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BIBLIOTECHE CHIUSE, GATTI NERD E BOVARY INTELLETTUALI

La biblioteca della Gam. E scusate se non è trendy: è soltanto una biblioteca
Sull'impero di Patrizia I, Signora di Tutti i Musei, non tramonta mai il sole; in compenso le biblioteche chiudono.
Per la precisione, chiude (beh, quasi...) la biblioteca per eccellenza, quella della Gam, riferimento imprescindibile per gli studiosi d'arte, il cui orario d'apertura al pubblico è oggi dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17.

Una lieve riduzione d'orario

Bighellonando in rete scopro casualmente, dal sito della biblioteca stessa, che dal 3 aprile tale orario subirà una lievissima riduzione. D'ora in poi la biblioteca sarà aperta soltanto il venerdì dalle 10 alle 17 e il sabato dalle 10 alle 14. Avete letto bene: si passa da 5 giorni (ovvero 35 ore) di apertura settimanale a due giorni (per un totale di 11 ore).

Il Venerdì Santo della biblioteca

Convinto che ci sia un errore nella comunicazione, da probo e collaborativo cittadino chiamo immediatamente l'ufficio stampa della Fondazione Musei per segnalare il disguido. Mi spiegano che non c'è nessun disguido. Il prossimo Venerdì Santo, oltre a Nostro Signore, morirà anche l'antico orario della biblioteca della Gam. Che però non è destinato a risorgere, ma a essere sostituito da quello nuovo, decisamente "corto".

President's picks: non è un taglio, si chiama "ottimizzazione"

Domando alla gentile responsabile stampa della Fondazione Musei se può dirmi la ragione del drastico taglio. Avverto un po' in imbarazzo nella sua voce: mi suggerisce di rivolgermi alla presidente Asproni.
Beh, sono un gentiluomo prima che un giornalista, e non faccio perdere tempo a una signora per così poco. Poiché Patrizia Asproni è persona innamorata del suo lavoro, presumo anche senza domandarglielo che la decisione non sia dettata da prava volontà di nuocere. Se taglia di ben 24 ore settimanali l'orario di apertura della biblioteca della Gam ("una delle più importanti biblioteche italiane nel campo dell'arte" sostiene, senza esagerare, il sito della stessa) è evidente che il bilancio non lascia scelte: si riduce l'orario per ridurre le spese.
Drammi. Asproni: Piero, mi spiace, il giovedì non puoi più venire in biblioteca
Pensate che figo se invece la Patrizia mi dicesse: "Caro Gabo, volevo giusto annunciarti che sono una carogna e chiudo la biblioteca della Gam solo per fare dispetto agli stronzetti che la frequentano". Ma dai, siamo seri...
Alla fine, però, la deontologia professionale prevale sulla buona educazione famigliare, e chiamo Patrizia. Lei mi garantisce che no, non dipende dai tagli al bilancio (e la diplomazia ci sta, mica può sparare sul suo datore di lavoro) bensì dall'esigenza di "ottimizzare le risorse". Ovvero: se non è zuppa è pan bagnato. In pratica, dice Patrizia, la biblioteca è poco frequentata (e ti credo: la frequentano gli studiosi d'arte, che non  sono quanti i tifosi della Juve) e comunque - afferma lei... - tutti i materiali sono on line. Quindi, aggiunge Patrizia, gli studiosi potranno usufruire del servizio telematico, e se necessitano di una visione diretta del testo avranno comunque due giorni (uno e mezzo, per la precisione) di apertura. I denari risparmiati serviranno all'adeguamento degli impianti tecnologici. Patrizia aggiunge pure che la decisione fa parte di un più ampio piano di integrazione con la biblioteca del Castello di Rivoli, di imminente arrivo nella famiglia della Fondazione Musei.

