Passa ai contenuti principali

KHADIJA, IL GRIDO DI LIBERTA' DI UN'EX SPOSA BAMBINA

Khadija al-Salami (foto di Anna Beltramino, studente dell'ISS Bodoni-Paravia)
Penultimo giorno di Sottodiciotto, domani 10 dicembre. Con una proiezione serale importante. Al Massimo alle 20,30 presentano I am Nojoom, Age 10 and Divorced, film diretto dalla prima donna regista dello Yemen, Khadija al-Salami, ospite al Festival per un incontro con il pubblico condotto dalla giornalista Farian Sabahi.

Una storia vera. Un incubo vero

Ecco di cosa si tratta. Per vostra e mia comodità, intanto vi riporto la sinossi fornita dal Festival, che trovo impeccabile: "In uscita in Italia a marzo, con il titolo La sposa bambina e la distribuzione di Barter Entertainment, il lungometraggio racconta la storia emblematica di uno di quei matrimoni precoci, ancora diffusi in tante parti del mondo, patenti violazioni dei diritti dei minori. Tratto dal libro “I am Nojood, Age 10 and Divorced”, scritto dalla protagonista della vicenda realmente accaduta nel 2008,  Nojoud Ali, insieme con la giornalista franco-iraniana Delphine Minou, il film ripercorre la storia della più giovane divorziata del mondo. Nello Yemen, dove non è stabilita per legge un'età minima per il matrimonio, Nojoom, ad appena 8 anni, è costretta a sposare un uomo di trenta. Alla famiglia della bambina viene offerta in dote una piccola rendita e “una bocca in meno da sfamare”: un accordo legittimo ed accettabile per tutti, tranne che per Nojoom, che vede la sua vita sconvolta. Dal giorno dopo le nozze, è costretta a lavorare duramente, in condizioni terribili, e ogni notte viene violentata dal marito, incurante della sua età. Nojoom non si rassegna e un giorno trova il coraggio di entrare nell'aula di un tribunale e chiedere al giudice di permetterle di divorziare. Diventata un simbolo della battaglia contro i matrimoni forzati, la storia di Nojoom è in parte anche quella della regista, costretta a sposarsi all’età di 11 anni. Oggi residente in Francia, direttrice del Centro culturale presso l’Ambasciata dello Yemen a Parigi fino al 2012, Khadija al-Salami è autrice di diversi documentari, sia per la televisione francese, sia per la televisione yemenita".

Una donna che è bello ascoltare

Stamattina Khadija al-Salami ha incontrato i giornalisti. Io ci sono andato, e confesso di essere rimasto molto colpito. Khadija è una piccola donna forte, che ha vissuto in prima persona l'esperienza di quello che definisce "uno stupro combinato", ha voluto e saputo uscirne conquistandosi una vita diversa sfidando la condanna sociale della sua stessa famiglia. Quella delle spose bambine è una schiavitù infame, frutto di una mentalità tribale che nelle zone rurali del suo paese è ancora fortissima. Le piccole infelici, spiega Khadija, vivono un'esperienza quotidiana devastante, e non soltanto per la psiche. Molte di esse muoiono per emorragie interne causate dalla violenza sessuale "legalizzata" che subiscono dai mariti. Lo Yemen è dilaniato da una delle tante guerre dimenticate che insanguinano il Terzo mondo, la sopravvivenza è incerta per tutti, e la condizione della donna non è neppure un problema all'ordine del giorno: è un dato di fatto, come le rocce delle montagne. Le parole che Khadija dice, la realtà che descrive, fanno rabbrividire. Ma mi ha impressionato la sua determinazione a capire e far capire: "Nello Yemen, e in altri paesi, certe situazioni sono considerate normali perché quella è la tradizione e non si vedono, non si conoscono, le alternative. Mia nonna diceva che da noi la donna nasce per essere o sposata, o seppellita. E quella mentalità dura tuttora". Khadija è una donna straordinaria, ascoltarla è un privilegio; per cui vi consiglio caldamente di non perdervi il film e l'incontro di stasera. E' un'occasione per imparare qualcosa di importante, lontano dai luoghi comuni e dalle isterie di questo tempo malato.

La giornata di giovedì 10 a Sottodiciotto




In mattinata al Festival proseguono le proiezioni dei lavori in gara per il Concorso nazionale delle Scuole (dalle ore 9). In contemporanea in tutte e tre le sale del Cinema Massimo vengono proposti gli audiovisivi selezionati per la sezione competitiva realizzati dalle scuole di ogni ordine e grado: d’Infanzia e Primarie, Secondarie di I e di II grado.


Nel pomeriggio, in collaborazione con il Goethe-Institut nell’ambito di “Torino incontra Berlino”, il Festival propone, nella ricorrenza dei 15 anni dall’uscita, Emil und die Detektive (alle ore 17), di Franziska Buch, che completa la trilogia storica degli adattamenti cinematografici dell’omonimo classico per ragazzi di Erich Kästner in cartellone quest’anno a Sottodiciotto (i due titoli del 1931 e del 1954 sono stati presentati nel programma di dedicato alle Scuole).
Nel secondo pomeriggio, il programma speciale Carta bianca a… Andrea Bajani prosegue con il secondo appuntamento del progetto “imparare a imparare”. Ospite dello scrittore torinese sarà, questa volta, la coreografa e performer Ambra Senatore (alle ore 18.30), che interverrà su un altro aspetto fondamentale dell’imparare: il "provare piacere"
In seconda serata, dopo l'incontro e la proiezione del film di Khadija al-Salami, Sottodiciotto,  in collaborazione con Rai Teche, propone Pasolini. Il corpo e la voce (alle ore 22.30), di Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti e Paolo Marcellini, il film-documento scelto dal Comitato del MiBACT per le celebrazioni del quarantennale della scomparsa dello scrittore, regista e poeta.

Ingressi e info

Tutte le proiezioni e gli appuntamenti del Festival sono al Cinema Massimo (via Verdi 18, Torino) e a ingresso gratuito.
Informazioni presso Aiace Torino, Galleria Subalpina 30, 10123 Torino; tel. 011 538962, 3342370345; fax 011542691; info@sottodiciottofilmfestival.it
www.sottodiciottofilmfestival.it

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...