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MONET, DOPPIO MATISSE E POI MANET: ARTE A CATINELLE

Monet, "Le déjeuner sur l'herbe" (frammento dx). Esposto alla Gam
Andiamo da una colazione sull'erba all'altra. La mostra alla Gam di quaranta opere di Claude Monet, provenienti dal Musée d'Orsay, si apre domani, e oggi Guy Cogeval, presidente del Musée, annuncia che intende portare al più presto a Torino anche i capolavori di Manet. Detta così, in conferenza stampa, la notizia emoziona il colto e l'inclita. Da quel momento in poi Fassino dice "Manet" ogni volta che intende citare Monet nel suo discorso. E lo cita un sacco di volte.

Una mostra da due milioni

Manet, "Le déjeuner sur l'herbe" 
Insomma, l'entente cordiale con il Musée d'Orsay funziona, e Torino ne sta diventando una fortunata succursale: Degas nel 2012, Renoir nel 2013, adesso Monet e prossimamente Manet. Tutte mostre blockbuster. Acchiappa-pubblico senza abidcare alla qualità. Quella di Monet, ad esempio: mi sono informato sui costi direttamente dalla presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, che mi ha sciorinato i dati seguenti. Apro virgolette: il costo totale della mostra - co-prodotta da Gam e Skira - è due milioni di euro (in linea con gli standard) pagati dalla Fondazione, cioé dal Comune, con una partecipazione significativa (non mi è stato specificato quanto significativa) dei main sponsor Unipol e Fiat. Il break even point (ovvero quando si rientra dei costi) è a duecentomila visitatori. Chiudo virgolette.
Il traguardo è abbordabile: Renoir in quattro mesi, dal 23 ottobre 2013 al 23 febbraio 2014, superò quota 250 mila. La mostra di Monet ha la stessa durata, quattro mesi dal 2 ottobre al 31 gennaio.

L'ingorgo dei Matisse e il rinvio underground

Però non mancherà la concorrenza. Dal 10 dicembre, infatti, Arthemisia e 24Ore Cultura porteranno a Palazzo Chiablese una mostra, altrettanto importante, dedicata a Matisse. Una mostra privata, a quanto mi risulta senza contributo pubblico. A parte la sede di Palazzo Chiablese, proprietà statale in uso a 24 Ore Cultura come sede espositiva: ha già ospitato i Preraffaelliti  e Tamara de Lempicka.
Ironia della sorte, nello stesso periodo a Palazzo Madama era in programma una nuova mostra frutto della collaborazione della Fondazione Torino Musei con l'Hermitage. Indovinate il titolo: "Da Poussin a Matisse". Altrimenti indicata come "Dal Classicismo all'Impressionismo". Peccato che Matisse non sia un impressionista.
Fra Palazzo Chiablese e Palazzo Madama si profilava un nobile scontro fra dirimpettai. Ma apprendo ora dalla Fondazione Torino Musei che la mostra di Palazzo Madama è rinviata a marzo. Peccato che i siti ufficiali (a cominciare dal mitico inpiemonteintorino, quello del "We love emotions" che tanto mi esalta), riportino ancora le vecchie date. TurismoTorino, al colmo dell'entusiasmo, anticipa addirittura all'8 ottobre. Ho avvertito quelli della Fondazione, hanno detto che faranno correggere.

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