Cosa intendono i politici per "riduzione degli sprechi". E per "cultura"

Le argomentazioni di Patrizia Asproni, che è una manager, non fanno una grinza dal punto di vista manageriale. Certo, nel tempo della rete anche gli studiosi possono fare a meno di recarsi in biblioteca: lo scibile umano è alla portata di mouse. Ma ci sono verifiche, scoperte e approfondimenti che ancora (e spero a lungo) esigono il contatto diretto con il libro. Ne so qualcosa io con la mia insana passione per gli storici minori greci.
Però il marginale evento di una straordinaria biblioteca che diventa off limits cinque giorni su sette ci spiega in concreto di che cosa parlano i politici (che sono cosa diversa dai manager) quando parlano di "spending review", di "tagli lineari", e magari pure di "riduzione degli sprechi" o "ottimizzazione".
Quando il politico di turno ripete il mantra della "cultura come asset strategico della città", e giura che l'offerta non diminuisce, anzi aumenta, ha in testa un'idea di "cultura" tipica del politico, e di chi non ha cultura (due casi umani che spesso coincidono). Ha in testa la "cultura che fa rumore". Quella che si vede. Quella che piace alle masse. Quella che piace anche a me (cum grano salis...), e piace a tutti, e rallegra la città e attira i turisti e ti fa finire sui giornali.
Quella lì è la cultura, per chi decide quanto e come si investe nella cultura: qualcosa che eleva le masse (o almeno le svaga) e crea consenso.
Nulla di male, beninteso: c'è bisogno, eccome, anche di quella cultura lì. Ma la biblioteca della Gam è cultura al quadrato. E' generatrice di cultura. Come d'altronde ogni biblioteca, anche la più sfigata: ma qui stiamo per di più a "semichiudere" un'istituzione di valore minimo minimo nazionale. Un laboratorio e un luogo di studio. Magari frequentato da quattro gatti. Ma quattro gatti che pensano, e ci aiutano a pensare. E che quindi meriterebbero uno speciale rispetto.

Niente sprechi per quattro gatti

Per la politica, invece, una biblioteca aperta è uno spreco.
Costa ma non porta voti, non porta visibilità, e non porta nemmeno consenso.
Malati di bovarismo intellettuale in coda per ricevere una dose di cultura
Quelli che frequentano una straordinaria biblioteca specializzata sono per l'appunto quattro gatti, una goccia rispetto alle legioni degli ammalati (e ammalate) di bovarismo intellettuale che si accalcano in coda per farsi eccitare (intellettualmente) da qualche pensatore alla moda di Torino Spiritualità o Biennale Democrazia, smaniosi/e di carpire al volo la frase ad effetto da postare su Facebook.
I quattro gatti che frequentano una straordinaria biblioteca specializzata non sono neofiti della cultura un tanto al mazzo, che corrono ad ascoltare sotto la pioggia qualche vecchio arnese del jazz convinti di partecipare a una sublime esperienza artistica.
In coda alla Gam: non per la biblioteca, ma per la mostra-evento
I quattro gatti che frequentano una straordinaria biblioteca specializzata non sono neppure quelli che frequentano un museo solo quando c'è la mostra temporanea con il nome altisonante, e magari s'incazzano pure se di quel nome altisonante non ci trovano abbastanza dipinti, sbattendosene allegramente degli altri capolavori che hanno sotto il naso, perché "non fanno evento".
I quattro gatti che frequentano una straordinaria biblioteca specializzata non sono i figli dell'oggidì, i nostri contemporanei meno fortunati  che è dovere di chi governa recuperare pian piano e senza traumi, attraendoli ai valori della conoscenza con gli allettamenti del nome celebre o dell'evento imperdibile. Un po' come i turisti, insomma. Che non vengono a Torino per chiudersi in biblioteca.

Niente feste per i gatti nerd

Quindi, i quattro gatti che frequentano una straordinaria biblioteca specializzata sono come il fratello scemo del figliol prodigo, il nerd che è rimasto a casa a sgobbare mentre l'altro si sputtanava il patrimonio fra vino bagasce e auto di lusso (Luca 15, 11-32). Per quei quattro gatti nerd vale - nello sgradevole ruolo dei giusti - il più irritante (per i gatti nerd) dei detti evangelici: "Ci sarà gioia in cielo più per un peccatore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Luca 15,7).

Ami la cultura? E allora cosa vai al mare nel weekend?

Morale evangelica della favola. Spendiamo milionate per accendere un barlume di intelligenza nelle masse del minchiaziofà. E va benissimo. In compenso lesiniamo il centesimo a chi della cultura ha fatto la sua ragione di vita; però magari nel weekend amerebbe andarsene al mare.

