e creature acquatiche che si ergono dal bacino d’acqua. A completamento dell’intervento, sarà infine realizzato anche un impianto di illuminazione della fontana e dei viali circostanti, per consentire l’organizzazione di eventi aperti alla città.
Il Teatro Romano
Fulcro della vita sociale di Augusta Taurinorum, ritornato alla luce soltanto nel 1899 durante i lavori per l’ampliamento della Manica Lunga di Palazzo Reale, il Teatro Romano occupava un intero isolato a ridosso dell’angolo nordorientale della cinta muraria. Demolito in età tardoimperiale per ricavarne materiale da costruzione per gli edifici vicini e sotterrato dalle sue stesse macerie, è oggi uno dei simboli dell’origine della Città, negli ultimi 120 anni oggetto di scavi archeologici, lavori e ricerche da parte della Soprintendenza, che hanno fornito importanti dati sulla Torino antica.
I resti della cavea semicircolare, del portico di retroscena e delle mura sono stati interessati da una serie di interventi di manutenzione, liberazione da sovrastrutture, verifiche archeologiche, restauro e allestimento scenografico che hanno consentito di recuperare le spazialità originarie e la leggibilità dell’architettura dell’antico monumento.
Il nuovo percorso di visita, grazie a scelte di design degli elementi allestitivi e a una nuova illuminazione comunicativa dei caratteri architettonici, consentirà ai visitatori di ripercorrere i camminamenti e di meglio comprendere le parti dell’edificio, sia durante la visita in sito, sia nella visione serale dalle strade limitrofe.
Il Teatro è stato inoltre preparato al futuro utilizzo per spettacoli ed eventi culturali, grazie alla dotazione impiantistica appropriata e ad un pavimento tecnico facilmente montabile nelle stagioni di attività, a basso impatto conservativo e rispettoso delle testimonianze antiche.
Per sostenere la cura e la manutenzione costante dell’immenso patrimonio dei Giardini, i Musei Reali hanno scelto di lanciare una campagna di tesseramento solidale con quattro tipologie di sottoscrizioni di valore e benefit crescenti, che daranno accesso a riduzioni esclusive e vantaggi speciali.
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