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UN'OPPOSIZIONE DA VIDEOGAME, UNA SALA GIOCHI CHIAMATA MUNICIPIO

Scene di vita democratica: l'assessore Braccialarghe dice la sua, ma l'opposizione (Ricca e Tronzano) vigila implacabile


Come avrete dedotto dal post precedente, stamane sono andato a farmi un po' di sangue marcio in Commissione cultura, dove una scelta schiera di consiglieri comunali, in teoria versati in materia, è chiamata a discutere questioni essenziali per la nostra città. Alcuni si impegnano davvero, com'è loro dovere. Altri sciorinano un interesse e una partecipazione che non cessa di stupirmi. Né di irritarmi. Tanto più se penso che, per il solo sforzo di portare il loro nobile culo in Commissione per un paio d'ore, quelle belle persone beccano un gettone di presenza (mi dicono superiore ai cento euro) che pago io. Che paghiamo tutti noi.
In cambio di questi cento e passa euro, lorsignori dovrebbero interessarsi (o fingere di interessarsi) a quanto dicono le persone chiamate a riferire davanti alla Commissione. Quantomeno per buona creanza. Alcuni ci provano, altri neppure fanno lo sforzo.
Ne ho già beccati parecchi, che hanno pure avuto la protervia di offendersi. Ma in genere, una volta beccati, quando poi mi avvistano in Commissione si atteggiano a diligenti. Fabrizio Ricca no. Il leghista col ciuffo se ne sbatte gli zebedei.
Il consigliere Ricca (Lega Nord) segue i lavori (stradali)
Ricordate? Il 27 ottobre ve l'ho mostrato mentre si leggeva beatamente il giornale stravaccato sulla sua poltroncina in Commissione, bello come il Sole delle Alpi, durante l'audizione di Artissima. Quest'oggi il nostro Ciuffettone aveva un'altra priorità. Mentre parlano i rappresentanti del Torino Film Festival non alza la testa dal tablet. Facendogli un credito di buon senso, fingo di credere che stia consultanto il sito del Tff per documentarsi.
Poi si passa a discutere dello sfortunato progetto della "Biblioteca Bellini", tema sul quale un'opposizione degna di rispetto avrebbe senz'altro molto da dire. E noto che Ciuffettone ha abbrancato il tablet a due mani, e lo agita forsennatamente. Incuriosito, mi piazzo alle sue spalle e scopro che il consigliere Ricca è impegnato in un'appassionante gara automobilistica. Un videogame.
"Race complete" e missione (politica) compiuta: altro gito, altra corsa
Prendo atto della perizia del nostro Lauda del Monviso: termina brillantemente una corsa (sullo schermo noto la scritta "Race complete") e subito ne ingaggia un'altra, e un'altra ancora. Si vede che è animato da autentica passione politica.
Al suo fianco, intanto, un altro consigliere, tale Tronzano (che, mi assicurano, aspira alla candidatura a sindaco per il centrodestra), smanetta pacifico su Fb.
Attività ricreative lecite, sia ben chiaro. A condizione che i due beccati abbiano il buon gusto di rinunciare al  gettone di presenza. Non mi risulta che finanziare i tastulli dei consiglieri comunali rientri nei miei doveri di contribuente.

La risposta di Ricca: "gente che sciacqua come i migliori bidet"

Arriva pronta - e degna di lui - la risposta di Ricca, tramite tweet"Ho finito di prendere gettoni la scorsa settimana, per ascoltare gente che sciacqua come i migliori bidet meglio @EASPORTSFIFA". Magnifico: preso atto della sua insofferenza a certi vecchi riti, presumo che Ricca presenterà pronte dimissioni da consigliere, per potersi dedicare a tempo pieno all'attività in cui eccelle. Lasciando agli adulti il compito serio ed essenziale di fare l'opposizione..

Commenti

  1. In quel momento il sottoscritto consigliere da videogame (che lei giudica con disprezzo senza neanche sapere quale sia la sua attività quotidiana) si stava occupando di alcuni fatti riguardanti cittadini residenti nelle case popolari o inerenti alla propria attivita' politica e stava, quindi, rispondendo o chiedendo informazioni via watsap in tempo reale. Era sia per loro sia per il sottoscritto un'esigenza che aveva la priorità rispetto a discussioni di commissione, rispettabili per carità, che non cambiavano la vita di nessuno. Forse lei non conosce le case popolari o non è abituato ad ascoltare le persone che hanno dei momenti piu' o meno difficili, quindi non può (forse) capire, per esempio, le difficoltà e le urgenze di chi ha l'acqua che gli distrugge il soffitto o ha il termosifone che non gli funziona e non sa come risolvere il problema. Capisco che può essere sconveniente farlo in commissione oppure che suoni strano aiutare cittadini contro una burocrazia che non consente di vedere riconosciuti i propri diritti, ma come nella vita anche nella politica amministrativa quotidiana si danno delle priorità. In questo caso il consigliere da videogame Tronzano l'ha data a dei cittadini e non a delle parole. Spero voglia in futuro rispettare il lavoro altrui senza infangarlo. Facciamo tanta fatica senza alcun privilegio e senza rubare niente (19 gettoni al mese al massimo con altre in media 15 commissioni non pagate); ci lasci almeno la intima soddisfazione di aiutare il prossimo a superare i mille ostacoli della vita quotidiana (senza pubblicità o foto e senza chiedere nulla in cambio). Cordialità

