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STILE CIRCOLO: ECCO LA NUOVA MAISON MUSIQUE

L'auditorium di Maison Musique tornerà a ospitare concerti
Maison Musique potrà riprendere l'attività all'inizio del 2016. Com'è noto, lo spazio musicale di via Rosta a Rivoli, creato nel 2004 dal padre del Folk Club, il compianto Franco Lucà, è stato affidato dalla Regione al Circolo dei Lettori. Ora il Comune di Rivoli ha ratificato l'operazione. Per la precisione al Circolo andrà la struttura, mentre arredi e attrezzature restano di proprietà del precedente gestore, il Crel (Centro Regionale Etnografico Linguistico), in sostanza del Folk Club.

Appuntamento a gennaio

Maison Musique sarà consegnata al Circolo appena terminati i lavori di adeguamento alle nuove norme antincendio; lavori che dovrebbero concludersi entro dicembre. Quindi è possibile che le attività musicali (e non solo) riprendano tra gennaio e febbraio. Intanto il Circolo dei Lettori pubblicherà un bando per la gestione del bar e del ristorante.
Davide Valfré e Paolo Lucà del Folk Club, già direttori artistici di Maison Musique, partecipano al nuovo progetto.  Insieme con il Circolo cureranno la programmazione. Restano ovviamente i concerti, ma la Maison ospiterà anche attività tipiche di via Bogino: presentazioni di libri e altri incontri culturali. Insomma, via Rosta diventerà a tutti gli effetti una "sede distaccata" del Circolo, come quella di Novara.

Una promessa mantenuta

Come si ricorderà, l'anno scorso Valfré e Lucà avevano lanciato l'allarme: il Crel, con risorse limitatissime, non poteva più fronteggiare i costi fissi della struttura, circa 70 mila euro all'anno. L'assessore Antonella Parigi, appena nominata, era intervenuta impegnandosi a trovare una soluzione che garantisse la sopravvivenza di Maison Musique. E' stata di parola. L'affidamento al Circolo fa parte di un progetto più ampio che include l'intervento del Salone del Libro al Forte di Exilles.

Folk Club, pochi soldi e grande musica

Ieri, intanto, Valfrè e Lucà hanno presentato il cartellone 2015/16 della "casa madre", il Folk Club di via Perrone, che affronta la sua ventottesima stagione con il coraggio di sempre, ma con un pizzico di assenatezza in più. Ci saranno 48 concerti. L'anno scorso erano 59: troppi, evidentemente, per le tasche del pubblico, che è aumentato, ma non abbastanza per garantire un incasso adeguato per tutte le serate. Il Folk Club quest'anno riduce anche il prezzo medio del biglietto, da 19 a 17 euro.
Alla faccia delle ristrettezze, il programma musicale è eccellente: si parte il 9 ottobre con il Coro delle Mondine di Novi, e si chiude il 7 maggio con il trio di Patrizia Laquidara. In mezzo, di tutto e di più: spicca Uri Caine il 31 ottobre, ma ci sono anche Jimmy Lafave il 13 ottobre, Alessio Lega in cinque concerti dedicati alla storia della canzone italiana, un monumento blues come Eric Bibb, la canzone d'autore di Cisco e Mimmo Locasciulli rispettivamente il 22 e il 23 gennaio, le chitarre di Don Ross, Pierre Bensusan, Peppino D'Agostino, Armando Corsi, Tony McManus e Beppe Gambetta, eccetera eccetera eccetera.

La micragna comunale

Il Folk Club vive di biglietteria, fund raising, quote associative e corsi di musica e danze popolari. Riceve un unico contributo pubblico, dalla Regione: 28 mila euro (nel 2014). Il Comune di Torino trova un milione per finanziare il suo faraonico Festival Jazz, ma da anni non scuce un centesimo al Folk Club: che - a differenza del Festival Jazz - predica la musica di qualità ogni venerdì e sabato sera, da ottobre a maggio. Ma gli impresarietti municipali manco sanno dov'è via Perrone.

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