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Paolo Damilano. Alle sue spalle la celebre pasta Defilippis |
A completare un'operosa mattinata, dopo essermi inorgoglito per la creatività sabauda che trasforma un incidente in un'opportunità (vedi il post
"Il papiro di Artemidoro: forse è una patacca, di sicuro sarà un successo") ieri vado al Pastificio Defilippis in via Lagrange per sentire cos'hanno da raccontarmi quelli di
Film Commission. Defilippis è un posto dove si mangia, un po' insolito per una conferenza stampa (o no?). Comunque il presidente di Film Commission, Paolo Damilano, noto produttore di Barolo e potenza del food&beverage piemontese, è proprietario anche di Defilippis. Una mini-sponsorizzazione, insomma. Tutto fa, di questi tempi. Dunque eccomi da Defilippis.
Uffici stampa ed enologia
Argomento dell'incontro è la presentazione del nuovo ufficio stampa di Fctp. Come vi ho detto l'altro giorno,
Damilano ha appena defenestrato la storica Marzia Milanesi, con una frettolosità che ha lasciato stupiti i più: il contratto scadeva naturalmente a fine dicembre e per comune accordo non sarebbe stato rinnovato. Che Damilano e la Milanesi non si fossero presi bene, si sapeva: ma pare strano troncare con meno di tre mesi d'anticipo. Insomma, di solito non si fa. Così ho chiesto lumi a Damilano, e lui ha usato una metafora enologica, spiegandomi che nella sua azienda ha di recente cambiato l'enologo, "e l'enologo devi cambiarlo prima della vendemmia, così il vino nuovo sarà come lo vuoi tu". Insomma, sostiene Damilano che nel mondo del cinema l'ultimo trimestre dell'anno è determinante, perché si decidono le produzioni dell'anno che viene. Pertanto - parla sempre Damilano, io non so niente né di cinema né di vino - "per andare in una certa direzione, Film Commission doveva cambiare adesso". Ah ecco. E io che mi credevo che si fossero semplicemente mandati a quel paese.
Sentinelle sul Campidoglio
Comunque ho conosciuto il nuovo ufficio stampa, Punto e Virgola: due simpatiche signore che si chiamano Flavia e Olivia, che seguono registi come Sorrentino, Bellocchio, Bertolucci, e che soprattutto stanno a Roma. Perché, dice Damilano, è a Roma che succedono le cose, "l'altro giorno, ad esempio, sono entrato in un ristorante a Roma e c'erano la ministra Boschi, Pif e Salvatores". Ah be'.
Lo dicevo io, che bisogna puntare su Roma. Quindi Damilano annuncia che le signore di Punto e Virgola saranno un "orecchio" di Film Commission a Roma. Io ho sempre pensato che un ufficio stampa è una bocca, più che un orecchio. Domando pertanto alla signore di Punto e Virgola se sono pronte al nuovo ruolo, e loro rispondono che ci proveranno. Io gli raccomando di andare spesso al ristorante. Poi Damilano mi presenta anche una bionda signora alta che se ho ben capito si chiama Laura Boldi ed è la moglie di un produttore molto importante, e pure lei, mi spiega Damilano, sarà un avamposto di Film Commission nel mondo del cinema a Roma. Infine, Damilano assicura che pure lui e i suoi caleranno con maggiore assiduità a Roma, seguendo l'esempio del sindaco Fassino che ci va ogni settimana. Ci avranno i loro buoni motivi, no?
La nuova mission di Fip
Con le spalle ben coperte a Roma, veniamo alla situazione di Torino. Damilano si dice soddisfatto della produttività di Film Commission: quest'anno in Piemonte sono stati girati 6 film, 4 fiction, 8 corti e 15 documentari. Se me li sono appuntati giusti, il totale farebbe 32 produzioni,
molte meno delle 70 del 2013, ma insomma, Damilano non mi pare allarmato. Però ha presente il problema. E' ben noto che
ogni set crea posti di lavoro e ricadute economiche enormi. Da quando il cinema è tornato sotto la Mole,
ogni giorno ci svegliamo preoccupati che prima o poi vada di nuovo via. E l'obiettivo di Fctp è giustappunto quello. Portare il maggior numero possibile di produzioni dalle nostre parti. Damilano spiega che è sempre più difficile,
è aumentata la concorrenza delle altre regioni, e i mezzi economici pubblici diminuiscono. Però Damilano dice anche che "vendere un territorio per il cinema è come vendere una bottiglia di vino, non puoi puntare solo sul fattore economico". Mi sto facendo una cultura sul vino. Però, mi rassicura Damilano, anche con il cinema non siamo messi malissimo. A giorni Giorgia Cecere comincerà a girare ad Asti il suo nuovo film con Isabella Ragonese e Alessio Boni: e pare che Fip, il braccio finanziario di Fctp, abbia fatto un bel colpo, assicurando a quella produzione un importante contributo privato. Perché poi, alla fine della fiera ed con buona pace del mercato vinicolo, a Roma come a Torino, ciò che conta sono i denari che puoi buttare sul banco. Fip un tempo partecipava direttamente al finanziamento delle produzioni. Insomma, ci metteva i soldi: il che, con la crisi, ha portato a un bel problema di bilancio. Quindi oggi Fip - o quel che sarà casomai qualcosa cambiasse - ha questo nuovo ruolo: trovare i fianziatori privati interessati ad attirare l'industria del cinema in Piemonte, e disposti a sganciare soldi veri per riuscirci. Si chiama "fundrising" e pare che a Fip stia andando bene. Il direttore di Fip, Paolo Tenna, oggi da Defilippis non s'è visto perché in trasferta alla ricerca di un grosso finanziamento per un grosso film che un grosso regista potrebbe (in virtù di tale grosso fianziamento) girare in Piemonte. Naturalmente non vi posso dire niente di più, e già così sono sicuro che Tenna mi stramaledirà.
Una fiction per la Rai
All'incontro da Defilippis in compenso c'è Pietro Grignani, il direttore della Rai di Torino, che conferma la nuova fiction
di cui mi aveva parlato tre settimane fa il direttore generale di Fctp Davide Bracco. Non dà altri particolari, e dice che per saperne di più dovremmo telefonare al direttore di Rai Fiction, tale Andreatta. Ma io mica ne ho voglia. Pare tuttavia che le settimane di lavorazione saranno dieci, non venti come si sperava. In compenso, domani arriva in città Daniele Luchetti per alcuni sopralluoghi: ha in cantiere un film-tv sulla vita di Papa Francesco, e Bracco si augura che trovi a Torino le location che cerca. Sarebbe altro lavoro garantito per le maestranze del cinema, a Torino ormai numerose e qualificate.
Ma Damilano e Bracco si vogliono ancora bene?
Insomma, vista da Defilippis la situazione di Film Commission non è male. E nessuno, con sabaudo aplomb, si lascia sfuggire neppure un batter di ciglia che confermi o smentisca le voci su un profondo dissidio - neppure troppo sotterraneo - tra Damilano e Bracco. L'unico indizio me lo fornisce Damilano stesso. Quando vengono ad annunciarci che Bracco è disponibile per fornire dati più dettagliati sui risultati dell'annata di Film Commission, il presidente resta a tavola (dove servono peraltro dell'ottimo Barbera Damilano) limitandosi a dire ai giornalisti: "Chi è interessato, vada". I più, diligentemente, vanno. Io, discolo, me ne torno a casa. A pranzo non bevo più di un bicchiere di vino, e comunque ho già tutto ciò che cercavo.
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