Senza l'intervento dei cagacazzi, non mi sarei mai occupato di 'sta minchiata della fitness nei musei. Nello specifico, all'Egizio.
Preciso. Io detesto ogni attività fisica tranne una, ma me ne sbatto di quel che fa il prossimo mio: e purché non tentino di coinvolgermi sono tutti liberissimi di agitarsi in mutande dove meglio gli aggrada. Anche in un museo: accade già in prestigiose istituzioni estere, e soprattutto la cosa non mi disturba, non ho il senso della sacralità del "luogo di cultura" che affligge chi è sprovvisto di cultura. Ai miei occhi una mandra in mutande che si dimena in un museo è ridicola comunque: non per via del museo, bensì per via del dimenarsi in mutande. Ma chi se ne frega? Fatti miei: sono infinite le attività dei miei contemporanei che mi sembrano ridicole. E spero che siano infinite le mie attività che sembrano ridicole ai miei contemporanei.
Nessuna attività ridicola, però, mi irrita quanto la pretesa dei cagacazzi di imporre i loro gusti, convinzioni e abitudini al prossimo, magari appellandosi a considerazioni etiche, politiche, religiose o salutistiche. Pertanto siete pregati di non comunicarmi il vostro punto di vista in materia. Non è in discussione, né mi interessa.
Per i motivi sopra esposti, non avrei scritto una riga sulla minchiata della fitness all'Egizio, se non fossero entrati in azione i cagacazzi.
In questa città di livorosi perché falliti, e falliti perché incapaci, i cagacazzi pullulano e ad ogni piè sospinto ammanniscono buoni consigli, non potendo dare il cattivo esempio.
Sicché ho letto in giro per Fb un tot di buoni consigli dei cagacazzi, perlopiù rivolti al direttore dell'Egizio Christian Greco, che ovviamente secondo i cagacazzi "dovrebbe dimettersi" per aver consentito 'sta roba della fitness nel museo. In una città piena di musei malandati, trovo straordinaria l'idea che si dimetta il direttore di un museo che - a quanto mi risulta - aumenta i visitatori, fa attività scientifica, ha i bilanci in ordine e addirittura produce utili. Ma i cagacazzi sono così: meno sanno, più dispensano buoni consigli. E a me i buoni consigli dei cagacazzi fanno partire l'embolo, indipendentemente dall'argomento del contendere.
Tuttavia, in questo caso specifico l'argomento del contendere mi pareva troppo ridicolo per indurmi alla fatica di scriverne. Ho però trovato, sempre su Fb, l'intervento di una persona che lavora al Museo Egizio e che - in forma privata, sulla sua pagina personale - scrive alcune precisazioni che non ho letto altrove, e che considero utili per chiarire la questione, semmai a qualcuno dovesse interessare. Quindi, poiché non mi costa fatica, riporto qui tali precisazioni, a beneficio di chi vuol capirne di più. Di sicuro non a beneficio dei cagacazzi, che per definizione non leggono e non capiscono.
Ecco qui:
L’ iniziativa “Ginnastica tra i faraoni” non è promossa dal Museo Egizio ma semplicemente accolta per dare spazio ad un progetto di prevenzione alle malattie cardiovascolari e al diabete promosso dalla Regione Piemonte.
Nessuna attività ridicola, però, mi irrita quanto la pretesa dei cagacazzi di imporre i loro gusti, convinzioni e abitudini al prossimo, magari appellandosi a considerazioni etiche, politiche, religiose o salutistiche. Pertanto siete pregati di non comunicarmi il vostro punto di vista in materia. Non è in discussione, né mi interessa.
Per i motivi sopra esposti, non avrei scritto una riga sulla minchiata della fitness all'Egizio, se non fossero entrati in azione i cagacazzi.
In questa città di livorosi perché falliti, e falliti perché incapaci, i cagacazzi pullulano e ad ogni piè sospinto ammanniscono buoni consigli, non potendo dare il cattivo esempio.
Sicché ho letto in giro per Fb un tot di buoni consigli dei cagacazzi, perlopiù rivolti al direttore dell'Egizio Christian Greco, che ovviamente secondo i cagacazzi "dovrebbe dimettersi" per aver consentito 'sta roba della fitness nel museo. In una città piena di musei malandati, trovo straordinaria l'idea che si dimetta il direttore di un museo che - a quanto mi risulta - aumenta i visitatori, fa attività scientifica, ha i bilanci in ordine e addirittura produce utili. Ma i cagacazzi sono così: meno sanno, più dispensano buoni consigli. E a me i buoni consigli dei cagacazzi fanno partire l'embolo, indipendentemente dall'argomento del contendere.
Tuttavia, in questo caso specifico l'argomento del contendere mi pareva troppo ridicolo per indurmi alla fatica di scriverne. Ho però trovato, sempre su Fb, l'intervento di una persona che lavora al Museo Egizio e che - in forma privata, sulla sua pagina personale - scrive alcune precisazioni che non ho letto altrove, e che considero utili per chiarire la questione, semmai a qualcuno dovesse interessare. Quindi, poiché non mi costa fatica, riporto qui tali precisazioni, a beneficio di chi vuol capirne di più. Di sicuro non a beneficio dei cagacazzi, che per definizione non leggono e non capiscono.
Ecco qui:
L’ iniziativa “Ginnastica tra i faraoni” non è promossa dal Museo Egizio ma semplicemente accolta per dare spazio ad un progetto di prevenzione alle malattie cardiovascolari e al diabete promosso dalla Regione Piemonte.
Ma se abbiamo scelto di essere tra le sedi coinvolte (MEF, Teatro Regio e altre istituzioni culturali seguiranno) è perché ci crediamo. Per sgombrare il campo da illazioni fantasiose:
1) non c’è guadagno e non ci sono costi
2) come sempre, sicurezza al primo posto
3) è un’iniziativa fuori orario
4) non sottraiamo il museo ai nostri visitatori neppure per un minuto
5) l’attività sportiva viene svolta in cortile, nel corridoio antistante la Galleria dei Re e in quest’ultima sala, dove gli sportivi approdano solo per una mezz’ora
6) non pensiamo di “fare cultura” con questa iniziativa, ma pensiamo che chi guarda alla cultura come una risorsa meriti di avere spazio, compatibilmente con le possibilità.
1) non c’è guadagno e non ci sono costi
2) come sempre, sicurezza al primo posto
3) è un’iniziativa fuori orario
4) non sottraiamo il museo ai nostri visitatori neppure per un minuto
5) l’attività sportiva viene svolta in cortile, nel corridoio antistante la Galleria dei Re e in quest’ultima sala, dove gli sportivi approdano solo per una mezz’ora
6) non pensiamo di “fare cultura” con questa iniziativa, ma pensiamo che chi guarda alla cultura come una risorsa meriti di avere spazio, compatibilmente con le possibilità.
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