Link: GazzettaTorino.it rilancia la notizia 
Link: Scoppia il merdone 

Commenti

  1. La biblioteca, detto per inciso, non è frequentata da quattro gatti, ma da tutti gli studenti di discipline artistiche dell'Università di Torino, dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti, da artisti e da antiquari, da giornalisti e da molte alte persone colte e curiose. Tra le quali non va annoverata, evidentemente, Patrizia Asproni.

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  2. Questa scelta è la messa in pratica dell'assunto di tiraboschiana memoria: le biblioteche sono inutili. Non fanno business.

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  3. Bell'articolo!
    Proposta costruttiva: si potrebbe suggerire alla GAM di prendere accordi con l'Università, che ogni anno stipula contratti per circa 200 ore di collaborazione (pagate) con studenti in una graduatoria per esami sostenuti, voti e crediti ottenuti. Gli studenti collaborano in tutti i settori, comprese le biblioteche. Naturalmente sarebbero chiamati i laureandi in storia dell'arte della laurea specialistica.
    200 ore in un anno non sono tantissime ma significherebbero un paio di giorni la settimana. La GAM ne gioverebbe e gli studenti pure.
    Spero non suoni troppo fantascientifico, a me sembra tutto sommato...normale.

    Anna Laura Mantovani

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    1. Gentile signora, secondo lei l'attuale personale della biblioteca d'arte con tanto di laurea 110 e lode, master post lauream e attestato da bibliotecario rilasciato dalla Regione Piemonte, che da 10 anni lavora con professionalità e dedizione nella suddetta biblioteca, dovrebbe essere sostituito da studenti dell'Università e andare a chiedere l'elemosina fuori dalla Gam? Mi auguro che prima di proporre altre soluzioni del genere faccia un'accurata riflessione in merito!

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    2. Ho riflettuto. Le chiedo scusa se si sente offeso dalla mia misera proposta, ma ho scritto d'impulso mettendomi esclusivamente dalla parte dell'utenza. Non ho pensato a chi rischia il posto di lavoro. La mia inadeguata soluzione deriva dal fatto di lavorare da molti anni in un Istituto dell'Università che ha in dotazione una biblioteca minuscola ma specializzatissima, in cui la maggior parte dei volumi non può essere presa in prestito ed è consultabile solo sul posto. Da pochi anni è gestita da una bibliotecaria assunta (part time), con due lauree e diversi corsi di specializzazione all'attivo. Ma per decenni è stata, per mancanza di fondi, 'alla mercé' degli studenti delle cosiddette '150 ore', molti dei quali si sono distinti per competenza e abnegazione. Ora, la soluzione apparirà ai suoi occhi misera e inadeguata: me ne scuso, ma per noi e per un esercito di studenti e studiosi è stata una salvezza. All'Università si impara a fare con poco o con niente, è una buona regola per sopravvivere. Ripeto: ho scritto d'impulso pensando solo all'utenza e non a chi, come lei, rischia di perdere il posto di lavoro benché possegga un preziosissimo patrimonio di conoscenze, competenze e anni di esperienza. Mi scuso ancora e le faccio i miei auguri migliori perché la situazione si risolva nel migliore dei modi.

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  4. Sono uno studente che da anni frequenta la biblioteca della Gam e con grande rammarico sono venuto a conoscenza della riduzione degli orari.
    Leggo in questo articolo che chi ha preso tale decisione sostiene che i materiali siano visibili on line. Ma forse fa confusione col catalogo che permette di sapere soltanto se una pubblicazione è presente in quella o in un altra biblioteca. Perchè per consultare i volumi per fortuna - scusate, ma a me piace ancora avere il contatto con l'oggetto libro - è necessario recarsi sul posto.
    Certo che per chi come me abita fuori Torino ed il venerdì ritorna a casa, avere un solo giorno a disposizione per frequentare la sala consultazione è veramente un grosso limite!

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  5. sarò controcorrente, ma questo "pezzo" non mi scalda. Il sistema bibliotecario civico e quello universitario credo abbiano in parte le dotazioni che ha la biblio GAM. In alternativa si può inserire se ancora non lo sia la GAM nel circuito interbibliotecario. Se la mia ipotesi è corretta, ovvero i libri si trovano anche altrove, questo articolo è una lagnanza, in fondo corretta, ma di scarso valore propositivo, da anziani al bar.