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    1. Ma che combinazione: quando vi cucco a cazzeggiare salta sempre fuori che vi state occupando di qualche importante e non rinviabile questione. Ma va? Prendiamola per buona, comunque: mi vuole raccontare che "i fatti riguardanti cittadini residenti nelle case popolari o inerenti alla propria attivita' politica" non potevano aspettare l'oretta in cui lei s'è degnato di appalesarsi in Commissione? Non c'è alternativa, caro mio: è sconveniente farlo in Commissione, e basta. Perché, veda, se un lavoro è necessario lo si fa, se non è necessario non lo si fa. Se lei ritiene minchiate le questioni discusse in Commissione, lo spieghi ai suoi elettori, i quali si aspettano, credo, che lei assolva a tutti i suoi doveri di eletto, non soltanto a quelli che lei, con il suo celebre acume politico, considera seri. Inoltre, se in Commissione si discute di minchiate, che vi pago a fare quando andate in Commissione? E se lei ritiene che in Commissione si discuta di minchiate, che ci va a fare? A beccare il gettone di presenza? Vada piuttosto alle case popolari a toccare con mano il problema, anziché starsene al calduccio a smanettare su What's app come un adolescente inquieto. In ultimo, forse lei non ha capito: lei non è nella posizione per dirmi (e nemmeno per ipotizzare) cosa posso e cosa non posso fare nel presente e nel futuro: sono io il suo datore di lavoro e - a meno che lei non sia un pericoloso comunista - non mi risulta che i dipendenti possano dare certi ordini al datore di lavoro. Le assicuro però che né ora né mai infangherò il vostro lavoro: ci riuscite benissimo da soli. Cordialità.

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  2. Il tutto a prescindere che, a casa mia, è da cafoni fare altro quando qualcuno ci parla...

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  3. Buona serata. E quando ci sarà lei in commissione dirò a quelli che aspettano risposte : "scusa c'è l'ex caporedattore del la stampa che non vuole che ti parli.". Mi becchero' una bella pernacchia, ma almeno sarò salvo nel regno degli dei mediatici. In bocca al lupo per il suo lavoro. Io faccio il mio lavoro come ritengo sia meglio e non ho bisogno di censure e se lo infanga ancora una volta in modo non corrispondente alla verità o al vero risponderò di conseguenza. Mi stia bene.

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  4. Lei è un uomo interessante. Aspira a candidarsi sindaco e inizia la sua corsa con oscure minacce a un giornalista che riferisce di fatti dimostrati, e affermando di non accettare censure. Complimentoni: un fine tattico. Sarebbe più semplice (e fruttuoso sul piano elettorale) farsi forza e dire "ho sbagliato, chiedo scusa e prometto di comportarmi meglio". Ma mi rendo conto che sia troppa onta per uno che "io faccio il mio lavoro (da me pagato, Nota di Gabo) come ritengo sia meglio". Quanto alla pernacchia, nel caso lei provi a rispondere "sto facendo il mio lavoro, sentiamoci dopo". Al limite, può anche spiegare che un altro cittadino che paga le tasse (lasci perdere cariche e ruoli presenti o passati, non contano) ritiene indecorosi certi comportamenti. Se il suo interlocutore a quel punto insisterà con la pernacchia, porti pazienza, è lei che sbaglia gli interlocutori. In bocca al lupo per la sua candidatura a sindaco. Se ce la farà e casomai dovesse vincere, ci faremo buona compagnia per cinque anni. A dio piacendo, beninteso.

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  5. Non chiedo scusa. È lei che deve chiederla a me. La prossima volta che sono in commissione con lei le farò vedere l'ora e il contenuto del messaggio e se poi lei continuerà a sostenere la sua posizione procedero' di conseguenza. Adesso la saluto che non ho nessun piacere di dialogare con un giornalista che ho sempre ritenuto fazioso e iroso.

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  6. Faccia pure. Curioso che un "eletto del popolo" pretenda le scuse del popolo. Semmai, vale il contrario. Ma non mi addentrerò con lei in disquisizioni di filosofia politica. Proceda come le pare: sarebbe uno splendido spettacolo, specie in campagna elettorale. Più che altro, per ora dovrei "procedere" io, considerato il cumulo di contumelie ("calunnia", "falsità", "fazioso", "iroso") con cui lei mi sta onorando. Ma non le porto rancore, anzi, la considero assai simpatico. A presto. Intanto gradisca i miei complimenti: "Adesso la saluto che non ho nessun piacere di dialogare" è un capolavoro politico, democratico e sintattico.

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  7. Consigliere Tronzano, mi permetta di aggiungere il punto di vista di un normale cittadino. Sperando di non essere querelato...
    Secondo me (opinione che mi auguro sia tutelata dall'art. 21 della Costituzione) la sua prima risposta al post del padrone di casa non depone esattamente a suo favore.
    Lei non deve occuparsi delle famiglie nelle case popolari, lei non è un patrizio romano coi suoi clientes.
    Lei è pagato per fare in modo che sia il sistema a funzionare e a occuparsi di chi è in difficoltà.

    Se no mi viene da dire che tutti quelli che vivono nelle case popolari hanno il diritto di avere il suo numero di cellulare per potere risolvere i propri problemi con la medesima celerità dei vicini di casa tanto fortunati.
    E' così? Se non è così potrebbe fare un gruppo whatsapp. Certo sarebbe un po' affollato, ma almeno non ci sarebbero privilegi tra chi può contattare il consigliere Tronzano e chi no.

    La partecipazione diretta ai problemi delle persone più deboli della nostra città è umanamente ammirevole, lo dico senza ironia, ma non è il suo mestiere in qualità di consigliere comunale.

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