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SAUDITI OSPITI? ANCHE NO

(ANSA) - TORINO, 26 SET - La presidente del cda del Salone del Libro, Giovanna Milella, è aperta a riconsiderare l'invito all'Arabia Saudita quale Paese ospite della edizione 2016. La decisione sarà presa nel cda del 6 ottobre e, precisa Milella, sarà presa "in modo risolutivo" e "in totale sintonia con le istituzioni fondatrici". A risollevare la questione, dopo la condanna a morte di Ali al-Nimr, il presidente Chiamparino, secondo cui è necessario "trasmettere messaggi univoci in tema di diritti della persona".

"Valorizzare le differenze"

Rayed Krimly, ambasciatore
Ali al-Nimr, condannato a morte
Sapete che cosa dichiarò l'ambasciatore saudita in Italia Rayed Khalid A. Krimly quando il suo Paese fu indicato come ospite del Salone 2016 e qualcuno fece notare che quello lì non è uno Stato in prima linea nel rispetto dei diritti umani? Disse, il fine diplomatico: "La partecipazione a un evento culturale non può essere viziata da un'interpretazione eurocentrica, univoca e xenofoba. La promozione del dialogo e della cooperazione trova nella valorizzazione delle differenze il momento più nobile". Ovvero: Embé, che c'è di strano? Paese che vai, usanza che trovi.
Formidabile, l'ambasciatore. 
Allora, tanto per "valorizzare le differenze", vorrei precisare che sono lieto di non essere un connazionale dell'ambasciatore Krimly: se lo fossi, ho la sensazione che soltanto per questo post mi beccherei - non eurocentricamente, non univocamente e non xenofobicamente - una significativa dose di frustate.
Ad Ali al-Nimr, 21 anni, attivista condannato per presunti reati commessi quand'era diciassettenne, potrebbe andare molto peggio: le autorità saudite intendono ammazzarlo. L'idea, precisano alcune fonti, sarebbe di decapitarlo, poi crocifiggerlo e infine esporne il corpo in pubblico. Certo valorizzando le differenze, e senza lasciarsi influenzare da ubbìe eurocentriche, univoche e xenofobe.

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