Napoli, l'ingresso di Palazzo Zevallos Stigliano |
Pazienza, penso io.
Ma la vigilia di Natale, trovandomi a Napoli, decido di andare a Palazzo Zevallos Stigliano per controllare come ci trattano Antonellone nostro. Arrivo al museo, e cosa scopro? Che Antonellone è trattato benissimo. E pure che "Il martirio di Sant'Orsola" di Caravaggio è lì, più bello che mai, ultrapubblicizzato fin sulla porta; come potete vedere nella fotografia che vi mostra l'ingresso del museo napoletano con relativi totem promozionali di Antonello e Caravaggio. Per scrupolo, sono entrato a verificare - e il museo merita la visita. Caravaggio è al suo posto, presente presentissimo.
Insomma: messa così, è proprio buffa. Perché fa pensare o che Enrica Pagella mi ha raccontato una bugia, o che quelli di Palazzo Zevallos Stigliano l'hanno raccontata a Enrica Pagella. La prima ipotesi mi sembra ingenerosa, la seconda assurda. Quindi non ho capito niente io. Ma allora mi spieghino. Anche perché il museo napoletano possiede altri tesori che potevamo chiedere in cambio di Antonello da Messina: se proprio non ci volevano mollare il Caravaggio, hanno un bellissimo "Sansone e Dalida" di Artemisia Gentileschi, che è pure un nome più spendibile dei tre minori che ci hanno appioppato. Posseggono anche una splendida collezione di lavori di Vincenzo Gemito, tra cui i celebri bronzi "L'acquaiolo" e "Il pescatorello": perfetti per una temporanea a Palazzo Madama.
Insomma: per il prestito del nostro Antonello da Messina potevamo pretendere molto di più. E non farci intortare.
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