Passa ai contenuti principali

CARAVAGGIO & ANTONELLO: UNA STORIA DI NATALE


Napoli, l'ingresso di Palazzo Zevallos Stigliano
Ricordate il post "Palazzo Madama: la dolorosa historia del Caravaggio mancato"? In breve, l'historia è questa: Palazzo Madama si priva in piena alta stagione natalizia del suo quadro più celebre, il "Ritratto d'uomo" di Antonello da Messina, per prestarlo al museo napoletano di Palazzo Zevallos Stigliano, proprietà di Intesa Sanpaolo. Come contropartita, il museo torinese ottiene il prestito di tre quadri di artisti minori del Seicento napoletano (più 10 mila euro contanti). Io faccio notare che, per un cambio alla pari, Palazzo Madama doveva pretendere il gioiello di Palazzo Zevallos Stigliano, ovvero "Il martirio di Sant'Orsola", l'ultimo capolavoro dipinto da Caravaggio. In occasione di una chiacchiera informale (ma con testimoni) l'ex direttrice di Palazzo Madama, Enrica Pagella (ora direttrice del Polo Reale) mi rivela di aver sì richiesto il Caravaggio; ma le era stato risposto che il quadro in questo periodo sarebbe stato fuori sede, prestato a un museo americano. 
Pazienza, penso io. 
Ma la vigilia di Natale, trovandomi a Napoli, decido di andare a Palazzo Zevallos Stigliano per controllare come ci trattano Antonellone nostro. Arrivo al museo, e cosa scopro? Che Antonellone è trattato benissimo. E pure che "Il martirio di Sant'Orsola" di Caravaggio è lì, più bello che mai, ultrapubblicizzato fin sulla porta; come potete vedere nella fotografia che vi mostra l'ingresso del museo napoletano con relativi totem promozionali di Antonello e Caravaggio. Per scrupolo, sono entrato a verificare - e il museo merita la visita. Caravaggio è al suo posto, presente presentissimo.  
Insomma: messa così, è proprio buffa. Perché fa pensare o che Enrica Pagella mi ha raccontato una bugia, o che quelli di Palazzo Zevallos Stigliano l'hanno raccontata a Enrica Pagella. La prima ipotesi mi sembra ingenerosa, la seconda assurda. Quindi non ho capito niente io. Ma allora mi spieghino. Anche perché il museo napoletano possiede altri tesori che potevamo chiedere in cambio di Antonello da Messina: se proprio non ci volevano mollare il Caravaggio, hanno un bellissimo "Sansone e Dalida" di Artemisia Gentileschi, che è pure un nome più spendibile dei tre minori che ci hanno appioppato. Posseggono anche una splendida collezione di lavori di Vincenzo Gemito, tra cui i celebri bronzi "L'acquaiolo" e "Il pescatorello": perfetti per una temporanea a Palazzo Madama. 
Insomma: per il prestito del nostro Antonello da Messina potevamo pretendere molto di più. E non farci intortare. 

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la