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    1. Il pezzo non la scalda? Forse Lei non ha mai messo piede in questa biblioteca, non ha mai dovuto fare una tesi in Storia dell'arte, non ha mai consultato un catalogo online per rendersi conto che il volume che sta cercando è solo lì e non in altre biblioteche civiche o universitarie a patto di non farsi un giretto a Bologna, Firenze, Roma; forse Lei non è nemmeno uno studente fuorisede che deve farsi ore di viaggio per consultare i libri nessuno dei quali è ammesso al prestito, per poter usufruire solo del 15 per cento di fotoriproduzione legale del testo effettuata esclusivamente da un addetto al servizio. Quello che ci viene tolto è veramente un servizio essenziale, un orario di apertura così assurdo e impopolare ci impedisce di fare ricerche in modo costante e ci dà una prospettiva di terminare un nostro ipotetico lavoro di tesi per la prossima eclissi di sole! Le pare un problema da vecchietti??

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    2. Il patrimonio librario presente nella Biblioteca d'arte dei Musei Civici non si trova né nelle biblioteche civiche né in quelle universitarie. E' sufficiente un'accurata ricerca su Sbn e Librinlinea per rendersene conto. Sicuramente lei non sa neppure cos'è un Opac e come si consulta e tanto meno è mai entrato a fare ricerche nella suddetta biblioteca tanto da rendersi conto di quale sia l'importanza e l'unicità dei materiali ivi presenti!!!!!

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  6. A proposito di calore... entro in Gam d'estate e d'inverno, soprattutto d'inverno, e di calore, a volte, ce ne sarebbe bisogno davvero, soprattutto se il riscaldamento non funziona e se gli spifferi con gli anni diventano buchi, e sì, i soldi per gli adeguamenti certo che ci vorrebbero, però, sarà la sindrome da piccola fiammiferaia o sarà la storia dell'arte che è poi il motivo per cui io ci entro in Gam, questa riduzione d'orario mi fa venire dei brividi ben peggiori di quelli dati dal gelo e quindi sapete che c'è, che se qualcuno me lo chiedesse, direi che no, che gli adeguamenti possono anche aspettare un altro decennio, mentre i libri no, i libri sono beni pubblici, cioè di tutti, dei quattro gatti nerd, degli affetti da bovarismo intellettuale, del signore controcorrente e pure un po' miei e allora io li voglio e li rivendico i miei libri

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  7. Ma qualcuno ha visto di recente il MAO? La Fondazione si lamenta che non ha soldi eppure distrugge un museo inaugurato appena 7 anni fa, e un allestimento di tutto rispetto firmato nientemeno che da Andra Bruno!! E poi chiudono le biblioteche! Complimenti!

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  8. Si tratta di un'altra scelleratezza commessa nella nostra città ai danni della cultura. Quella biblioteca è un gioiello insostituibile per il suo patrimonio e trattarla come una qualunque biblioteca gestita dalla pro-loco (anzi le pro-loco sarebbero molto più impegnate in tal senso) aprendola in una maniera così ridicola equivale sostanzialmente a chiuderla. Diversi anni fa mi sono laureata con una tesi in storia dell'arte e ci ho impiegato quasi 1 anno e mezzo a fare ricerche. Con l'orario attuale ce ne avrei messi 5?!

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  9. E' importante aggiungere che per la rarità, l'importanza e l'unicità della maggior parte del patrimonio, la biblioteca della gam esclude qualsiasi tipo di prestito, quindi il solo modo per studiare i volumi sarà di fare milioni di fotocopie (violando qualsiasi legge sul copyright), visto il ridicolissimo orario ridotto. P.S. altro che quattro gatti: la biblioteca non è molto grande, ma se si arriva troppo oltre l'orario di apertura, sovente non si trova un posto libero.

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  10. Ovviamente il "quattro gatti" è un espediente retorico... :)

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  11. Caro Gabo,
    chissà se Braccialarghe e Parigi si sono accorti che la Fondazione Torino Musei è da un anno e mezzo priva di comitato scientifico, in barba al suo Statuto. Merito anche questo di Patrizia I, allergica agli storici dell'arte...

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